Lettera
Premio NOBEL per la Pace

di Gavino Puggioni

Ecce homo! si potrebbe anche dire! Dico si potrebbe, alla luce di questo evento, Il Nobel per la Pace, se non si fosse condizionati da quanto, ancora oggi, l'America è globalmente presente e coinvolta in tutte le guerre in atto.
 
E' da quasi un anno che Obama è presidente ma non è tanto per la sua personalità, da “umile” e “onorato”, per la sua fisicità, per la sua predisposizione al dialogo che l'ha fatto subito eccellere sopra quelli che l'han preceduto, quanto per la sua visione globale (uso una parola che non mi piace) dell'umanità dove lui s'è tuffato, quasi a corpo morto, regalando ai quattro punti cardinali le sue intenzioni di impegno che sanno anche e soprattutto di Umanesimo.
Il Nobel per la Pace? Certo, va bene, anche se è un riconoscimento-regalo reale, per l'oggi offerto per il domani del mondo, speriamo vicino, senza guerre, senza ingiustizie, senza le pastiglie per le bombe atomiche, senza minacce, senza vendette, perchè di guerre siamo stanchi, perchè ne abbiamo letto tutte le tragiche storie, le efferatezze, da quando siamo in vita.
Di guerre siamo stanchi, anzi, possiamo dire che siamo nati stanchi, perchè vogliamo il dialogo,la politica vera che è quella della parola, del rispetto, degli accordi e del comune vivere anche se ognuno a casa propria.
 
Per questo il Nobel per la Pace a Barak Obama è un premio dedicato all'Avvenire, al Futuro di noi tutti, alla Politica del Fare, del Realizzare, non sogni ,ma sacrosanti desideri che la nostra (in!) civiltà ci impone.
 
Di solito i premi, anche i più piccoli, incoraggiano chi li riceve a fare meglio e di più, sfidando i tempi, le mode, le assuefazioni, i così detti contrari che ora si chiamano integralisti, con nessun riferimento alle religioni.
Ed è in questo incoraggiamento che vogliamo credere, per abbattere le mezze-misure, le promesse-sempre-false, per rafforzare veramente gli aiuti ai bambini dell'Africa e dell'altra metà della Terra.
 
Io, noi, tutti dovremmo chiedere pubblicamente ad Obama di continuare a seminare “fiori” e “luci” in questo suo e nostro sentiero che vediamo sempre più scuro e disadorno
 
 
Gavino Puggioni
 
09 ottobre 2009


Luned́ 12 Ottobre,2009 Ore: 17:12