Il compleanno dell’Africa e l’ italico spettacolo
di Mauro Armanino
Ringraziamo Mauro Armanino, missionario in Niger, per questo suo contributo. Altre notizie di Mauro anche sul blog http://senzafine.zacem-online.org e su Il fatto quotidiano http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/marmanino/
L’ipocrisia è un’epidemia che passa di solito inosservata tra le pieghe della realtà. Un buon esempio di ciò è la recente celebrazione del compleanno numero 57 dalla creazione dell’Unione Africana da parte delle autorità istituzionali italiane. Etimologicamente la parola ipocrita, derivata dal greco antico, allude all’attore di teatro e a ragione si può affermare che l’ipocrisia è quanto definisce i commedianti, recitino o meno a soggetto. Il presidente Sergio Mattarella, il ministro degli Esteri Luigi di Maio e la vice ministra agli Esteri Emanuela del Re, hanno offerto, ognuno a suo modo e con
![]() L’umiltà e un atteggiamento più realista, dovrebbero condurre al riconoscimento che non è possibile presumersi come ‘partner’ di un continente così ricco, diverso e plurale come l’Africa e ricondurlo ad una sola ed unica entità. Ridimensionare le proprie ambizioni, accettare i propri limiti e mettersi, semmai, all’ascolto di questo continente, che meglio sarebbe definire ‘Afriche’, appare più onesto. Non confessato o rimosso, invece, riappare sotto mentite spoglie il fallimentare complesso della breve stagione coloniale italiana in Africa. Cinquan’anni nei quali l’immagine dell’Africa è stata ridotta ad una maschera di falsità, tra rigurgiti massonici, fascisti e capitalisti del ‘posto al sole’ per essere annoverati
![]() La Commedia dell’Arte, in questi frangenti, riscopre il suo particolare stile. Non c’è un copione e gli attori, anziché imparare a memoria le battute, basano la loro interpretazione su una trama e improvvisano in scena. Quanto i ministri in questione hanno affermato per la circostanza non sono altro che improvvisazioni che possono essere credibili e credute solo da chi continua a lasciarsi ‘confinare’ lo spirito e la memoria. Affermare, come sopra menzionato, che il problema principale dei 54 paesi che compongono il Continente è il terrorismo, appare come una commedia che offende la realtà. Semmai, per buona parte dei Paesi, la prima sicurezza è quella alimentare, seguita dall’accesso all’acqua potabile, al lavoro decente, al rispetto della dignità e alla giustizia sociale….’ Il legame tra Italia e Africa è saldo: ci riconosciamo gli uni negli altri perché il destino è comune’, conclude Del Re. Provate a chiedere sull’effettiva solidità di questo legame alle politiche di esternalizzazione delle frontiere europee fino ad Agadez, passando dalla Mauritania, al Marocco, alla Tunisia e alla Libia che, assieme al Niger, si sono adattati a trasformarsi in aziende a cui sub- appaltare il controllo dei migranti ‘irregolari’ dell’amato Continente. Il destino è comune ma fino ad un certo punto, finchè conviene ad una delle parti in causa. Questa si chiama ipocrisia e cioè messa in scena.
Di Maio ricorda il forte impegno dell'Italia nella cooperazione allo sviluppo in Africa, ‘strumento utile a rafforzare la stabilità e la crescita locale che ci consente di agire anche sulle cause della migrazione’. Appunto e come per confermare l’agenda più o meno occulta delle politiche di aiuto italiane ed europee: agire sulle cause della migrazione. Questo implicherebbe un cambiamento radicale di sguardo, di politiche e di azioni conseguenti a ciò che la Del Re, definiva ‘destino comune’. Apparentemente non è ‘comune’ nell’ennesima sanatoria per i migranti ‘invisibili’ che rendono però ‘visibile’ l’economia del Paese, accordata per la durata di sei mesi. Ritornerà poi il reato di clandestinità che obbligherà migliaia di persone a recitare la parte che è stata loro attribuita, braccia utili e persone scomode…’Il Mediterraneo potrà essere fedele alla sua vocazione, storica e geografica, di ponte fra i due continenti’…, ricorda il presidente Mattarella. L’ipocrisia è a questo punto senza confini. I campi di detenzione in Libia, le armi italiane vendute tra l’altro all’Egitto, all’Algeria, al Marocco e Israele, appunto nell’area mediterranea, sono tutto meno che ponti e somigliano semmai a fili spinati nei quali restano impigliati i sogni e le vite di coloro che sperano in un mondo differente. L’anniversario dell’Africa di cui le nostre autorità parlano, si è poi tradotto in una ‘maratona video’ organizzata dalla Farnesina. I… ‘percorsi di cooperazione internazionale promuovendo la pace, la dignità umana e lo sviluppo sostenibile’…, proposti dal messaggio del presidente della repubblica, si realizzeranno il giorno in cui si smetterà di fare spettacolo con la politica. Inizieranno quando cadranno le maschere dalle parole e dagli occhi.
Mauro Armanino, Niamey, maggio 020
Domenica 31 Maggio,2020 Ore: 16:15 |