Perché i media hanno difficoltà ad usare la grammatica italiana nel caso dei nuovi ruoli femminili?
di Michele Zarrella
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la colonnella dei carabinieri Loriana Armellini, la direttrice generale del CERN di Ginevra Fabiola Giannotti,
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la cancelliera Angela Merkel, la presidente della BCE Christine Lagarde, la virologa Ilaria Capua, la Premio Nobel Rita Levi-Montalcini, la presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia ecc.
Il sistema patriarcale, tenacemente, non vuole cedere alla parità tra uomo e donna. E se la verità si nasconde nei dettagli quelli della lingua sono chiarissimi. Il maschio deve tenere il potere, la gestione della cosa pubblica, l’autorità morale, il controllo economico e della proprietà. A volte, però, sono le stesse donne che usano il genere maschile quando pronunciano la loro professione. Ma non certo l’architetta Francesca Perani che è riuscita ad ottenere dall’Ordine degli architetti di Bergamo il timbro al femminile.
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Raffaello Fornaciari nella GRAMMATICA ITALIANA del 1876 scrive così: “I nomi di persona sono di genere maschile o femminile secondo il diverso sesso delle persone …” E lo spiega dettagliatamente: “Le terminazioni dei nomi di condizione e di professione se sono “o” diventano “a” come servo serva, i nomi in “ante”, “ente” non cambiano per esempio garante, parente e così via.”
Ma senza scomodare i grandi linguisti basta prendere una buona grammatica e leggere la parte relativa alla morfologia nominale. È il minimo che debba fare una buona giornalista o un buon giornalista, una buona relatrice o un buon relatore, una buona webmaster o un buon webmaster.
Sergio Zavoli diceva: “Rispettate le parole. Tutto quello che dite ha una responsabilità enorme.” Alcuni esempi:
Non cambiano nemmeno i nomi che terminano in “a”, “ista”, “iatra” o in “e”. Esempi:
I nomi maschili che terminano in “tore” cambiano al femminile in “trice”. Esempi:
Nel 1960 Bruno Migliorini, autore di STORIA DELLA LINGUA ITALIANA dice: “Si formano molti nuovi sostantivi femminili ora che le donne si dedicano più frequentemente di prima agli studi e alle professioni prima riserbate agli uomini.”
![]() Immagini tratta da Internet – Liliana Lamorgese ministra dell’Interno
Onore a tutte le donne. Pronunciare o scrivere correttamente le parole “nuove” è una forma di rispetto per la grammatica italiana ma soprattutto per le donne e una constatazione costante – anche per chi ancora non se ne fa capace – della parità fra donne e uomini.
Michele Zarrella
Presidente di Astronomia Moderna
Mercoledì 05 Agosto,2020 Ore: 18:26 |