Le omelie di Padre Aldo Bergamaschi
18 ottobre 2009
Pronunciata il 20 ottobre 1985
Marco 10,35-45 – anno B
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: “Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo”. Egli disse loro: “Cosa volete che io faccia per voi?”. Gli risposero: “Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”.
Gesù disse loro: “Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?”. Gli risposero: “Lo possiamo,”. EGesù disse: “Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato,”.
All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: “Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così;ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. IlFiglio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.
Oggi celebriamo la giornata missionaria mondiale. Io continuerò, come negli anni passati, a condurre la mia riflessione su ciò che dobbiamo essere, e non su ciò che dobbiamo fare. "Organizzare, organizzare, organizzare!". No, mi dispiace: essere, essere, essere, "Chi vuole essere primo tra voi....”. Condurre l'analisi su ciò che dobbiamo essere, vi confesso che è difficile, penoso, e poco popolare. É quanto farò oggi.
Prima però voglio dirvi a che punto sta il discorso relativo ai rapporti fra “religione cristiana” e altre religioni. Voi sapete che dopo il Concilio, c'è stata un'aria di ecumenismo al punto tale da sgonfiare le singole identità, almeno fra le “religioni” cristiane, in modo che in tutta Europa, sono nati dei cenacoli dove Ortodossi, Protestanti di varie confessioni si ritrovano con i Cattolici, e così via. Tutto questo ha messo, a quanto pare, in allarme le autorità ecclesiastiche. Le quali non possono rinunciare all'idea che il Cattolicesimo sia l'unica, la vera religione (per me non è una religione, ma se la vogliamo mettere su quel piano, allora dopo bisognerà discutere qual'è la vera, qual'è la falsa). Se si dimentica il punto di partenza, è quasi inevitabile una guerra sine fine. Dunque le cose sono a una specie di stretta: dove c'è un rigurgito di integralismo, e dove pare che tutto questo discorso ecumenico stia rientrando.
Ho preso La Civiltà Cattolica, la cito qui perché è una espressione di un certo cattolicesimo ufficiale, una specie di bandiera per sapere quale è lo status della teologia, quale è il punto sulla ortodossìa. Sentite come viene impostato il discorso: "Il Cristianesimo ha un carattere definitivo in quanto religione". Vedete? Già cominciamo con un passo che non posso accettare cordialmente del tutto. Poi prosegue: "Questo Cristianesimo porta i segni di una particolare religione. Questa particolare religione sarebbe il monoteismo ebraico". Fratelli Gesuiti, io non condivido questa affermazione, perché il monoteismo ebraico non ha nulla a che fare con il monoteismo predicato da Gesù. Se il punto di riferimento per noi è la Verità assoluta, è il messaggio di Gesù Cristo, questa è una specie di favola: non è vero che il Dio di cui parlano i Musulmani, come è stato recentemente, sia il Dio di cui parlano i Cristiani.
Per dispetto mi viene voglia di pensare che Dio sia semplicemente una definizione nominalistica, si, ora purtroppo, Dio è nominalisticamente inteso. Questa teoria filosofica è tornata in auge, potrei citare opere che la stanno riesumando, perché francamente, tutta la realtà dà quasi ragione a loro. Dico quasi, perché io non sono nominalista, ve lo dico subito e l'ho detto anche all'autore de Il Nome della Rosa. Nominalista vorrebbe dire che: tra le cose non esistono possibilità di comunicazione, e ogni cosa, ogni essere è a se stante, non si può dare una definizione comune.
Esistono dunque soltanto dei nomi che noi applichiamo nella disperazione di poter trovare un'analogia fra le cose per cui esistono soltanto degli individui o degli essere particolari. Dunque, non ci sarebbe analogia nella realtà. Questa concezione percorre tutta la storia occidentale.
Il Cristianesimo viene da Dio, quindi un Dio che si è autorivelato e autocomunicato in Gesù di Nazareth. Da qui parte il Cristianesimo. E da qui parto anch'io.
Cosa dobbiamo pensare della religione del Vecchio Testamento? Risposta della redazione de La Civiltà Cattolica: "É divina, ma non definitiva". Questa concezione della storia sarà la concezione che avrà Hegel; questa concezione delle successive deleghe sarà quella che ha Maometto; e questa concezione sarà quella che produce tutte quelle sette in America, il paese delle libertà assolute. Dunque anche la religione del Vecchio Testamento è divina. É qui dove metto dei dubbi, perché tutta la posizione di Gesù è proprio un richiamo assoluto alla originarietà. "Voi fate questo e questo, ma all'origine non era così...", dunque, o avete capito male, oppure vi siete autocostruiti voi tutti questi schemi religiosi. E pare che sia questa la condanna di Gesù, il quale contesta il Sabato e dice che Dio è suo padre. Dire che Dio è suo padre vuol dire che non è più il Dio degli eserciti, cioè il Dio che aveva fatto un patto con loro, con tutte le conseguenze che questo comporta. Avendo trovato in Cristo il suo compimento, ora non ha se non valore propedeutico: di preparare al Cristianesimo che ne è il compimento.
Le altre religioni, dicono i padri de La Civiltà Cattolica: “Sono vani sforzi dell'uomo per raggiungere Dio". D'accordo, questa è la definizione perfetta delle religioni. Attenzione, nella misura in cui il Cristianesimo cade in religione, rientra purtroppo in questa definizione. E questa è la mia tesi.
Sicché si può pensare che i grandi fondatori di religioni abbiano ricevuto qualche grazia particolare, qualche segno del Verbo. Sono perfettamente d'accordo che Budda ha ricevuto qualche illuminazione, non v'è dubbio, perché egli era prima della venuta di Cristo. Anche Socrate, il quale non ha fondato una religione, s'era ben reso conto che gli dei della città di Atene erano insufficienti per risolvere i problemi umani; ed egli sognava appunto un vero Dio. Socrate è l'unico filosofo il quale crede cordialmente in Dio, ma in un Dio che è un ideale, e non in un Dio che diventa poi uno strumento. Dunque per Budda questo può valere, ma non certo per Maometto, non certo per Lutero, non certo per tutta la civiltà medievale.
La esemplificazione la prendo dal rapporto fra Innocenzo III (il papa dell'epoca di s. Francesco) e s. Francesco stesso. In questi giorni ho pubblicato un'opera, dove troverete proprio un'idea di fondo: un Francesco che rifiuta tutto il potere. E sostengo anche che Francesco di Assisi non fu mai diacono. Si dice: "Non volle essere diacono o sacerdote per umiltà". No, non si tratta di umiltà, si tratta di un rifiuto preciso. É il contrappeso a Giacomo e Giovanni, i quali chiedono di essere uno a destra e uno alla sinistra di Gesù. Francesco di Assisi rifiuta di entrare nella istituzione, non solo non è diacono, ma non è neanche chierico, lo è soltanto honoris causa, con un permesso dato a voce di poter predicare. Quest'uomo si è cimentato con le altre religioni, e si è cimentato soprattutto con l'Islam. Pagine gloriose che non ho qui il tempo di illustrarvi, ma che troverete in questo mio volumetto.
Egli dà delle regole. Sentite la prima: "Evitare di fare delle dispute teologiche, le quali sono la rovina dei rapporti fra gli uomini e la rovina dei rapporti dei Cristiani fra di loro. Dunque siano soggetti ad ogni creatura umana per amor di Dio, e confessino umilmente di essere Cristiani".
Ora, vogliamo vedere il rovescio della medaglia? Innocenzo III (e successivamente Innocenzo IV) entra in litigio con l'imperatore, sempre in tema di potere. I teologi dichiarano che "La Chiesa universale comanda in tutti i luoghi del mondo, perché in tutti i climi regna il suo sposo, Cristo. E infatti per Lui i re regnano e da Lui procede ogni potere, tanto che ai figli della Chiesa spetta il governo su tutta la Terra".
Io vedo che noi non siamo nella verità rispetto a Cristo. E la mia azione missionaria allora sarà sempre deludente, finché io non mostrerò all'altro la soluzione di quei tre rebus: sesso, danaro, potere (rapporto uomo-donna, rapporto uomo-uomo, rapporto gruppo-gruppo). C'è tutto. E qui abbiamo la debordazione di queste due piccole canaglie, Giacomo e Giovanni, perché chiedono di essere una alla destra e una alla sinistra.
Guai a noi se cadiamo in questa maledizione di voler essere i segretari di Cristo nel Regno, invece di pensare a costruire il Regno. Dovrei farvi qui l'analisi di tutta la struttura ecclesiastica e quella degli ordini religiosi che sono laggiù alle frontiere. In fondo il loro difetto, il loro dramma è questo: invece di pensare a costruire il Regno pensano ad essere, all'interno della loro struttura, i capi del vapore. Domenica 18 Ottobre,2009 Ore: 08:38 |