Diritti.
Le chiese cristiane al Forum Globale su migrazione e sviluppo

di Agenzia NEV del 4-11-2009

Presentato un appello che mette al centro i diritti e la dignità della persona


Roma (NEV), 4 novembre 2009 - In occasione del III Forum Globale su Migrazione e Sviluppo promosso dalle Nazioni Unite in corso ad Atene (Grecia) - evento preceduto dalle Giornate della società civile (Civil Society Days) sempre ad Atene il 2 e il 3 novembre - numerose organizzazioni di chiese cristiane impegnate nel settore hanno stilato un articolato documento con lo scopo di sensibilizzare la comunità internazionale sulle politiche di migrazione.
In particolare, le organizzazioni presenti ai due eventi chiedono che al centro delle politiche di migrazione e sviluppo siano posti la dignità e i diritti dell'essere umano, evitando di considerare i migranti quale mera massa congiunturale. Tra i firmatari dell'appello la Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME), Pane per il mondo, l'APRODEV, la Cimade, la Norwegian Church Aid, la Caritas Internationalis, il Consiglio delle chiese del Medio Oriente (MECC), la Conferenza delle chiese di tutta l'Africa (CETA), ed altri.
Secondo i firmatari è necessario riconoscere che "solamente una situazione di sicurezza e stabilità per i migranti e le loro famiglie, inclusi i migranti senza documenti, potrà permettere loro di sviluppare a pieno il proprio potenziale divenendo attori della crescita economica". E ancora: "serve trovare spazi adeguati al fine di sviluppare ulteriormente ed implementare un insieme coerente e vincolante di diritti internazionali sui migranti". Inoltre, le organizzazioni cristiane - "profondamente impegnate in favore della dignità umana, della solidarietà globale e della promozione di una società che accolga gli stranieri e ne rispetti i diritti" - chiedono che venga data la priorità alla riduzione della povertà nel mondo, a cominciare dalla promozione di una buona "governance" nei paesi di origine dei migranti che includa la risoluzione dei conflitti e la riduzione degli effetti del cambiamento climatico, circostanze che spingono sempre più persone a lasciare il proprio paese, quando invece la scelta di "migrare dovrebbe essere opzionale, non una necessità". 
Intanto, un’indagine dell’Istituto Gallup presentata al Global Forum in corso ad Atene rivela che 700 milioni di persone farebbero le valige per inventarsi una nuova vita all’estero. Cioè il 16% degli adulti intervistati in 135 paesi si trasferirebbe definitivamente in un altro paese se ne avesse l’opportunità. I più propensi sono gli africani sub sahariani, tra i quali gli aspiranti emigranti sono il 38% del totale, cioè 165 milioni di persone. La meta più ambita sono gli Stati Uniti, scelti da 165 milioni di persone, seguono Canada (45 milioni), Gran Bretagna (45 milioni), Francia (45 milioni), Spagna (35 milioni), Arabia saudita (30 milioni), Germania (25 milioni) e Australia (25 milioni).
 


Giovedì 05 Novembre,2009 Ore: 16:37