IN PRINCIPIO ERA IL LOGOS. "IL VANGELO CHE ABBIAMO RICEVUTO" NON E' LA BUONA-NOVELLA!!! PARLIAMO BENE DEL BENE: EVANGELO!!!
GIORNATA DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI. A MILANO, AL CIRCOLO DELLA STAMPA, "MITRA AL CARDINALE": TETTAMANZI "SPARA". Un resoconto di Annalisa Guglielmino
Per fugare un po’ di incertezze l’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi ha presentato «Mitra al cardinale. Piccolo dizionario ecclesialese-italiano» curato da Federica Vernò e pubblicato dal Centro Ambrosiano (64pag. 6 euro).
a cura di Federico La Sala
«Conoscere la Chiesa per comunicarla»Tettamanzi: la necessità di parlare del bene. Direttori a confronto DI ANNALISA GUGLIELMINO (Avvenire, 24.010.2010). Tre direttori di tre grandi quotidiani nazionali e un cardinale. Una sociologa esperta di cultura della comunicazione. E mezzo mondo del giornalismo milanese pigiato nel salone del Circolo della Stampa di corso Venezia. Così Milano ha celebrato il suo San Francesco di Sales, patrono degli operatori dell’informazione: tutti davanti alla domanda: «Come comunicare la Chiesa?». E quanto la Chiesa è «spettacolarizzata», «strumentalizzata » e perfino «banalizzata»? Dalla capitale italiana dell’editoria, e dalla metropoli che tutti i giorni ha motivi per finire in prima pagina o “fare notizia”, l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi ha considerato come «all’origine di tante immagini distorte che della Chiesa appaiono sugli strumenti di comunicazione c’è la mancata conoscenza di cosa essa sia». Al tradizionale dibattito organizzato dalla Curia in collaborazione con l’Ucsi (Unione cattolica della stampa italiana) della Lombardia hanno partecipato i direttori di Corriere della sera, Repubblica e Avvenire. Dopo il saluto dei presidenti dell’Associazione lombarda e dell’Ordine dei giornalisti, Giovanni Negri e Letizia Gonzales, è toccato ai direttori dei giornali sviluppare un’(auto)analisi del rapporto tra media e Chiesa. «La Chiesa è spesso chiamata a svolgere una supplenza d’identità, a volte di tipo civile, e di custodia dei valori - per il direttore del “Corriere”, Ferruccio De Bortoli -. A volte si è mossa come un partito, dopo aver rinunciato all’idea di un partito unico cattolico. Ma il suo ruolo e la sua attenzione nei confronti delle minoranze, la Chiesa come è nel quotidiano, non è mai sottolineato abbastanza ». Puntando il dito contro «il deserto culturale che la Chiesa ha davanti in Italia» il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, la vede come «una minoranza» che «sa di essere parte, ma insieme pretende di essere gruppo di pressione». Una «vulgata » per il direttore di Avvenire, quella di una Chiesa «che parli solo alla politica». Per i cattolici, ha sottolineato Marco Tarquinio, «c’è qualcosa che nessuna maggioranza può negare: il rispetto della vita e della persona». Dove c’è un dolore «lì c’è un cristiano». E la Chiesa continua il suo compito sul territorio, «al di là di tanti titoli sui giornali, spesso troppo allegri». Ai giornalisti Tettamanzi ha indicato «la necessità» di parlare del «bene », di rispettare «la dignità umana », di cercare con la Chiesa - ha aggiunto sulla scorta della relazione della sociologa della Cattolica Chiara Giaccardi - di un «patto comunicativo». D’altronde la Chiesa, ha concluso il cardinale, è quella che il Concilio (ieri citato più volte da tutti gli interlocutori) ha descritto «nello stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà invisibili, fervente nell’azione e dedita alla contemplazione, presente nel mondo e, tuttavia, pellegrina». IL LIBRO E per i giornalisti arriva il dizionario salva-errori Che differenza c’è fra un “canonico” e un “curato”? Chi è il «diacono permanente»? E cos’è una “lectio divina”? Spesso o giornalisti, accostandosi a notizie di ambito ecclesiale, si trovano a dovere usare termini di cui non conoscono bene il significato. A volte perfino confondendoli o usando come sinonimi parole che sinonimi non sono, come “eminenza” o “monsignore”. Per fugare un po’ di incertezze l’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi ha presentato «Mitra al cardinale. Piccolo dizionario ecclesialese-italiano» curato da Federica Vernò e pubblicato dal Centro Ambrosiano (64pag. 6 euro). Un libretto «senza pretese scientifiche», si specifica, in aiuto dei cronisti alle prese con le cose religiose e in particolare con la Chiesa ambrosiana (compaiono infatti la “Veneranda fabbrica del Duomo”, la “Traditio Symboli”, la “Nivola” e il “Cadr”, Centro ambrosiano di documentazioni per le religioni). E naturalmente la “mitra” (o “mitria”) il copricapo a due punte usato dai cardinali, dai vescovi o dagli abati, che nessuno - strizza l’occhio il volume - vorrebbe mai ritrovar chiamata su qualche giornale al maschile, il mitra. (A.G.) * Avvenire, 24.01.2010. SUL TEMA, IN RETE, SI CFR.:
Lunedì 25 Gennaio,2010 Ore: 11:29 |