Videogiochi!

di Giuseppe P. Fazio

Si è riaccesa, negli ultimi tempi, una polemica scoppiata qualche anno fa, a proposito dell’influenza negativa che la lunga esposizione ai “videogiochi” avrebbe sui bambini. Il tutto, tendente a dimostrare come l’uso fuori misura di questi, porterebbe alla nascita d’individui poco orientati alla socialità. La critica, fatta da più parti, è orientata, non tanto a criminalizzare i “giochi”, ma, a richiamare l’attenzione dei genitori, ad un maggior controllo sulle attività dei figli, soprattutto in ambito extra-scolastico.

In breve, le preoccupazioni degli esperti, riguardano il sempre minor tempo a disposizione da dedicare ai figli, che, se prima erano “parcheggiati” davanti alla TV, ora, vengono sempre più spesso affidati alla compagnia di playstation e computer. G. H. Mead nell’analizzare lo sviluppo evolutivo della mente del bambino, distingueva tra due fasi del gioco: una prima, denominata play, che non prevede interazioni; ed una seconda, denominata game, dove il soggetto assume un ruolo tra gli altri.

L’utilizzo smodato di queste tecnologie quindi, genererebbe nel bambino, la non insorgenza di questo secondo stadio e quindi, l’incapacità a relazionarsi con gli altri. Il tutto, a lungo andare, avrebbe ripercussioni sia sul piano individuale sia collettivo creando problemi e squilibri all’intera società. I problemi sono vari e tanti, ma sicuramente il più importante in termini di gravità, è il progressivo distacco dalla realtà. La giovane età, spesso, non permette di fare le dovute differenze tra ciò che è finzione e ciò che invece è reale! Sempre più spesso, il mondo virtuale generato dall’elettronica, è preso a modello ed imitato con la differenza che se nel gioco è facile tornare indietro ed iniziare nuovamente, questo purtroppo, nella vita reale non è permesso.



11 agosto 2009