LA GARDART DI LAURA GAMBARIN E GIANLUIGI LA TORRE NEL SALONE DELLA COMUNITA' A FORMACI BRESCIA, METTONO IN SCENA IL DOLORE DI GIOBBE E IL SILENZIO DI DIO.
a cura di Carlo Castellini
Il testo del LIBRO DI GIOBBE, pur ridotto nella sua lunghezza, viene portato sulla scena da una bravissima e intensa LAURA GAMBARIN, attrice professionista che ha modulato con grande padronanza e senza incrinature, una voce calda ed espressiva, esprimendo i vari sentimenti dei protagonisti, protagonisti di questo libro, che si presenta come una “piccola Bibbia” dentro la “grande Bibbia”. Esso infatti ha un prologo, che si sviluppa in un corpo e si conclude con un epilogo. Con questa rappresentazione scenica ha ha avuto inizio la SETTIMANA DELLA PAROLA delle comunità del Villaggio Sereno e Fornaci.
Andando alla sostanza del testo, si pone la domanda del DOLORE e DEL MALE NELLA VITA DELL'UOMO E IL SILENZIO DI DIO.
Finissimo il commento musicale dal pianoforte di GIANLUIGI LA TORRE, pianista, regista e cantante, che approdato al sodalizio professionale, si è convertito al connubio matrimoniale con LAURA GAMBARIN nel 2007. Egli ha quasi sussurrato e con le sue note alcune emozioni molto suggestive, a dimostrazione di come anche il testo sacro portato sulla scena, possa essere stimolante per la compressione di un testo non facile, altrimenti appannaggio di sparuti gruppi di studiosi.
La domanda sulla presenza del dolore nella esperienza umana, non trova facili risposte nemmeno oggi, come del resto ieri. Le domande sono le stesse di ieri oggi con tante sfaccettature: perchè esiste il dolore nella vita dell'uomo? Chi provoca il male oggi? Perchè facciamo fatica a volere un genere di felicità fondata sulla nostra fede in Dio? Vorremmo quasi raggiungere da soli la nostra felicità, senza l'aiuto del Dio di Giobbe. Perchè non vogliamo il bene degli altri? Perchè li lasciamo morire nell'indifferenza? Perchè bruciamo e uccidiamo la Terra senza provare dolore?
Sembra quasi che siamo rassegnati, non ci facciamo più domande e ci siamo arresi all'indifferenza. Non sentiamo più nessuna forma di dolore; il nostro corpo si è come anestetizzato; non ci indigniamo più; non andiamo più in piazza a protestare; leggiamo la parola di Dio, ma nelle comunità locali non cambia nulla, andiamo avanti con le tradizioni e le abitudini rassicuranti, che ci lasciano nel nostro immobilismo liturgico e culturale. (Carlo Castellini).
Mercoledì 16 Ottobre,2019 Ore: 18:24 |