Quelle zone d’ombra del sistema AMAM Acque-Messina
di Antonio Mazzeo
Saranno presto i giudici del Tribunale peloritano a decidere se archiviare le indagini sul presunto cartello d’imprese che avrebbe condizionato la gestione dei servizi e dei lavori dell’AMAM – Agenzia Meridionale Acque Messina o avviare l’iter per una seconda tranche processuale sul Terzo livello, ma il procedimento penale avviato dopo uno screening sull’entità e le modalità di aggiudicazione delle gare d’appalto e di affidamento delle opere di somma urgenza negli anni 2013-2016 ha comunque delineato troppe zone d’ombra nel funzionamento dell’azienda interamente controllata (e scarsamente attenzionata) dal Comune di Messina. Il procedimento n. 3592/17 che ha visto il 12 giugno 2017 l’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex direttore generale di AMAM, Luigi La Rosa, del dirigente Francesco Cardile, dell’allora Presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile e dei titolari di alcune imprese committenti dell’azienda, stigmatizza l’uso disinvolto ad esternalizzare attività e funzioni che benissimo potevano essere svolte direttamente dall’AMAM, il conseguente spreco di risorse finanziarie e soprattutto il ricorrente intervento di aziende e “cooperative sociali” notoriamente amiche e/o contigue ad esponenti politici e affini.
Il carosello dei soliti noti
Nel maxifascicolo raccolto dalla Sezione della Polizia Giudiziaria della P.S. di Messina (oggi agli atti del processo Terzo livello), tra tabelle, verbali di aggiudicazione gare e affidamenti, contratti e visure camerali, ci sono anche importanti dichiarazioni rese dal commercialista Leonardo Termini (prima persona informata sui fatti, poi indagato, oggi imputato eccellente al processo Terzo livello), al tempo presidente del Consiglio d’amministrazione di AMAM - Agenzia Meridionale Acque Messina. Alcune affermazioni sono state reiterate dal dottore Termini in occasione dell’esame condotto in sede processuale dal difensore Fabio Repici e dai giudici del Tribunale, altre invece sono ancora al vaglio degli organi inquirenti. Alcune delle presunte irregolarità concernenti l’affidamento dei servizi, rilevate nel corso delle proprie funzioni di presidente AMAM, venivano rivelate da Leonardo Termini l’1 marzo 2017 ai dirigenti della Squadra mobile. “Per quanto riguarda la sussistenza di uno o più cartelli tra le ditte che regolarmente prendono parte alle gare indette dall’AMAM intendo precisare che in relazione all’attività di manutenzione delle reti idriche della città e dei villaggi nelle zone Sud e Nord, il servizio è affidato al Consorzio Grandi Opere di Lamezia Terme”, verbalizzava il commercialista. Continua in: antoniomazzeoblog.blogspot.com
Martedì 08 Ottobre,2019 Ore: 22:05 |