Laicità.
Le associazioni laiche italiane scrivono alle istituzioni europee sul crocifisso

di Agenzia NEV del 12-02-2010

Una sentenza che tutela i diritti di milioni di cittadini italiani ed europei


Roma (NEV), 10 febbraio 2010 - La sentenza della Corte europea dei diritti umani contraria all'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche è un'importante pagina per la tutela dei diritti di milioni di cittadini italiani ed europei. È questa la convinzione che ha spinto il Coordinamento nazionale delle Consulte per la laicità delle istituzioni a scrivere una lettera aperta ai membri del Consiglio d'Europa, ai deputati del Parlamento europeo e alla Corte europea per i diritti umani, per far sentire chiaramente le voci di italiani favorevoli al pronunciamento della Corte. Mentre alcuni eurodeputati italiani, tanto del centrodestra quanto del centrosinistra, hanno presentato una dichiarazione nella quale chiedono che venga riconosciuto “il pieno diritto di tutti gli Stati membro ad esporre anche simboli religiosi all'interno di luoghi pubblici”, la lettera del Coordinamento delle Consulte denuncia come l'Italia “soffra sempre più l’influenza politica delle gerarchie della Chiesa cattolica” le cui gerarchie “chiedono sempre maggiori privilegi e insistono per imporre le proprie visioni ai non cattolici ed ai non credenti”. Richieste che vedono la maggior parte dei leader politici “proni nell’accettarle senza riguardo per i diritti e le libertà, le vite e le storie personali, il credo e le scelte di milioni di donne e uomini”.
La lettera, pur partendo dall'iniziativa di associazioni laiche, è stata sottoscritta anche da esponenti di chiese e associazioni religiose, tra cui la pastora Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese, Nicola Pantaleo, presidente dell'Associazione “31 ottobre per una scuola laica e pluralista”, Ilaria Valenzi, segretaria della Federazione giovanile evangelica italiana (FGEI). Per questo la lettera può affermare: “Alcuni di noi sono credenti e tutti noi rispettiamo i credenti, ma non possiamo accettare che una religione, neppure la più influente, sia imposta a tutti e tutte”. Piuttosto, concludono i firmatari, “il principio di libertà religiosa e di laicità è parte della nostra storia come cittadini italiani e come cittadini europei. Faremo del nostro meglio per tenere i nostri passi sulla via della libertà, della democrazia dell’eguale dignità sociale per tutti e tutte, con l’aiuto di tutti i cittadini europei”.


Venerd́ 12 Febbraio,2010 Ore: 17:08