Diritti
Perplessità sulla bozza di risoluzione ONU sulla “diffamazione delle religioni”

A rischio la libertà individuale di espressione


Roma (NEV), 16 dicembre 2009 - La bozza di risoluzione ONU sulla “lotta alla diffamazione delle religioni” non piace agli esperti di libertà religiosa. Per James D. Standish, direttore delle relazioni della Chiesa avventista mondiale con l’ONU, se approvata, creerebbe un preoccupante precedente di restrizione della libertà di espressione religiosa.
Avanzata dall’Organizzazione degli stati islamici (OIC) presso l'ONU, la bozza di risoluzione in materia di “lotta alla diffamazione delle religioni” è stata già approvata lo scorso 12 novembre da una delle commissioni, e sarà prevedibilmente discussa a fine mese dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Essa di fatto capovolge la natura stessa dei diritti umani, perché “protegge” le religioni dalle critiche degli individui piuttosto che, al contrario, proteggere questi ultimi da eventuali dogmi oppressivi.
“La risoluzione stessa non è legalmente vincolante, ma crea il clima per un impegno a promuovere una nuova norma legale internazionale che limita la libertà del linguaggio religioso - ha spiegato Standish -. Non soltanto stabilirebbe un precedente legale per altre nazioni, ma di fatto legittimerebbe anche le politiche di alcune nazioni che cercano già di controllare il linguaggio religioso. Non possiamo permetterci di fare affidamento su questo modello nazionale fallito, come base per la creazione di nuovi standard giuridici internazionali”, ha affermato Standish.
Secondo quanto riferito da “Notizie Avventiste”, il Consiglio dell’International Religious Liberty Association (IRLA), in una dichiarazione ha messo in guardia da leggi tese a controllare il linguaggio religioso perché soggette ad essere applicate arbitrariamente e in modo diseguale, con la conseguenza di violare la libertà individuale di espressione, la quale include il diritto di confrontare e criticare convinzioni e pratiche religiose. Per gli esperti dell'IRLA le norme internazionali sui diritti umani già esistenti sarebbero sufficienti per proteggere i gruppi religiosi dalle dichiarazioni che si traducono in discriminazioni o violenza.


Giovedì 17 Dicembre,2009 Ore: 15:14