Nuove generazioni

Cattive influenze ed errate interpretazioni


di Giuseppe P. Fazio

Sempre più spesso e negli ultimi tempi come mai prima d’ora, fatti sconcertanti riguardanti il mondo giovanile si affollano copiosi tra le prime notizie dei mezzi informativi, eccessi di violenza che sembrano uscire, partoriti da chissà quale mente morbosa, da infimi rotocalchi sensazionalistici, seminano stupore e sdegno tra chi, purtroppo, male interpreta i segni premonitori di ben più ampie sventure vendute in nome di puri e interessi economici.

Ogni tanto, e non nego con una certa irritazione, mi intrattengo, fino a tarda sera, in compagnia dei molti programmi di approfondimento e intrattenimento che riempiono ormai da anni i palinsesti delle reti pubbliche e private, scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo e sorprendente. Fenomeni sconosciuti e personaggi sempre più bizzarri, presi come improbabili modelli da imitare sono, ormai da tempo, il pane quotidiano del fruitore medio del mezzo televisivo che passivo si ritrova ad assimilare un tale carico di informazioni da non poterne più gestire la selezione. Una mole tale di banalità, propinate con intelligenza e maestria, da apparire nel lungo periodo normali ed addirittura desiderabili socialmente.

Il problema, come al solito, non può e non deve mai essere individuato in un’unica fonte, è impensabile l’attribuzione di responsabilità al solo mezzo televisivo ma, come sempre in questi casi, non può non essere giustamente considerata la forza plagiante della più grande macchina promozionale. Lo spostamento della linea dei valori considerati importanti da seguire e tramandare ha subito una netta virata verso regioni diverse ed ignote dove, malauguratamente, le nuove generazioni trovano difficile orientarsi. Come navi alla deriva ogni faro, per quanto debole che sia, è porto sicuro in cui ormeggiare la propria vita.

Naturalmente in un mondo in cui tutto è in continuo mutamento e dove per essere accettato devi adeguarti, anche se in modo grossolano, alla fugace tendenza del momento è normale, anzi, oserei dire quasi logico, che ogni impedimento al raggiungimento della propria accettazione diventa ostacolo da rimuovere con ogni mezzo: se ci si sofferma soltanto un attimo, si capisce come alcuni fatti possano avere il potere di alimentare se stessi e come, in menti viziate dal tarlo del relativo in cui ogni cosa è ragionevole purché non cozzi contro la propria idea di giusto, tutto diventa un fatto tra i fatti in cui non si riesce a distinguere il bene tra il male.

Purtroppo, e mi duole dirlo, fintantoché le nuove generazioni verranno lasciate sole e quindi libere di crearsi una propria falsa morale, non orientata dalla saggezza che dovrebbe contraddistinguere le precedenti, sarà sempre più frequente il ritrovarsi a dover fare i conti non più con casi isolati di devianza ma con vere e proprie mentalità imperanti asservite al demone dell’abbandono. Vere e proprie orde primigenie dove il soddisfacimento dei propri bisogni unito al raggiungimento del piacere è motivo unico di esistenza…



29 gennaio 2008