Teleton

di Rosario Amico Roxas

Anche quest’anno ho risposto all’appello per Teleton, spinto più dalla speranza che da certezze. In fondo si tratta di piccole somme individuali che, messe insieme, formano una notevole cifra finale.
Meravigliano parecchi fatti: innanzitutto che una nazione allineata fra le prime dieci nazioni industrializzate del pianeta, ricorra alla pubblica carità (perchè di questo si tratta) per sovvenzionare una delle più importanti iniziative, come la ricerca scientifica.
Poi meraviglia come ricercatori capaci, vengono trattati alla stessa stregua di fattorini, con stipendi per nulla stimolanti e privi di mezzi idonei ad un lavoro serio; conseguenza è che i ricercatori espatriano, i più verso l’America che così risulta essere una nazione all’avanguardia nella ricerca, anche se poi i risultati li dedica ad azioni opposte alla logica. Le offerte individuali non rovinano nessuno, basta rinunziare ad un caffè o ad una pizza serale per partecipare, ma il risultato finale è allettante, specie per la sola categoria di ricercatori che pullula in Italia: i ricercatori di facili guadagni.
Sarebbe interessante, corretto e, direi anche doveroso, che prima di lanciare nei media la nuova proposta di raccolta fondi per Teleton, i responsabili che amministrano tali somme facessero un rendiconto dettagliato circa l’utilizzo. La trasparenza sarebbe un veicolo stimolante per indurre a partecipare; purtroppo non sappiamo nulla, ma continuiamo a fidarci.
Dovessimo scoprire che intorno a Teleton bivaccano pseudo-manager con compensi stellari, comode segretarie, e che gli aiuti vengono concessi agli amici e agli amici degli amici, inglobati dentro un sistema di "do ut des", allora scoppierebbe l’ennesmo scandalo, costruito sull’ingenuità di un popolo che ama essere preso in giro, con masochistica soddisfazione. Ovviamente dalle pagine dei forum che mi ospitano, da domani inizierò un’opera di sensibilizzazione diretta verso le istituzioni, affinchè ci garantiscano che le modeste somme offerte in nome della solidarietà, non vadano a finire nello stesso modo come troppe iniziative hanno trovato la soluzione.
Non è mancanza di fiducia radicata e prevenuta, si tratta solo di pluridecennale esperienza di partecipazione alla solidarietà, con tangibili risultati di grandiose truffe.
Le baraccopoli fatiscenti che ancora esistono e che sono sorte in disgraziati momenti di allarme generale, come i tanti terremoti, ne sono la prova tangibile che concedono poco spazio alle certezze.

Rosario Amico Roxas(raroxas@tele2.it)



Domenica, 23 dicembre 2007