17 gennaio
IL BANCHETTO NUZIALE DEI POPOLI

di p. Ottavio Raimondi

Gioirà lo sposo per la sposa (I lettura: Is 62,1-5)
L’unico Spirito distribuisce a ciascuno come vuole (II lettura: 1 Cor 12,4-11)
A Cana di Galilea fu l’inizio dei segni (III lettura: Gv 2,1-12)
 
Non hanno vino.
 
Gesù inizia la sua attività non nel quartiere generale della Legge, non nel centro del mondo religioso d’Israele, ma in luoghi oscuri e marginali: nascosto, silenzioso eppure invitato...invitato a nozze. Il primo miracolo riportato da Giovanni è quello fatto a Cana. Gesù comincia e finisce con un momento importante di festa e convivialità: nozze di Cana e cenacolo per l’ultima cena.
Maria si accorge che manca il vino ed è l’unica che prende l’iniziativa. Maria si guarda attorno, legge la realtà che la circonda e si accorge della necessità, 
Saper guardare attorno a noi, sia a ciò che ci è vicino, sia a ciò che riguarda le dinamiche mondiali diventa uno dei passi indispensabili per permettere alla vita di vincere. Il non rendersi conto preclude questa possibilità. Maria annuncia il fatto della mancanza di vino in modo semplice e diretto.
C’è bisogno di “Marie” disponibili a uscire dall’anonimato della folla degli invitati. Marie che ci aiutino a prestare attenzione al mondo e all’umanità dove manca il “vino” della gioia, della festa, della convivialità.
 
Donna, che vuoi da me?
 
La risposta di Gesù è dura nei confronti della madre, però Maria non si scoraggia, non rinuncia, e continua sulla sua strada che la porterà fin sotto la croce e sentirsi ridire ancora: “donna…” per essere madre dell’umanità. Molte volte mi è capitato di constatare che la capacità di soffrire, la perseveranza è “donna”. Fare il bene spesso è difficile , non c’è gratificazione immediata, anzi ci sono ostacoli e insuccessi. Come reagisco? Dove e come trovo la forza di continuare? Quali sono le motivazioni che mi fanno andare avanti? Domande particolarmente significative oggi: Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, Giornata Mondiale del dialogo ebraico cristiano, vigilia dell’inizio della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
Gesù è venuto a stringere una nuova alleanza con l’umanità ed è lui che dà il vino nuovo, lui stesso è il vino nuovo! Possiamo dire di più: Gesù è lo sposo!
 
Qualsiasi cosa vi dica fatela.
 
Se la fede di Maria è chiara dobbiamo riconoscere che anche i servi si sono fidati dell’invito fatto da Maria (fate quello che vi dirà…) e delle parole di Gesù (riempite…).
Le giare contenevano circa 80/100 litri l’una; quindi il vino che Gesù ha donato è in abbondanza, (anche nella moltiplicazione dei pani ci saranno ceste di avanzi…).
Gesù non fa le cose a metà, non ci dà solo un po’ di vita per accontentarci, vuole che abbiamo vita, gioia in abbondanza. Per tutti è la partecipazione al banchetto della vita, della festa.
Ma Gesù vuole anche che tutti abbiano accesso alle risorse, alla conoscenza, alla partecipazione nelle decisioni politiche, alla dignità personale e di popolo. Sono troppi gli esclusi, quelli che non hanno accesso al banchetto, costretti a sopravvivere invece d’essere invitati a vivere; lasciati fuori dalla porta, oppure sfruttati per garantire il benessere di un piccolo gruppo.
Denunciare, annunciare e condividere diventano allora esigenze inderogabili!!
La mia vita la vivo in abbondanza se la dono in abbondanza.
 
p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano 348-2991393 oraimondo@emi.it
 


Luned́ 11 Gennaio,2010 Ore: 10:52