I mercanti del Vaticano
Bruno Gambardella
Che le cose non stessero andando proprio bene ce ne eravamo accorti. Messe domenicali non proprio affollate; oratori praticamente disertati dai ragazzi over 14; scuole confessionali che, nonostante i lauti contributi statali, non riescono a decollare e a dare il colpo di grazia alla già martoriata scuola pubblica. Ma i segnali d’allarme più temuti, quelli più seri, quelli che riguardano il danaro, si stanno moltiplicando e stanno mettendo in seria difficoltà Santa Romana Chiesa Cattolica Apostolica. In Italia l’ 8 x mille è in lento ma costante calo. Le offerte dei fedeli, nel nostro Paese come in tutto il mondo, si stanno drasticamente riducendo. Sarà colpa della crisi economica mondiale, ma persino la banca dello Stato Città del Vaticano (quel famigerato IOR che alcune sentenze della magistratura hanno definito “la più grande lavanderia di danaro sporco esistente al mondo”), un santuario di segretezza e spregiudicatezza, vive momenti difficili. Sembrano lontani gli anni dei fasti: il grande Giubileo del 2000; le ingenti raccolte fondi della Croce Rossa; le opere e le istituzioni legate alla controversa figura di san Padre Pio; le più che generose offerte dei fedeli durante le funzioni. Oggi sembrano resistere (e bene) le varie opere pellegrinaggi, il turismo nei conventi e nelle tantissime residenze esentasse nelle città d’arte, le università cattoliche formalmente private, ma di fatto finanziate dallo Stato. Discorso a parte va fatto per le cerimonie “religiose” che sembrano stare ancora a cuore ai nostri concittadini, specie meridionali: battesimi, comunioni, cresime, matrimoni, persino le estreme unzioni sono regolate da uno speciale tariffario che permette introiti di tutto rispetto per le varie parrocchie. Poco importa poi se i “fedeli”, nel tempo che intercorre tra una comunione e una cresima, tra un matrimonio e una estrema unzione disertano i locali di culto: il povero parroco si amareggia, ma tira a campare… Il settimanale Panorama ha pubblicato di recente un’interessante inchiesta sulla crisi economica che attanaglia la chiesa cattolica in genere e quella italiana in particolare. Non mi dilungo sui dati, ma certamente vi invito alla lettura dell’articolo. Personalmente mi ha molto colpito il fatto che la maggior parte dei fondi a qualsiasi titolo incassati non sono destinati a quelli che dovrebbero essere gli scopi “istituzionali” di una comunità religiosa. Capisco e posso anche accettare che somme ingenti siano destinate al sostentamento del clero, ma trovo scandaloso (in senso biblico) che solo poche briciole siano destinate agli interventi di carità e di solidarietà. Scrivo questo non per il mio solito, ottocentesco, fervore anticlericale, ma proprio perché conosco bene sacerdoti, associazioni cattoliche, volontari e missionari che con quattro soldi compiono dei veri e propri miracoli nel settore dell’assistenza e della solidarietà attiva verso i più deboli. Destinare a questi apostoli di pace e di umanità qualche euro in più significherebbe salvare la vita (e forse, per chi ci crede, anche l’anima) a tanti disperati. Le parole di Benedetto XVI indirizzate ai Grandi della terra in occasione dell’ultimo G8 sono largamente condivisibili: peccato che puzzino di melensa retorica e insopportabile ipocrisia! E’ giusto invitare i ricchi a sostenere i poveri, ma da educatore un po’ retrò penso che il buon esempio sia la migliore provocazione. Ai tanti cattolici delusi per gli scandali legati ai tantissimi episodi di pedofilia, per l’ostentazione di potere e di ricchezza dei grandi del Vaticano, per la mancanza di volontà di dialogo con un mondo sempre più secolarizzato farebbe piacere riscoprire la chiesa del francescanesimo, del Concilio Vaticano II, di monsignor Romero e padri Comboniani. I mercanti hanno occupato il tempio, l’hanno lottizzato e rivenduto al miglior offerente, con la benedizione dei sommi sacerdoti. Il Vaticano sta studiando le misure anticrisi e ha affidato l’incarico di risanare i bilanci a grandi banchieri e uomini d’affari vicini alle alte gerarchie. Probabilmente ci riusciranno, servendosi magari di qualche manovra spericolata da compiere all’ombra del solito IOR. E’ questa la priorità che le persone che ancora guardano con qualche fiducia oltre Tevere, individui sempre più soli e sempre più fragili, vittime del loro stesso egoismo, cercano dai loro pastori? Gesù, secondo quanto riportato dal Vangelo, ebbe parole di lode e di dolcezza per la vecchietta che donò alla comunità che si raccoglieva attorno al tempio di Gerusalemme i pochi spiccioli che possedeva. Voglio sperare che oggi quella stessa vecchietta non sarebbe considerata improduttiva (quanto costa un’ostia?) e quindi un costo da tagliare…
Marted́ 04 Agosto,2009 Ore: 23:11 |