XXV TEMPO ORDINARIO – 20 settembre 2009
IL FIGLIO DELL’UOMO VIENE CONSEGNATO …

SE UNO VUOLE ESSERE IL PRIMO, SIA IL SERVITORE DI TUTTI


- Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM


Mc   9, 30-37
[In quel tempo] Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio delluomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia lultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Tutti i brani del Vangelo di Marco che stiamo esaminando in queste domeniche sembrano avere un dato in comune: la difficoltà di Gesù con i suoi discepoli. Non ne vogliono sapere di comprendere chi egli sia e quale sia il suo programma.
Anche questa volta leggiamo il Vangelo e vediamo che Gesù attraversa la Galilea e sta dando un prezioso insegnamento. Il Figlio delluomoFiglio delluomo è unespressione che indica luomo che raggiunge la sua pienezza ed entra nella condizione divina; Gesùè il Figlio di Dio in quanto rappresenta Dio nella sua condizione umana, ed è il Figlio delluomo in quanto raffigura luomo nella sua condizione divina . Quindi il Figlio delluomo è luomo che ha la condizione divina.
Il Figlio delluomo viene consegnato nelle mani degli uomini. Ecco c’è unopposizione tra il Figlio delluomo, colui che ha la pienezza, e gli uomini, quelli che non aspirano a questa pienezza. E sono questi che lo rifiutano, lo uccidono, ma, una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà”.
Quindi è un insegnamento serio, un insegnamento drammatico, ed è un insegnamento chiaro. Gesù non sta parlando in parabole. Però, scrive levangelista, Essi non capivano queste parole.
Abbiamo visto già nellepisodio della guarigione del sordo, che non si tratta di problemi fisici, ma di problemi interiori - non c’è peggior sordo di chi non vuol capire. Lideologia nazionalista, il loro ideale di successo è tale che impedisce loro di comprendere le parole molto chiare di Gesù.
Ma avevano timore a interrogarlo, perché hanno paura che Gesù confermi quello che loro hanno capito, quindi è vero, capivano ma non accettavano. Quindi non è che non capivano, non accettavano quello che Gesù diceva.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa - quindi la casa palestinese - Gesù li interrogò. Loro non vogliono interrogare ed è Gesù che interroga loro, e chiese loro: «Di che cosa stavate discorrendo per la strada?». Ecco, questa indicazione per la strada (èv xf| òò&) è sintomatica, per la stradaè il luogo della semina infruttuosa. Per la strada il seme viene gettato per terra, ma vengono gli uccelli e subito lo raccolgono. E Gesù, spiegando queste immagini, diceva che era il Satana che rendeva inutile la parola. Limmagine del Satana in questo Vangelo è limmagine del potere, del successo.
Ed essi tacevano. Tacciono perché hanno il senso di colpa perché sanno che hanno fatto qualcosa che Gesù non approva. Per la strada infatti avevano discusso - Gesù ha chiesto di cosa stessero discorrendo, invece loro hanno discusso, quindi un discorso animato - tra loro chi fosse più grande, il più importante.
E questo il tarlo che rode i discepoli, lidea di grandezza, lambizione di essere uno il più importante degli altri.
Sedutosi, quindi Gesù si siede (KaGioaq) nella posizione di colui che insegna, chiamò i Dodici. Estrano, è una casa, una casa palestinese, non è molto grande, perché Gesù deve chiamare? Levangelista avrebbe dovuto scrivere: Gesù disse …’, invece Gesù li deve chiamare. Perché? I Dodici lo seguono, ma non lo accompagnano, non gli sono vicini interiormente. Gli sono vicini fisicamente, ma la loro mentalità è lontana.
Gesùè il Dio che per amore si mette a servizio degli uomini. Gesù ha detto che il Figlio delluomo non é venuto per essere servito, ma per servire, loro invece pensano soltanto a comandare. Ecco perché li deve chiamare i Dodici, perché sono lontani.
E disse loro - loro hanno discusso chi vuol essere il più grande e Gesù non accetta, ma accetta che nella comunità ci sia il primo. Il primo significa il più vicino a lui - se uno vuole essere il primo, sia lultimo di tutti e il servitore di tutti. Quindi nella comunità non idee di grandezza, non c’è nessuna persona più importante, più grande, ma sì ci sono persone più vicine a Gesù. Quali sono? Quelle che si mettono a servizio di tutti. Quelli che, liberamente e volontariamente, mettono la loro vita a servizio degli altri.
Mentre i Dodici li ha dovuti chiamare, Gesù, preso un ragazzino - èlindividuo che sta accanto a lui, ci si chiede cosa facesse questo ragazzino in questa casa con i discepoli. Il termine adoperato dallevangelista (7l<Xl8lov) indica un individuo che, per età e per ruolo nella societàè il meno importante di tutti; potremmo tradurre con il termine garzone.
Questo garzone, questo ragazzino, è limmagine del vero seguace di Gesù, di quello che s’è fatto ultimo, fra tutti.
Lo pose in mezzo. In mezzo è il posto di Gesù, ebbene al posto di Gesù, il Signore mette questo individuo che si mette a servizio degli altri. Abbracciandolo, Gesù si identifica con costui, Gesù si identifica con lultimo della società.
E disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi ragazzini, di questi garzoni, quindi non si tratta di bambini o di ragazzini qualunque, ma di questi, cioè limmagine del discepolo che veramente si mette a servizio degli altri; nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato.
Gesù garantisce che dove c’è un individuo che per amore, liberamente e volontariamente, si mette a servizio degli altri, in questo individuo si manifesta la presenza di Gesù e la presenza di Gesù porta quella di Dio stesso.
Luomo che si mette a servizio è lunico vero santuario dal quale si irradia lamore di Dio.


Domenica 20 Settembre,2009 Ore: 17:51