1° novembre 2009
FESTA DI OGNISSANTI

LA CARTA D’IDENTITÀ DI GESÙ

di p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano

La santità è camminare seguendo l’Agnello; la sua meta è incontrarci intorno al Dio tre volte santo. (I lettura: Ap. 7,2-4.9-14)
I santi della terra vivono fissando la loro speranza in Cristo. (II lettura: 1Gv 3,1-3)
Lo spirito delle beatitudini è lo spirito di Gesù mite, povero, misericordioso, operatore di pace. (III lettura: Mt 5,1-12a)
Gesù salì sul monte: si pose a sedere e gli si avvicinarono i suoi discepoli
 
Cosa avranno pensato quelle persone? Cosa avranno capito? Cosa si saranno dette vedendo quell’uomo salire sulla collina e sedersi insieme al gruppetto dei suoi amici? Cosa significa quel mettersi a distanza, quello stare più in alto? Lo sguardo di quell’uomo dai piedi ruvidi e stanchi si carica di compassione e chiama quel popolo di diseredati e di emarginati “Felici e Beati”. I volti di quella folla si illuminano: è proprio la loro condizione di poveri, di piccoli che li fa essere finalmente protagonisti di una storia nuova. Non sono beati perché “temono Dio”, non sono beati “perché rispettano le prescrizioni della legge”. Sono beati per quello che sono. Finalmente qualcuno “dice bene” di loro e di quello che sono.
 
Beati i poveri in spirito… beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno...
 
Gli esclusi della storia, gli emarginati dell’umanità, gli uomini dei bassifondi, i sempiterni poveri del mondo sono beati e felici, considerati, voluti, cercati: voi siete re e sovrani delle vostre scelte, la vita di Dio e del mondo è anche vostra, vi appartiene…
Le beatitudini non predicano rassegnazione, ma una speranza: le situazioni difficili non hanno l’ultima parola, non ci chiudono nel nostro presente di miseria, ma ci aprono un futuro che incide profondamente sull’oggi.
 
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
 
Le beatitudini sono carezze per quell’80% dell’umanità che vive di briciole e fatica; sono  schiaffi per chi pensava e pensa si usare religione e potere per accrescere la propria potenza e ricchezza;. La debolezza, la miseria, l’afflizione, la fame e la sete di giustizia sono la fionda di Davide che sconfigge il gigante Golia.
Lasciamoci disturbare dalle parole forti e intransigenti di Gesù: diventeremo comunità resistenti, impegnate a fare incontrare cielo e terra.
La storia dell’umanità è storia di sofferenza, scriveva il teologo Johann Metz.
I libri di storia narrano di vittorie e di conquiste e tralasciano la terribile sofferenza umana che le ha accompagnate.
La storia della rivoluzione industriale è la storia non scritta del dolore e della povertà degli operai nelle fabbriche e nelle miniere. La storia che stiamo vivendo è la storia di miliardi di persone emarginate o rinchiuse nelle baraccopoli.
Mi piace pensare che il popolo di diseredati e di disgraziati seduti ai piedi di quella “montagna” si sia alzato e abbia ripreso a camminare, felice di sentirsi coinvolto.
La vita della chiesa missionaria è la proclamazione quotidiana di questa fede grazie alla quale le beatitudini, carta d’identità di Gesù, sono la nostra carta d’identità.
p. Ottavio Raimondo, missionario comboniano 348-2991393 oraimondo@emi.it
 


Lunedì 26 Ottobre,2009 Ore: 14:52