Guantanamo: una promessa mantenuta?
Bruno Gambardella
Siamo abituati, credo in tutto il mondo, ai politici che in campagna elettorale non lesinano promesse. Il candidato Barack Obama durante la campagna elettorale per la Casa Bianca si era impegnato, una volta divenuto Presidente, a chiudere il supercarcere di Guantanamo. Il progetto portato avanti dal neo premio Nobel per la pace, ha incontrato nel corso dei mesi una inevitabile serie di ostacoli legali, politici e diplomatici. Nei giorni scorsi, con 79 voti favorevoli e 19 contrari, è stato finalmente approvato dal Senato di Washington il disegno di legge secondo cui i detenuti della prigione di Guantanamo possono essere trasferiti in altre carceri e la struttura può essere chiusa definitivamente. Già la settimana scorsa la Camera dei Rappresentanti aveva votato a favore del trasferimento dei detenuti e dello smantellamento della prigione. Il provvedimento votato dal Senato statunitense consentirà quasi a tutti i detenuti di Guantanamo l'ingresso sul suolo americano. Di questi, buona parte verrà processata dai tribunali statunitensi, i reclusi non citati a giudizio nei tribunali civili saranno portati all'estero o giudicati da tribunali militari, mentre i carcerati liberati senza processo, perché non colpevoli, non potranno trasferirsi negli Stati Uniti. L’ultima parola spetta ora al presidente Barack Obama, che deve controfirmare il decreto. Aveva promesso in campagna elettorale la chiusura della struttura entro il 22 gennaio del 2010: sembra che, almeno una volta, un politico finalmente mantenga le sue promesse.
Mercoledì 21 Ottobre,2009 Ore: 23:11 |