Verona - Razzismo
Condanna del sindaco, stato di diritto e immagine della città

di Sergio Paronetto

Lettera inviata al quotidiano di Verona l'Arena


Caro direttore,
qualche breve osservazione sulla condanna definitiva di Tosi e degli altri esponenti leghisti per propaganda di idee razziste. In Cassazione è stata confermata la pena base (2 mesi) ma anche quella accessoria di interdizione a svolgere attività di propaganda elettorale. La pena, però, è sospesa. Dal punto di vista politico, se Tosi, che invoca sempre la certezza della pena e ritiene insensato l'istituto della sospensione, fosse coerente, dovrebbe dimettersi, essendo stata la sua elezione in violazione di quella pena accessoria.

Ogni critica motivata e seria alla Magistratura può essere utile ma invocare, a sostegno Tosi, il voto popolare, come fa anche Aldo Brancher, uomo di governo e coordinatore provinciale del PdL, vuol dire dimenticare chi siamo. La sovranità popolare in Italia, che non è un regime populista o plebiscitario ma uno stato di diritto, si esercita “nelle forme e nei limiti della Costituzione” (art. 1), nel rispetto della divisione dei poteri e delle istituzioni repubblicane che non possono essere usate a discrezione o irrise.

Secondo me, la sentenza è un vero successo per il diritto perché è stato confermato (nell’arco di otto anni, in 5 diverse pronunce, davanti a venti giudici diversi!) che quella campagna ("Via gli zingari da casa nostra") ha rilevanza penale. Sento il bisogno di ringraziare anche gli avvocati, da Federica Panizzo a Lorenzo Picotti, da Paola Malavolta a Enrico Varali, che con la loro professionalità e costanza hanno svolto un ruolo determinante. La condanna, infine, costituisce un importante segnale per la comunità sinti e per tante associazioni, alcune delle quali oggi sono presenti nel cartello "Nella mia città nessuno è straniero", che nel 2001 ebbero il coraggio civile di denunciare alla Procura della Repubblica la campagna razzista di quel periodo.

Aggiungo una complicazione paradossale. La contestata legge Mancino, per cui Tosi viene condannato, è utilizzata dal Comune che si è costituito parte civile nel caso dell’aggressione di piazza Viviani, perché ritiene danneggiata l’immagine della città da un episodio di “discriminazione” avvenuto nel gennaio scorso.

Avere un sindaco condannato in via definitiva per propaganda razzista non danneggia l’immagine della città in Italia e nel mondo soprattutto dopo che, in occasione del G8, Obama, Napolitano e Benedetto XVI ci hanno fatto volare alto e respirare in grande? La questione riguarda molte città padane, è un problema "costituzionale" che riguarda la civiltà del diritto.

 Verona 14.07.09
 
Sergio Paronetto  


Venerdì 17 Luglio,2009 Ore: 15:23