Auguri a chi lotta, a chi soffre, a chi ama!
Bruno Gambardella
E’ una buona abitudine che all’inizio dell’anno il giornalista ben educato faccia gli auguri ai suoi lettori. Non mi sottraggo e di tutto cuore spero che i lettori di Sparta e Atene e de Il dialogo possano vedere finalmente realizzate almeno alcune delle speranze che animano il nostro periodico, oltre ai propri obiettivi personali e professionali. Permettetemi però di inviare a mò di messaggio nella bottiglia i miei migliori auguri di buon 2010 ad un piccolo elenco di persone particolarmente rappresentative o significative per la nostra società: Auguri a chi vive la drammatica situazione delle carceri italiane: ai detenuti e ai loro familiari, al personale, a chi può agire affinché il mondo penitenziario torni ad essere, come prevede la nostra costituzione, un luogo che favorisce il reinserimento del colpevole e non una discarica sociale della quale disinteressarsi o far finta di vergognarsi. Auguri a chi, dal tetto di una fabbrica o da un presidio dinanzi ai cancelli, sta combattendo con le armi della nonviolenza per la difesa del proprio posto di lavoro, della sua dignità e del futuro dei propri figli. Auguri ai tanti precari della scuola, della ricerca, della sanità, dei call center, a tutti coloro che, pur ricevendo un modesto salario, non sono in condizione di programmare scelte di vita e che quindi sono sempre meno liberi. Auguri a chi è costretto a rivolgersi alla giustizia, alla sanità pubblica, alla burocrazia statale e degli enti locali sapendo che si scontrerà con inefficienze, incompetenze, ostacoli; auguri a chi è tenuto a rimuovere tutto ciò per dare ai cittadini un servizio giusto, tempestivo, efficace. Auguri a chi dedica qualche ora del suo tempo a lenire il dolore altrui, a chi combatte per l’allargamento dei diritti umani e civili e a chi si impegna perché non ci siano più guerre. Auguri ai migranti, a coloro che fuggono dalla miseria e dalla guerra e che trovano in Italia ronde padane, “bianchi” natali e odio per le culture e le religioni che li rappresentano. Auguri a quelli che sono un po’ i bersagli fissi di Sparta e Atene: il Borghezio, il Gentilini, gli altri “intellettuali” leghisti. E’ vero che grazie a loro non mancano mai argomenti per la rubrica, ma ci auguriamo che possano trovare nella pace e nella serenità delle loro famiglie un antidoto all’odio che circola nelle loro vene e che essi fomentano in tanta gente spaventata dall’inusuale e dal diverso.
Domenica 03 Gennaio,2010 Ore: 07:47 |