Anche Dino Risi a 91 anni ha fatto il suo Sorpasso. E andato avanti a noi tutti e non sappiamo dove: ci ha lasciato con le più belle storie dellItalia del Cinema, girate fin dagli anni 50, anche quelle senza lieto fine, che ti lasciavano incredulo tanto erano amare. Proprio il Sorpasso, che in America venne chiamato The Easy Life, mi fa risprofondare nei ricordi degli anni 60. Famiglia al completo in una 1100 grigia, le file interminabili per andare al mare e tornare a Roma. Tra ragazzini ci guardavamo dai vetri, cera chi si fingeva James Bond, o la Bardot , io mi accontentavo del triangolino sulla testa, appena annodato sotto il mento come volevano in Chiesa, credevo di essere Cristina Gajoni. Cera il transistor in automobile: i grandi seguivano le partite così tra la pineta di Fregene o ancora più su, al Castello di Santa Severa che un po di spiaggia ce la trovavi. Se andate a via Proba Petronia, dove Vittorio Gassman nel film fa una sosta dopo aver girovagato per il quartiere e guarda allinsù lo studente affacciato , tutto è rimasto come allora, neanche fosse il 1962. Tra palazzi di cooperative della fortunata e lungimirante borghesia , oggi residenze eleganti, è rimasta lisola verde che confina con la Valle dellInferno, solcata dalla ferrovia del Vaticano con un ponte che vola solo per il clero, strappata dopo anni di lotte allImmobiliare Roma.Da una parte trovi il Policlinico Gemelli, proprio sotto alla ferrovia, dallaltra arrivi a Via delle Fornaci, sempre il Vaticano con le sue Mura, ma davanti a via Proba Petronia, alla casa dello studente Trintignant, è rimasta intatta unarea verde e smisurata, un parco dove vanno con i cani,i boy scout ogni tanto, gente in cerca di funghi e corteccia di sughero delle querce, qualche pazza come me che ci portava i figli magari a trovare il muschio e scovare uno scoiattolo o un riccio, a fare cicoria... Bastava attraversarla con lo sguardo o a piedi e di fronte è rimasto l"altro" quartiere, a pezzi ancora il 19° municipio di Roma, dove una volta cera la piccola borghesia, tanto piccola che era anche proletariato. Dallaltra, lì dove si girò Il Sorpasso, cerano Mina, Don Lurio, Colletti... insomma i volti noti e meno della Rai e della cultura, gli avvocati e i professionisti, i primi palazzinari e i commercianti, i fascisti... dellaltra una massa di romani inurbati nella zona nord, che crebbe a dismisura, i compagni... Cera ancora una strada che delimitava i due quartieri, una specie di zona di frontiera selvaggia, composta da vari nomi ma per tutti era la famigerata Largo Damiano Chiesa: si faceva in motorino, con lauto, ti scassavano le buche tutto, anche la testa ed era sempre freddo e umido anche ad agosto... Noi siamo ancora lì, un po per strada a guardare col naso allinsù, forti del nostro saperci fare e sapere tutto, a guardare se ci può dare una mano quello studente, magari ancora bamboccio, istruito, lintellettuale che debutterà nel precariato..."Con le pinne, il fucile e gli occhiali..." a vedere come dondola la memoria e a non decidere mai: il sorpasso può mettere fine ai nostri sogni.
Doriana Goracci
"Si fa tutto con quella lenta angoscia che sta in fondo, ma la cosa più triste è appunto quel sapere che non cè altro da fare che le solite cose". (Sandro Penna)
Domenica, 08 giugno 2008
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