L’altra dipendenza...

di Giuseppe P. Fazio

Esiste un’altra forma di dipendenza, slegata dalle ormai più conosciute droghe, che viaggia sotto le spoglie di una nuova subdola forma: sono le nuove dipendenze, quelle invisibili…

Le nuove tecnologie hanno, negli ultimi decenni, rivoluzionato il nostro modo di vivere, di lavorare, di studiare, di pensare ma, nel contempo, si sono sviluppate anche delle vere e proprie patologie legate ad un uso problematico di Internet e dei suoi servizi: lo shopping compulsivo in Rete, il gioco d’azzardo, il trading on-line (il gioco in Borsa attraverso la rete), la chat dipendenza e le relazioni sentimentali nate sul web.

In alcuni casi il web può, non diversamente da quel che accade nelle altre condotte patologiche da dipendenza, giungere a diventare il fulcro della vita di una persona tanto da oscurare completamente la sua vita privata e relazionale e influenzare negativamente il suo rendimento lavorativo.

Il web è diventato con il passare del tempo sia un contenitore d’informazioni e materiale, nel quale ricercare, in un ambiente protetto da anonimato, stimoli ed emozioni sia un luogo d’accesso a relazioni amichevoli, sentimentali o sessuali. da questo punto di vista il web si presenta come un contenitore emotivo, come luogo neutro ideale per la proiezione di pulsioni e la produzione di fantasie e come occasione per sperimentare nuovi comportamenti.

In realtà, molto spesso, non vi è ricerca di relazioni oggettuali vere e proprie ma di relazioni opportunistiche con soggetti che, per le proprie caratteristiche di personalità, calamitano e favoriscono la scarica di bisogni pulsionali poco elaborati. La durata interminabile dei collegamenti è, infatti, una caratteristica immancabile di questa dipendenza, mentre le altre attività e gli altri rapporti passano gradualmente in secondo piano, fin quasi a scomparire dal panorama quotidiano ed affettivo dell’Internet-dipendente. L’impossibilità a collegarsi, evento comune a chi naviga, è vissuto con un disagio profondo, un senso di privazione e di angoscia che può culminare in vere e proprie crisi d’astinenza.

Molti autori hanno sottolineato la somiglianza del web al mondo onirico: molte persone, infatti, sono attratte dagli ambienti virtuali che, come i sogni, soddisfano il bisogno di evasione, incoraggiando modalità di pensiero inconsce, tipiche dei processi legati al sogno. Questi utenti possono, in buona sostanza, utilizzare il cyberspazio per sperimentare identità diverse attraverso la messa in scena della propria maschera, traendo vantaggio da un contesto facilitante e deresponsabilizzante.

Il web rappresenta quindi una occasione o una serie di occasioni narcisistiche: ci si può presentare come si vorrebbe essere o si vorrebbe essere visti dagli altri, permettendo di fuggire dal contatto reale e dalla valutazione reale tanto temuta perché frustrante e non controllabile. Ovviamente, è bene sottolineare che, se è vero quanto fino ad ora detto, la cosa assume le caratteristiche di un evento assai preoccupante al quale porre rimedio.



03 novembre 2009