È morto il papà e lei ha 14 anni. Si ribella e si vergogna d’essere stata battezzata.

Vediamo se riesco a farmi capire.

La realtà mi mostra che il male e la morte esistono, ma perchè devo dare la colpa a Dio? Se ci ha dato un mondo perfetto, allora la colpa è sua. Ma perfetto è solo Dio. Il mondo è questo che abbiamo e non possiamo inventarne un altro. Esistono il bene e il male. La morte non guarda in faccia a nessuno e coglie il giovane e il vecchio, il buono e il cattivo... Non è una scelta concreta di Dio, se mio padre muore e io vivo. La natura ha le sue regole che non sono eterne, ma in continua evoluzione. Se noi sciupiamo l’acqua, se spariamo una pallottola al cuore, se continuiamo a inquinare e via dicendo, perchè non mi prendo la colpa e cerco di porre rimedio?

L’inferno mi porta il pensiero del castigo. Cos’è?

Lo si dá a chi si comporta male e si cerca di fargli capire che deve cambiare sistema di vita. Per questo i genitori e gli educatori castigano. Non per opprimere, ma per guarire.

L’inferno dovrebbe essere un castigo eterno, senza perdono. Non è per educare, è una vendetta che Dio non si può permettere. L’individuo che non vive più in questa terra, non può cambiare, è razionalmente impossibile, quindi è un castigo senza possibilità di cambio.

Il Dio castigatore, io credo che sia morto.

Quando il galileo lascia la tomba vuota e nasce a nuova vita, comincia la resurrezione totale ed eterna. Non castigherà quelli che ha salvato a prezzo di sangue. Non possono più convertirsi, e comunque niente paura, Gesù è risorto e ci porterà con lui a convivere con il Padre e lo Spirito dell’Amore.