“Il Salvatore che non salva e il Paradigma che aspetta”

di Mario Mariotti

L'uomo, man mano che è diventato tale, (facciamo finta che sia diventato "sapiens") si è reso conto di trovarsi sbadilato in un mondo pieno di pericoli, di crudeltà, di violenza, di competizione per la vita. Siccome tutto per lui era ancora mistero, gli è venuto naturale di riempire questo mistero con un Dio che: avrebbe dovuto proteggerlo e che doveva essere mantenuto benevolo nei propri confronti. Non si sa bene il perché, ma a qualcuno è balenata nella zucca l'idea che fosse necessario sacrificare qualcuno o qualcosa per tenerselo buono e benigno nei propri confronti. Siccome questa ipotesi-Dio era probabile, e siccome l’uomo si rendeva conto del casino nel quale si trovava immerso, lui non se la sentiva di imputare a Dio la creazione del casino, ed ha partorito la favola della Genesi: era l'uomo stesso che, peccando, aveva originato il casino, il male, la sofferenza, la violenza e tutto il resto, compresi i dolori del parto! Accettato questo, ecco la transustanziazione dell'ipotesi in certezza, e la cristallizzazione del rapporto uomo-Dio in religione.
L'uomo commetteva una disubbidienza e quindi un peccato: per evitare l'ira di Dio bisognava placarlo con un sacrificio, sacrifici anche umani nei primi tempi, poi di animali proporzionali al peccato, e infine, grazie all'ineffabile e provvidenziale San Paolo, col sacrificio del Figlio di Dio stesso, individuato in quel Gesù di Nazaret che aveva rischiato e persola vita per farci capire che Dio è laico; che non è onnipotente; che noi siamo la potenzialità-possibilità della Sua incarnazione, che Lui è Spirito e noi “Sue mani” per costruire il Regno; che l’unica dimensione della realtà è quella laica; che noi dobbiamo riempire quest'ultima di amore che condivide. S.Paolo non ne aveva colpa, perché, nella sua testa, c'era la cultura religiosa dell'Altissimo e la novità di un Dio che ci dice che, se noi amiamo condividendo, siamo Lui, che si incarna nel Figlio per servire l'uomo)non arrivò a capirla.
Di questo, non dobbiamo meravigliarci, perché anche oggi, dopo due millenni dall'evento Gesù di Nazaret, noi siamo ancora nella logica del Santo, in quella religiosa del sacrificio, in quella del Salvatore che ha già pagato per tutti, anche per i peccati non ancora commessi! Eppure dal Vangelo, anche se con difficoltà perché lui stesso è stato scritto da persone nelle quali prevalevano le lenti a contatto religiose, è possibile evincere il messaggio del Signore Dio e Padre e non l'Altissimo, si assomiglia quello del figliuol prodigo, cioè ci ama incondizionatamente; se noi amiamo condividendo siamo Suoi, genitori e fratelli; Lui è venuto non per essere servito ma per servire, noi dobbiamo aprirci alla compassione e fare come il Buon Samaritano, noi saremo giudicati sul nostro rapporto, positivo o negativo, con l'affamato e l'assetato.
Gesù, però, ne ha detta una di troppo: c’è anche il peccato che non troverà perdono, ed esso è la ricchezza, che bestemmia Dio-condivisione rendendo ciechi sulla sofferenza dei poveri Lazzari. Questo poneva Lui stesso quale Paradigma (e non Salvatore) del modo di vivere, scegliere e comportarsi che sono necessari per costruire il Regno; questo, assieme alla nostra collocazione di mani dell'amore di Dio per noi, ammazzava la religione.
Ed allora meglio farlo fuori, da laico trasformarlo in Figlio dell'Altissimo e poi qualificarlo come Salvatore, come Colui che paga per tutti seguendo le procedure di S.R.Chiesa. Ed ecco Gesù, dopo secoli e secoli di Salvatore che non salva, e di Paradigma rifiutato ad aspettare ancora che noi apriamo gli occhi, che noi ci accorgiamo che il cristianesimo storico è un'eresia dalla quale liberarci per poter tornare al Paradigma-Gesù.



Martedì 21 Maggio,2019 Ore: 22:49