La buona abitudine di dare le dimissioni
Bruno Gambardella
Che straordinario Paese l’Italia… Eravate stanchi del Papigate, delle veline candidate al Parlamento europeo, delle puttane – ops, delle excort – che frequentavano i palazzi della politica e le camere da letto di assessori da compiacere, del caso Marrazzo con tutto il contorno di cocaina e transessuali? Eccovi piombare addosso il “Cinzia gate”, direttamente dalla capitale dell’Italia progressista, evoluta e civile: Bologna! Flavio Delbono, sindaco dimissionario di Bologna, è il protagonista di questo nuovo, pruriginoso scandalo. “Siccome i tempi e i modi richiesti per difendermi eventualmente in sede giudiziaria rischiano di avere ripercussioni negative con la mia attività di sindaco, ho già deciso in piena coscienza che rassegnerò le dimissioni dalla mia carica". Si chiude così, dopo appena sette mesi di governo, la parabola di Delbono alla guida della città. Se per il momento sembra calare il sipario sulla sua carriera politica, a tornare sotto i riflettori è la vicenda giudiziaria che lo aveva travolto durante la passata competizione elettorale. A scatenare il pettegolezzo fu il suo avversario politico di allora, Alfredo Cazzola, che durante un faccia a faccia radiofonico, si lancia in un'affermazione dai molteplici risvolti: "Le porto i saluti della signora Cinzia Cracchi, che molto avrebbe da dire sulla sua moralità". Parole che allora suscitarono clamore e più di un sospetto, ma che poi sembrava dovessero cadere nel dimenticatoio con la vittoria di Delbono, l'archiviazione della Procura della Repubblica e il ritiro delle reciproche querele da parte dei due duellanti. Poi, a fine dicembre, l'inaspettata riapertura dell'inchiesta con le accuse di peculato, truffa aggravata e abuso d'ufficio insieme all'ex fidanzata e segretaria personale Cinzia Cracchi. Al vaglio della magistratura i viaggi di Delbono, all'epoca vice presidente della Regione, con la signora Cinzia in qualità di segretaria personale. Da stabilire se alcune trasferte fossero a titolo personale, ma spesate con i fondi della Regione. A insospettire gli inquirenti è anche il flusso di denaro che alimentava un bancomat, formalmente intestato a un amico e collaboratore di Delbono, ma in uso alla Cracchi. Bancomat che, tra l'altro, avrebbe smesso di funzionare all'indomani delle frasi di fuoco pronunciate da Cazzola. Dove sia la verità e soprattutto se ci sia stato un comportamento penalmente rilevante sarà la Procura a stabilirlo. Sul piano politico ancora una volta si registra il tracollo di un esponente di partito in seguito ad una vicenda giudiziaria. In casa PD, in un primo momento, si era scelta la linea del polso fermo. Niente dimissioni e continuità del mandato. Poi è stato lo stesso segretario nazionale Bersani a fare dietrofront, concorde sulla necessità delle dimissioni come atto di coerenza e trasparenza nei confronti della città. Come reagiranno i bolognesi, persone pragmatiche che ai pettegolezzi sulle camere da letto dei potenti hanno sempre preferito la concretezza di una buona, ottima per certi aspetti, pratica di governo? Non conosco Delbono: non voglio e non posso giudicare un amministratore per le sue condotte personali, ma certamente l’utilizzo piuttosto disinvolto dei fondi pubblici per i rimborsi spese non istituzionali è pratica deprecabile e frequente. Prendo atto del fatto che, a differenza di altri uomini di altri schieramenti, il cattolico-prodiano sindaco di Bologna ha rassegnato le sue dimissioni per poter meglio difendersi dalle accuse. Il governatore del Lazio, il cattolico-democratico Piero Marrazzo, implicato in un caso sicuramente più grave, si è dimesso (quasi) subito e, alla ricerca di una perduta pace interiore, si è chiuso in un convento. Entrambi cattolici praticanti (c’entra qualcosa con lo scandalo sessuale?) hanno lasciato la scena senza accusare giudici prevenuti perché massoni, atei o addirittura comunisti… Chi sbaglia paga, prima o poi. Ma certo, stiamo parlando di altri uomini, altri schieramenti, altri stili: avete mai sentito di un amministratore berlusconiano che abbia dato le dimissioni perché condannato (dico condannato, non indagato…)? Io mai. Si accettano segnalazioni…
Marted́ 26 Gennaio,2010 Ore: 19:07 |