Comitato centrale KEK/2.
Preoccupazione per i diritti dei migranti e per l'ambiente
di Agenzia NEV del 7 gennaio 2010
Roma (NEV), 7 gennaio 2010 - Si è concluso lo scorso 19 dicembre con il varo di due importanti documenti – uno sui diritti dei migranti, l'altro sul cambiamento climatico - il Comitato Centrale della Conferenza delle chiese europee (KEK) svoltosi a Ginevra (Svizzera).
Al centro del primo documento la politica italiana sull'immigrazione, che tanto preoccupa le chiese europee da spingere il Comitato centrale della KEK a chiedere alle istituzioni comunitarie di verificare il rispetto dei diritti umani per i rifugiati e i migranti nel nostro paese. I 40 componenti del massimo organo decisionale della KEK tra due assemblee, riunitisi a Ginevra dal 16 al 19 dicembre scorso, hanno infatti espresso la loro preoccupazione per “le gravi violazioni dei diritti umani e per le discriminazioni contro i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo che si verificano in varie nazioni d'Europa, e particolarmente in Italia”. A questo proposito “le chiese in Europa – si legge nel documento approvato dal Comitato centrale – chiedono al Consiglio dell'Unione europea, alla Commissione europea e al Parlamento europeo di condurre delle missioni in Italia per acquisire informazioni e documentazione utile per verificare il rispetto o la violazione dei diritti umani fondamentali garantiti dalle leggi comunitarie e dalle Convenzioni internazionali che l'Italia ha ratificato”. Inoltre, il Comitato centrale della KEK chiede che l'Italia spieghi alle istituzioni comunitarie “la natura e i contenuti degli accordi stipulati con la Libia nell'ambito del controllo dell'immigrazione irregolare via mare, in modo da verificare se questi siano compatibili con le leggi comunitarie e internazionali”. Per quanto riguarda il cambiamento climatico il Comitato centrale della KEK, nel documento intitolato: “L'appello delle chiese all'azione”, esprime profondo rammarico per l'esito della recente Conferenza ONU sul clima svoltasi a Copenaghen (Danimarca). In particolare deplora il fatto che dai negoziati non sia stato possibile giungere ad un accordo legalmente vincolante, mentre chiama ancora una volta le nazioni europee a riconoscere le proprie responsabilità nel cambiamento climatico e a prendere misure efficaci ed immediate per contrastarlo. Ma la KEK riconosce anche che “la politica e l’economia, da sole, non produrranno i risultati necessari” senza un cambiamento di “abitudini e stili di vita”. Per questo invita chiese, comunità locali e singoli credenti a continuare i loro sforzi per ridurre l’impronta ecologica e limitare i consumi energetici: “Il Creato di Dio deve essere protetto, coltivato e sostenuto per le generazioni future”.
Sabato 09 Gennaio,2010 Ore: 17:19 |