Riflessione - Piazza Fontana 40 anni dopo
Cancellare la storia
di Luciano Martocchia
La rievocazione tenutasi a Pescara il 12 dicembre 2009 all’auditorium De Cecco sul quarantennale della strage di piazza Fontana alla Banca Nazionale dell’Agricoltura del 12 dicembre 1969 e organizzata dall’Associazione Alessandrini alla presenza di Agnese, figlia di Aldo Moro, è scivolata , come altre del genere organizzate dallo stesso, in una piatta, retorica, omissiva rievocazione.
Sì omissiva: non si può parlare infatti di disinformazione o rievocazione mendace, ma semplicemente di una rievocazione mancante di parti di verità.
E’ stato omesso di ricordare come , immediatamente dopo la strage, si sia voluto puntare il dito accusatorio contro gli anarchici, di come morì Pinelli, dando una versione di comodo e assolutoria per come cadde dalla finestra della Questura di Milano la sera del 15 dicembre 1969 trattenuto indebitamente subito dopo la strage e di Pietro Valpreda arrestato ingiustamente quale autore materiale della strage scontando da innocente il carcere fino al 1972.
Guarda caso questo tipo di rievocazioni vengono condotte in assenza di qualsiasi dibattito fra il pubblico, tanto è il timore che serpeggia tra gli organizzatori che si possano inficiare pacchetti abilmente preconfezionati da dare in pasto alla pubblica opinione.
Se le commemorazioni di Luigi Calabresi e Emilio Alessandrini debbono passare attraverso una comoda disinformazione omissiva attraverso melense rievocazioni in cui vengono invitate le usuali autorità , allora sta a significare che lo scopo di questi eventi è solo di facciata.
Persino chi si fregia di titoli accademici di storico come Giuseppe De Lutis, fra i relatori, non riesce a sottrarsi all’appiattimento generale e all’omologazione e ad omogeneizzare in un unico calderone vittime e carnefici, con il pretesto dell’oblio rappacificatore.
Per dare il senso della disinformazione ormai dilagante vorrei ricordare che l’altra settimana a Roseto degli Abruzzi in un dibattito analogo organizzato dal Circolo culturale Chaikana è stata invitata l’altra figlia di Aldo Moro, Maria Fida, e fu proiettato il film, “Moro la verità nascosta” alla presenza di regista Carlo Infanti.
Di verità questo film ha ben poco perché omessi i riferimenti alle minacce subite da Aldo Moro da parte del segretario di Stato USA, Henry Kissinger, per via dell’avvicinamento dello statista verso il PCI, la scomparsa del memoriale delle brigate Rosse in via monte Nevoso a Milano ritrovato dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, mentre è enfatizzato quale misterioso burattinaio il ruolo di Romano Prodi per via della finta seduta spiritica in cui s’indicò Via Gradoli (scambiata per il comune di Gradoli ) a Roma quale luogo dove Moro effettivamente venne tenuto prigioniero, notizia trapelata per molti ma non per le forze dell’ordine che non ricevettero mai l’ordine d’intervenire e liberare lo statista, in cui, nello stesso film, viene esaltata come positiva la figura di Mario Scaramella consulente di Berlusconi e autore della bufala Mitrokhin che doveva dimostrare il coinvolgimento di Prodi & C. con il sovietico KGB , per non parlar del ruolo riabilitante assegnato a Gladio , l’organizzazione segreta fascista anni 50/60 con a capo esponenti come Francesco Cossiga .
Luciano Martocchia Domenica 13 Dicembre,2009 Ore: 17:38 |