Otto domande, otto risposte l’otto del mese
Il segno del tempo … il segno dell’uomo
L’Homo sapiens tocchi con mano la dimensione temporale cosmica
di Michele Zarrella
Il nostro pianeta è l’unico a contenere la vita? Il pianeta su cui viviamo è meraviglioso, è bellissimo, possiamo ammirare le sue bellezze e la sua maestosità, dallo spazio è azzurro, e dobbiamo essergli grati per i doni che ci offre. La nostra galassia, la Via Lattea, è costituita da 400 miliardi di stelle e da miliardi di pianeti. Di pianeti fuori dal sistema solare, i cosiddetti esopianeti, già ne sono stati scoperti quasi un migliaio, pertanto la probabilità che ci sia la vita su altri pianeti è sicuramente non negativa. Ma l’uomo rispetta la sua casa-astronave? Poco. Molto poco. L’uomo pensa che la Terra è qualcosa di inanimato da calpestare e sfruttare. Spesso dimentica che il pianeta è un organismo vivente, con le sue regole e i suoi equilibri dinamici. Che sotto la crosta c’è un mondo incandescente di materiale fuso in movimento che porta a spasso i contenenti modificando oceani e terraferma, dà origine al campo magnetico che ci protegge dai raggi cosmici, determina la densità del pianeta, ecc. e che interagisce con la crosta e quanto c’è sopra di essa. L’acqua, l’aria l’atmosfera interagiscono senza sosta con le strutture interne del pianeta, modificando il vecchio equilibrio e creandone uno nuovo, senza sosta. Quando ha avuto inizio questo processo? La Terra si è formata 4,56 miliardi di anni fa ed è da miliardi di anni che i cicli lenti, geologici, naturali hanno portato al risultato che abbiamo sotto gli occhi, all’attuale equilibrio che consente le forme di vita che conosciamo. Se lo sconvolgiamo lo facciamo a nostro rischio e pericolo. Ma ci sono stati degli sconvolgimenti e non causati dall’uomo. Si. Il più famoso è quello dell’estinzione dei dinosauri (e di circa il 75 per cento di tutte le specie allora viventi), avvenuto 65 milioni di anni fa. Quello fu causato dall’impatto di un asteroide di circa 6-7 chilometri di diametro che provocò un cratere da impatto di circa 180 chilometri di diametro e per una profondità di decine di chilometri, individuato nello Yucatàn, vicino alla città di Chicxulub. Una catastrofe “esterna” si deve accettare, perché non dipendente da noi, ma se la causa dello sconvolgimento è un essere vivente autodefinito Homo sapiens, comparso circa 200 000 anni fa e che lasciò l’Africa circa 100 000 anni fa per colonizzare tutto il pianeta, beh allora quell’essere vivente sta correndo un rischio che non ha alcun senso correre. Stiamo parlando di miliardi, milioni e di centinaia di migliaia di anni. Sono concetti che escono fuori dalla esperienza umana. Certo, non parliamo del tempo di una generazione o di una vita umana. Per comprendere cosa sono questi abissi temporali, è necessario operare una proporzione in termini di esperienza umana. Per fare ciò basta paragonare la vita del Terra ad un anno solare (gennaio-dicembre) e chiederci, la migrazione dall’Africa della nostra specie quando è avvenuta? A settembre? A novembre? No. È avvenuta a dicembre. Ma dicembre è fatto di 31 giorni. È avvenuta il 3, il 15 o il 30 dicembre? No. È avvenuta il 31 dicembre. A che ora? Al mattino o alla sera? È avvenuta alle 23:48:30. Cioè 11 minuti e mezzo prima della mezzanotte del 31 dicembre. Pensate in 11 minuti e mezzo cosa siamo stati capaci di fare al nostro bellissimo pianeta. Mamma mia! Da così poco tempo la nostra specie è emigrata dall’Africa? Ma questo paragone fa toccare con mano un’altra dimensione temporale! Ecco, ora possiamo renderci conto che un processo che si ripete giorno dopo giorno per un tempo lunghissimo muove interi continenti, crea oceani, fa nascere catene montuose, interagisce con l’atmosfera. Occorre cambiare radicalmente la prospettiva per poter capire il nostro pianeta, per capire che quello che vediamo e che godiamo è il risultato e l’equilibrio raggiunti in miliardi di anni, appunto, e nel nostro esempio “umano” in undici mesi, 30 giorni e 23 ore e tre quarti. Quindi l’uomo deve stare attento a non sconvolgere, in qualche “decina di minuti”, questo bellissimo equilibrio raggiunto. Esatto. Per gran parte della nostra vita, trascurando i rapporti umani, percorriamo freneticamente la superficie del nostro pianeta, lo perforiamo per estrarre risorse, lo modifichiamo costruendo grattacieli e scavando miniere, trasformiamo pesantemente la composizione dell’atmosfera. Affaccendati e orientati dalla pubblicità corriamo avanti e indietro senza riflettere sulle conseguenze dei nostri comportamenti. E senza riflettere sui cambiamenti che apportiamo stiamo rendendo il pianeta irriconoscibile. I cambiamenti danno vita a nuove specie e portano altre all’estinzione. La Terra comunque continuerà a girare intorno a se stessa e intorno al Sole, per “un altro anno”, parlando in termini di esperienza umana, ma noi riusciremo a vivere per altri dieci minuti, per qualche altro scatto della lancetta dell’orologio cosmico? Guardando le cose da questa prospettiva forse impareremo a trattare il nostro pianeta, la casa in cui viviamo, con maggiore attenzione. Gesualdo, 8 agosto 2013 Michele Zarrella Per contatti sito web: http://digilander.libero.it/prolocogesualdo/indice.html
Giovedì 08 Agosto,2013 Ore: 08:56 |