III DOMENICA AVVENTO – 15 dicembre 2013 - Commento al Vangelo
SEI TU COLUI CHE DEVE VENIRE O DOBBIAMO ASPETTARE UN ALTRO?
di p. José Maria CASTILLO
Mt 11,2-11
[In quel tempo,] Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». 1. Giovanni Battista è stato un profeta di grandi generosità, di rinunce, di denunce, con la logica intolleranza che tutto ciò suppone e porta con sé. Il Battista è vissuto nella solitudine del deserto, tra fiere e pericoli, nella dura ascetica degli uomini più integri. Inoltre, è stato un uomo libero, che ha denunciato i peccati dei farisei e dei scribi, dei militari e di quelli che collaboravano con Roma mediante la riscossione delle imposte (i pubblicani). Giovanni ha denunciato gli scandali del re Erode. Per tutto questo ha dato la sua vita. Non abbiamo bisogno soprattutto oggi di uomini di questo stile di vita e di questa specie?
2. Ebbene, per quanto strano possa sembrare, se questo racconto di Matteo è certo, è un fatto che Giovanni Battista non si è accorto che la sua enorme generosità non migliora il mondo. Per questo Giovanni è rimasto sconcertato quando si è reso conto di quello che faceva Gesù.
Ecco perché inviò due discepoli a chiedergli se era quello che doveva venire o che bisognava aspettarne un altro. La vita di Gesù disorientò Giovanni. Fino a restare disorientato.
3. Giovanni continuava a credere nella religione di sempre. Ed in questo vedeva la soluzione di tutti i mali. Gesù ha visto le cose in altro modo. Gesù ha capito che credere in Dio è credere nell’uomo. E quindi avvicinarsi a Dio è avvicinarsi all’essere umano, ad ogni essere umano, soprattutto a chi soffre. E tutto ciò con una sola finalità: questo mondo non si migliora solo con sacrifici, con ascesi e denunce. Oltre a ciò, la cosa decisiva per migliorare questo mondo è la bontà. La bontà con tutti. E la bontà sempre. In questo sta il nodo della religiosità di Gesù.
Traduzione di Lorenzo TOMMASELLI da:
- JOSE’ MARIA CASTILLO, La religión de Jesús. Comentario al Evangelio diario, CICLO A (2013-2014), Desclée De Brouwer, 2013, pp. 33-34. Lunedì 09 Dicembre,2013 Ore: 17:32 |