Editoriale
Buon Anno, Issah!

di Padre Giorgio, Caserta

(anche se mi trema la voce nel farti gli auguri…
che Anno può mai essere il tuo, nelle condizioni in cui ti ritrovi a vivere?…)
Buon Anno lo stesso, fratello mio!
Faccio gli auguri a te perché è appena passato Natale e tu porti lo stesso nome di…Gesù;
Faccio gli auguri a te perché conosco tanti amici che hanno il tuo stesso nome, e così scrivendoti è come se facessi gli auguri a tutto il popolo migrante che ormai è la mia grande famiglia;
A te Issah, dal Senegal, che hai tentato di rinnovare il soggiorno ed ora ti ritrovi con la tegola che convertire da lavoro autonomo a lavoro subordinato per loro non si può fare: siccome hai un precedente per Dvd contraffatti, non ti credono e ti toglieranno il Soggiorno…
A te Issah, dalla Costa d’Avorio, che hai trovato a settembre una brava famiglia, che ha fatto la domanda per regolarizzarti come lavoratore domestico e forse ce la farai… a te che da tre anni ormai lavori in provincia in un grande autolavaggio dove nessuno è in regola e nemmeno quando avrai il soggiorno potrai fare un contratto vero per il lavoro che fai;
A te Issah, dal Burkina Faso, soprattutto a te fratello mio, che fino a ieri eri a Rosarno e ne sei fuggito con il dramma nel cuore…a te che hai il sorriso più coinvolgente che abbia mai visto e che invece stasera avevi gli occhi impauriti e la faccia sconvolta.
Buon anno, Issah!  
Ti faccio gli auguri con uno stato d’animo triste e confuso, e pieno di …rabbia; sì anche di rabbia.
Chissà cos’hai pensato in questi giorni: come pacco-regalo per Natale il mio paese ti ha fatto avere sotto l’albero…il Pacchetto Sicurezza!? e in queste ultime settimane ci siamo tanto dati da fare per prendere le difese del ‘bianco’ Natale, una festa della ‘tradizione’ cristiana…e non ci siamo accorti di aver tradito il cuore di quell’evento: l’accoglienza.
Anche tu Issah, come Gesù, stessa sorte: straniero, clandestino, escluso!
Mentre ti faccio gli auguri cerco di sfogare un po’ della mia rabbia con te.
Sembra che tutto vada per il verso sbagliato, anche qui nella nostra città e nella nostra provincia:
la Prefettura continua a rimanere distante, insensibile alle tue richieste, allo sblocco di alcune pratiche che avrebbero bisogno solo di un po’ più di coraggio da parte del Prefetto;
la Questura è diventata inflessibile, autoreferenziale, il cammino di collaborazione di tante associazioni sembra sfumato, le promesse non vengono mantenute, gli appuntamenti vengono disattesi, le date dei rilasci dei soggiorni non vengono rispettate…dopo un anno che attendi il tuo permesso di soggiorno ti dicono che è ancora sepolto in archivio…non c’è personale; non c’è personale? ma si sono resi conto che Caserta è la settima provincia per numero di domande di regolarizzazione a settembre? che è un territorio straordinariamente complesso? e hanno pure la pretesa di chiederti di denunciare colui che ti affitta a suon di monete un piccolo locale dove sopravvivi insieme ai tuoi fratelli;
nella Commissione Territorialedi per le domande di Asilo Politico…ci sono autorevoli presenze, anche di organizzazioni internazionali, che dopo aver giustamente denunciato l’orrenda decisione dei Respingimenti, loro stessi respingono tanti fratelli e sorelle, come te, che fanno domanda di Asilo politico: non concedono alcuna protezione umanitaria…eppure dovrebbero sapere i drammi che hai passato attraverso il deserto, e poi per la Libia e poi nel mare; e poi lo sfruttamento che sei costretto a subire a Castelvolturno o a San Nicola Varco o a Rosarno…come si può respingere la tua richiesta di protezione, come si può? Ecco perché la malavita, i caporali di turno, si sentono così forti contro di te: perché chi dovrebbe essere dalla tua parte, dalla tua parte non è!
Come sarà questo nuovo anno, caro fratello Issah?
Mi auguro che sia un Anno… Nero! come la tua pelle, come la pelle del tuo popolo, il popolo che ha dato i natali all’umanità.
Mi auguro che sia un Anno…contaminato! contaminato dal coraggio dell’incontro tra diversi: quando il nero e il bianco si uniscono nella carne è il colore della terra a formarsi: solo quando decidiamo di scommettere sulla relazione fiduciosa con l’altro, rimaniamo fedeli alla terra.
Io amo l’umanità che sa contaminarsi nelle sue diversità
Caro fratello Issah, aiutami a non perdere la fiducia; aiutami a continuare a lottare con te.
padre Giorgio, Caserta
 


Marted́ 12 Gennaio,2010 Ore: 10:59