PARLANDO DI ETICA
di Minny Cavallone
Riproduciamo l'Editoriale di Novembre 2009 della rivista Tempi di Fraternità di Torino. Ringraziamo la redazione per avercelo messo a disposizione. Per info: www.tempidifraternita.it “Abbiamo introdotto una novità nella politica italiana: si chiama la moralità” (Silvio Berlusconi - Milano 27/9/2009 - Festa nazionale Pdl)
Parlando di etica si è soliti pensare fondamentalmente a due aspetti che si posso no riassumere così: etica pubblica e privata. Si distingue cioè la vita sociale e la vita quotidiana di ognuno di noi. In questo periodo in Italia si è parlato molto soprattutto di quella pubblica, alla luce di un Governo e di tanti politici che si presentano come moralizzatori e talvolta anche come moralisti, mentre invece con il loro comportamento e con il loro modo di parlare, rivendicano e calpestano completamente in maniera brutale sia l’avversario che l’etica. Arrivando persino - cosa ancor più grave - a calpestare la legge! Eppure si dice che la legge è uguale per tutti, come sta scritto nei tribunali italiani. Ma sempre più spesso, nella sua applicazione, non lo è, anche e soprattutto per i molti condizionamenti che subisce chi dovrebbe farla rispettare.
Per esempio chi è fortemente svantaggiato lo è anche davanti all’applicazione della legge. Però ciò che si è accentuato in questi tempi - e il Lodo Alfano ne era un evidente esempio - è quel voler sancire “per legge” la differenza di fronte all’applicazione delle normative: e quindi ci ritroviamo ad avere i cosiddetti “potenti” che guarda caso hanno anche più denaro ed i migliori team di avvocati. Mentre c’è addirittura chi esagera e che vuole essere totalmente immune da processi, leggi e sentenze. Vedi proprio il famigerato Lodo Alfano che, per il momento e fortunatamente, è stato bocciato come sappiamo dalla Corte Costituzionale italiana. C’è anche però da dire che il problema non è solo italiano, e che comunque rimane aperto. Irrisolto.
Non solo Lodo e Lodi… ma pulizia etica!
Esistono poi gli appalti truccati e, purtroppo, qui la malavita organizzata la fa da padrone: questo grave fenomeno è più presente e diffuso in certi settori piuttosto che in altri. Il sistema affaristico degli appalti lo troviamo diffuso anche nei vari strati di persone insospettabili della nostra società. Questo sistema poi va ad intaccare pesantemente la sfera politica. Ecco dunque dire da più parti che c’è un bisogno urgente di etica, di pulizia, sollevando quella che comunemente viene definita “questione morale”.
Fortunatamente molte persone fanno dell’etica, dei comportamenti corretti, una bandiera, diventa per loro un modus vivendi non strumentale e opportunistico. Per molti - tra cui noi che scriviamo - è stata significativa ad esempio la manifestazione dell’ottobre scorso in difesa della libertà di stampa e di informazione, un aspetto importantissimo a nostro avviso dell’etica sociale. E poi quella manifestazione, meno conosciuta e meno pubblicizzata, delle Agende Rosse svolta nel settembre scorso a Roma, promossa soprattutto dei parenti delle vittime della mafia e dal fratello del giudice Paolo Borsellino: il richiamo era proprio quell’Agenda Rossa che il giudice Borsellino aveva e che è stata fatta sparire dopo l’attentato in via D’Amelio a Palermo. E, siccome pare contenesse importanti nominativi che dimostravano vari coinvolgimenti di persone dello Stato e di politici in rapporto con la mafia, è quasi certo che a farla sparire sia addirittura qualcuno di qualche apparato dello Stato.
Anche da quella manifestazione si evinceva facilmente, per le molte persone che vi hanno preso parte, un bisogno di etica e di verità profonde, non negoziabili.
L’etica dal “macro” al “micro” E viceversa
Parlando invece del nostro privato, cioè di ciò che ciascuno di noi può fare e deve fare, qui vengono coinvolti sia i rapporti familiari che amicali, oltre a quelli di lavoro e di comuni cittadini. È chiaro che si tratta di un frangente più delicato e personale. Tuttavia la maggior parte di noi si sforza e decide di avere un’etica da seguire.
E qui i livelli possono essere molti. C’è chi pensa che, come semplice cittadino, basti comportarsi bene e che non sia importante preoccuparsi della sfera più sociale. Si passa dai comportamenti più semplici come quello di non rubare o non imbrogliare, a quelli dei cittadini più consapevoli che allargano il discorso ad esempio ad un comportamento più corretto verso l’ambiente, verso il consumo, anche a costo di cambiare il proprio stile di vita: si cerca di consumare meno e meglio, rispettando la natura.
Magari si spreca meno acqua, si evita di inquinare e si cerca anche di non incrementare il gas serra magari non usando l’auto ma i mezzi pubblici o la bicicletta. E queste persone fanno sicuramente bene a comportarsi così. Ci pare però che questo non sia sufficiente.
In una riunione di qualche tempo fa, Fran-cuccio Gesualdi del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, ci ricordava di non dimenticare la sfera più politica, il cosiddetto “macrolivello”. Perché, anche se migliaia di persone si comportassero bene dal punto di vista ambientale, basterebbe ad esempio una centrale nucleare o a carbone in quella zona per rovinare tutto il loro impegno per non inquinare. Un suo personale punto di vista non facilmente accettato da tanti della rete di piccoli gruppi di questo Centro. Non perché non lo ritenessero giusto: non lo ritenevano praticabile. Dicevano cioè: “Siamo troppo piccoli, troppo deboli e a quel livello non possiamo incidere!”.
Io credo invece che le reti, anche informali, che si stanno formando e crescendo su problematiche specifiche, come quelle del Centro di Gesualdi, debbano porsi anche ad un livello più alto e più difficile. Un esempio interessante: il Forum di Sbilanciamoci svoltosi nel settembre scorso non si poneva il problema dell’etica individuale, ma della sfera economica, cioè per una economia più etica e sostenibile sia sul piano ambientale che sul piano sociale. Ecco dunque l’elaborazione di tante proposte di carattere macropolitico che non sono certo un “libro dei sogni”: sono praticabili e ragionevoli solo se si cambia un po’ il punto di vista, la direzione in cui si cammina e le idee dominanti.
L’etica e la donna
Purtroppo viviamo in quest’epoca dove a molte donne manca un senso forte della propria dignità: essa passa in secondo piano perché magari prevale la voglia di avere successo, di guadagnare, c’è una voglia di apparire e di essere immagine arrivando addirittura a vendere se stesse per raggiungere questi obiettivi. Ciò è esattamente il contrario non solo di quella che poteva essere una morale tradizionale, ma anche di tutto ciò che è il femminismo ed il cammino che le donne hanno fatto in un passato più o meno recente. Ci vorrebbe più rispetto della propria dignità femminile.
I segni di speranza
Non si vedono facilmente i segni di speranza. A livello personale esistono tante cose positive ma non si vedono: siamo di fronte alla famosa situazione dell’albero che cresce e che non fa rumore mentre l’albero che cade di rumore ne fa assai.
È dunque necessario guardarsi attorno con attenzione: troviamo tante persone che non solo personalmente hanno un comportamento corretto, ma che lavorano a tanti livelli per dimostrare che non solo è possibile ma dà piacere vivere cercando di praticare valori positivi. Alcuni esempi riguardano il volontariato, i gruppi di acquisto solidale, le adozioni a distanza… Ma ciò è possibile in tanti altri settori ed anche nel proprio lavoro, nella scuola... Anche il coraggio dimostrato da molti giornalisti, magistrati, cittadini che continuano, nonostante tutto, a fare il proprio dovere, sono segni di speranza: resistere, seminare, fare rete, dare voce a chi non ha voce è ancora possibile e più che mai urgente. Giovedì 05 Novembre,2009 Ore: 16:05 |