Lettera
Diplomazia
di Miriam Della Croce
Caro direttore, Gesù non era un diplomatico. Il Papa, essendo anche un capo di Stato, è costretto ad essere un diplomatico. La bella parola diplomazia, però, si sposa di sovente con la brutta parola ipocrisia, con la quale fa anche rima; alle volte invece si sposa con un vocabolo ancora peggiore, con il quale non fa rima, terminando esso in "one". Allora, quando non è strettamente necessario ricorrervi, sarebbe opportuno farne a meno, anche se si è capi di Stato. La lettera che Papa Ratzinger ha scritto a Silvio Berlusconi in occasione del G8 a L'Aquila, termina così: "Colgo volentieri l’occasione per esprimerLe nuovamente la mia stima e, assicurando la mia preghiera, Le porgo un deferente e cordiale saluto". Ecco, la preghiera e il deferente saluto erano più che sufficienti. Esprimere stima, infatti, per di più nuovamente, verso una persona che sicuramente il buon papa in cuor suo non apprezza (e come potrebbe?) non era strettamente necessario. Giacché c'è il lieve lievissimo sospetto che il Cavaliere non sia persona integerrima e che non sia un buon esempio per i giovani ( mons. Mariano Crociata ha parlato di libertinaggio), esprimergli la propria stima suona come un'ipocrisia. Cristo qui e ora non lo farebbe mai, neppure se fosse capo di Stato. Posso giurarci.
Miriam Della Croce Giovedì 09 Luglio,2009 Ore: 16:28 |