Lettera
Lettera aperta a tutti i Cristiani di C.L.
di Paolo
Mi chiamo Paolo, ho 45 anni e faccio l’insegnante di Chimica. Quello che mi colpì di C.L. fu l’attenzione che veniva riposta in tutti gli aspetti della vita sociale, cosa che, piu’ tardi compresi, era una emanazione evidente del carisma di Don Giussani: cultura, arte, sport, tempo libero, musica, politica, opere caritatevoli, nulla era escluso. Mi colpiva anche il particolare accento con cui veniva proposta la Parola di Dio e la catechesi. Tale approccio, moderno, non clericale o bigotto, in qualche modo simpatico unito ad una particolare attenzione alle esigenze normali e quotidiane dei giovani risultò assai importante per riportare alla Chiesa tanti ragazzi che a partire dalla fine degli anni ’50 avevano iniziato ad allontanarsi dalle Parrocchie come conseguenza di quel materialismo e relativismo consumista e nichilista che ha contraddistinto la seconda parte del Novecento. Infine ci sono persone che piu’ o meno direttamente si interessano della cosa pubblica: un tempo si riunivano nel Movimento Popolare coloro che avevano iniziato ad impegnarsi piu’ attivamente dapprima all’interno della D.C. e poi, con la fine della “Prima Repubblica” e con la deflagrazione della D.C., all’interno dei partiti che ne sono nati, in particolare quelli che si ispiravano ai valori Cristiani.
Non sono uno storico e quindi spero che mi perdonerete la semplificazione.
A questo punto ho finito. Mi chiederete: “Dove sta la critica?” Io ho iniziato a mettere in discussione tali scelte politiche da quando alcuni anni or sono due piu’ due ha iniziato a non fare piu’ quattro. Da un po’ di tempo in Italia si è creata una spaccatura troppo evidente che rasenta ora la falsità piu’ spudorata in coloro che dicono di ispirarsi ai valori Cristiani e poi, non tanto nella loro vita privata che io da peccatore non mi sento di giudicare, ma nella pratica politica quegli ideali calpestano quotidianamente. Faccio un esempio: come può essere compatibile all’interno dello stesso schieramento politico la giusta battaglia ideale sui diritti degli embrioni o contro l’aborto e la pillola del giorno dopo con la promozione di leggi sull’immigrazione che indirettamente favoriscono nell’opinione pubblica la cultura della non accoglienza, la paura del diverso, del clandestino fino alla sua criminalizzazione non per qualcosa che ha fatto ma per quello che è? La conseguenza è la riduzione del livello sociale di percezione dei diritti di questi esseri umani col risultato di far diventare sempre piu’ accettabile alla massa la morte in mare di qualche disgraziato e la mancanza di soccorso. Basterebbe solo confrontare la commozione che produsse l’affondamento nel canale di Otranto di una imbarcazione albanese con piu’ di ottanta persone a bordo nel 1997 con l’insensibilità odierna di fronte a episodi simili. E’ evidente che siamo cambiati e un merito lo si deve senza alcun dubbio anche alla continua caccia all’immigrato che subiamo da anni. Questa è la stessa dinamica che in altre epoche ha prodotto e permesso l’olocausto. Potrei fare tanti esempi ma a pensarci bene ognuno potrebbe far funzionare la propria testina e farne di propri, perché lo scopo non è convincere qualcuno delle mie idee ma denunciare pubblicamente quello che io sento come un abuso. Vorrei concludere con le parole profetiche di Pierpaolo Pasolini, autore caro a Don Giussani.
Da: "La Guinea", Poesia in forma di rosa, in "Bestemmia", volume primo, Garzanti, Milano 1993) Paolo 2 Settembre 2009 P.S. http://www.dongiorgio.it/pagine.php?id=1797&nome=religione Luned́ 12 Ottobre,2009 Ore: 16:25 |