EDITORIALE de El País, Madrid - 25/01/2010
Colpo alla giustizia
(traduzione dallo spagnolo di José F. Padova)
Per un'ulteriore vicenda la Procura italiana indaga su Berlusconi, il quale prepara nuove leggi “ad hoc”.
Eppure, quanto bisogno ci sarebbe, adesso, di una destra misurata, di buon senso, attenta anche agli interessi collettivi, delle famiglie che boccheggiano, dei pensionati da fame, dei lavoratori senza difese e garanzie. Non per spirito di beneficenza o per generosità, beninteso, sarebbe aspettarsi troppo, ma semplicemente per calcolo. Continuano i problemi di Silvio Berlusconi con la giustizia, dopo che questa settimana il Senato italiano darà luce verde al “processo breve”, una facezia giuridica che mira all’archiviazione delle cause per le quali entro 10 anni non si sia arrivati a sentenza in tribunale. Questo significa che all’incirca 100.000 processi potrebbero cessare senza essere conclusi, e fra essi quelli per i presunti crimini che Berlusconi ha in pendenza davanti alla giustizia italiana. Subito dopo che il Senato deliberò di rimettere alla Camera questa legge la Procura di Milano comunicò di aver pronta l’indagine sulla Mediatrade, il terzo grande caso di corruzione che potrebbe coinvolgere Berlusconi, oltre a suo figlio e ad alcuni dei suoi principali collaboratori. E l’Esecutivo italiano, da parte sua, ha concluso la fase preparatoria di una nuova norma ad hoc a favore del primo ministro, nota come Legge del legittimo impedimento.
L’interminabile attacco di Berlusconi contro la giustizia sembra aver dato origine a un effetto sedativo sulla pubblica opinione, facendo sì che si diffondesse un pericoloso senso di rassegnazione o di fatalismo davanti al lento ma irreparabile naufragio in Italia dello Stato di diritto. A differenza di quanto è accaduto in altri Paesi, che hanno patito scandali di corruzione, in Italia non si tratta del fatto che il governo e il suo primo ministro stanno cercando di sfuggire artatamente all’applicazione della legge; si tratta invece del fatto che costoro stanno abusando del loro potere per alterare la legge, in modo che i loro presunti delitti rimangano impuniti. Non riveste la medesima gravità, né i suoi effetti sono tanto letali per il sistema democratico, che un accusato sfugga a una legge giusta, come invece accade se questi la converte in ingiusta per togliersi di dosso qualsiasi responsabilità [penale]. E questo è esattamente quello che Berlusconi sta facendo in Italia.
Finora la Corte costituzionale italiana è riuscita a contrastare le manovre dell’Esecutivo che cercano di procurare l’impunità a Berlusconi, dichiarando incostituzionale la prima legge ad personam presentata al suo giudizio, la cosiddetta legge Alfano. Tuttavia era quello un periodo nel quale una parte della cittadinanza italiana e una grande maggioranza di quella europea conservava intatta la sua capacità di indignarsi di fronte agli stratagemmi legali del governo Berlusconi. Adesso è proprio questa capacità che sembra mancare, come se il destino dello Stato di diritto in Italia fosse definitivamente segnato. Martedì 26 Gennaio,2010 Ore: 15:33 |