Salvare le Vite non è Reato!

di Sicilia Aperta e Solidale

50 morti, sino ad oggi, nelle stragi in due moschee della Nuova Zelanda. Autore Brenton Tarrant, razzista e suprematista “bianco”. Un’ennesima orribile strage che, però, non ha determinato quell’ondata di indignazione cui siamo stati abituati in casi simili, quando le vittime sono europei. Perché la Nuova Zelanda è lontana, o perché, al di là delle parole, alla fine i morti non sono tutti uguali?
 Per noi il terrorismo razzista è uno solo, in Europa come nel resto del mondo. A chi vuole dividere l’umanità secondo il colore della pelle, contrapponiamo l’idea dell’accoglienza e della contaminazione. Il diritto degli “ultimi”, di tutti gli ultimi, a non essere più tali.
 Per queste ragioni abbiamo gioito quando la nave italiana Mare Jonio ha salvato 49 migranti, fra cui 12 bambini, stipati in un gommone che imbarcava acqua, a quasi 80 chilometri dalle coste libiche.
E abbiamo gioito quando  i migranti sono sbarcati nel porto di Lampedusa, senza rimanere prigionieri (come nel caso della Diciotti e della Sea Watch) per un lungo periodo a bordo. Consideriamo tutto ciò una nostra vittoria, la vittoria di chi ha protestato con forza e coerenza nelle predette occasioni ottenendo che oggi prevalesse il diritto.
In questa situazione, poteva fare altro il comandante della Mare Jonio? Ovviamente no.  Art.98 Comma 1, Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare - UNCLOS - (1982):Ogni Stato deve esigere che il comandante di una nave che batte la sua bandiera, nella misura in cui gli sia possibile adempiere senza mettere a repentaglio la nave, l’equipaggio o i passeggeri, presti soccorso a chiunque sia trovato in mare in pericolo di vita quanto più velocemente possibile”.
Inoltre, trattandosi di una nave italiana, operato il soccorso, doveva dirigersi verso la costa nazionale, così come  previsto dal “place of safety” (ossia l’obbligo di salvare il richiedente soccorso e portarlo in un luogo sicuro) all’interno della Convenzione di Amburgo, ratificata con legge dall’Italia il 3 aprile 1989. Ancora, non essendo, sicuri, per le ragioni che tutti conoscono,  né i porti libici, né quelli tunisini, non c’era alcuna alternativa possibile.
Dopo lo sbarco, la nave Mare Jonio ha subito il sequestro probatorio dalla Procura di Agrigento e il comandante è stato iscritto nel registro degli indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina  e per il mancato rispetto dell'alt intimato dalla Guardia di Finanza.
 In particolare, rispetto al mancato alt, il comandante aveva motivato la risposta negativa sottolineando le cattive condizioni del mare, per cui fermarsi avrebbe messo  a repentaglio la vita dell’equipaggio e dei 49 migranti.
Contro queste regole internazionali, e lo stesso buon senso, il Ministro dell’Interno, come sempre, ha fatto di tutto per bloccare salvataggio e sbarchi. Avrebbe avuto ragione in un solo caso: se i migranti all’interno della nave avessero costituito un pericolo per la sicurezza dell’Italia ed avessero subito una condanna definitiva per un crimine o un delitto. Come tutti sanno non è così.
 Ancora, secondo il TU 286/98, art.19, comma 2, "Non è consentita l’espulsione" degli "stranieri minori di anni diciotto, salvo il diritto a seguire il genitore o l’affidatario espulso”. e secondo la Legge 7 aprile 2017 n.47 "In nessun caso può disporsi il respingimento alla frontiera di minori stranieri non accompagnati”. 
 In sostanza, come scrive il Tribunale di Catania,  “l’obbligo di salvare la vita in mare costituisce un preciso dovere degli Stati e prevale su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare”.
Chiediamo, perciò, il ritiro della Direttiva Ministeriale “Salvini” e l’immediata conclusione dell’indagine sulla Mare Jonio, perché possa riprendere al più presto il suo impegno nel Mediterraneo.
Infine, di fronte ai problemi sociali, al perdurare della crisi economica, alla crescita della povertà nel nostro Paese, c’è qualcuno che possa onestamente essere convinto che “il problema” sia rappresentato da 49 persone che fuggono da morte e miseria?
La vergognosa campagna di criminalizzazione delle navi umanitarie deve finire!
                                                                                                                           Sicilia Aperta e Solidale



Sabato 23 Marzo,2019 Ore: 21:59