Presentato a Roma il nuovo volume contenente i documenti segreti sul processo allo scienziato pisano
Monsignor Pagano: "Il caso ci insegni ad avere prudenza sulle staminali e sulla genetica"
Il Vaticano: "Umili verso la scienza
non facciamo come con Galileo"
ROMA - La Chiesa cattolica rischia di comportarsi verso le scoperte scientifiche attuali con gli "stessi preconcetti" che ebbe verso Galileo e verso il sistema copernicano. Lo ha affermato monsignor Sergio Pagano, prefetto dell'Archivio Segreto vaticano, alla presentazione della nuova edizione del volume intitolato "Documenti vaticani del processo di Galileo Galilei".
"E' necessaria molta prudenza e molta umiltà nell'avvicinarsi alle Scritture come alla scienza", in quanto il rischio è che prevalgano oggi "gli stessi preconcetti che si avevano allora verso il sistema copernicano".
"Il caso Galileo - ha spiegato monsignor Pagano - insegna alla scienza a non presumere di fare da maestra alla Chiesa in materia di fede e di Sacra Scrittura e insegna alla Chiesa, contemporaneamente, ad accostarsi ai problemi scientifici - fossero anche quelli legati alla più moderna ricerca sulle staminali, per esempio - con molta umiltà e circospezione".
Il prefetto dell'Archivio segreto vaticano ha osservato che all'origine del processo a Galileo vi furono dei malintesi. Con il suo "Dialogo sui massimi sistemi sembrò insegnare ai teologi come interpretare la Bibbia, al papa come fare il papa. Questo processo insegna a leggere con grande attenzione gli scritti scientifici. Gli studi sulle cellule staminali, la genetica, i problemi della ricerca scientifica in questi anni, qualche volta ho l'impressione che siano condannati con gli stessi preconcetti che si avevano allora con la teoria copernicana".