Testimoni   
Dietrich Bonhoeffer
 
Pasquale Pirone

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"L'ecumenismo dei martiri è forse il più convincente. La communio sanctorum parla con voce più alta dei fattori di divisione"

Giovanni Paolo II, Tertio millennio adveniente 36

 

"Il martirio di ieri era per la chiesa un dono, oggi più che mai è anche un giudizio: chi può negare che Bonhoeffer sia stato un giudizio per la chiesa luterana tedesca? E Romero per la chiesa cattolica in El Salvador?"

Enzo Bianchi 

 

9 aprile 1945. Nel campo di concentramento di Flossenbürg vengono appesi nudi ad un gancio e strangolati alcuni prigionieri eccellenti: il capo dei servizi segreti militari, l'ammiraglio Canaris, alti ufficiali del Reich, intellettuali, ed un teologo luterano trentanovenne, Dietrich Bonhoeffer, condannate da Hitler per aver organizzato un fallito complotto contro di lui . Il forno crematorio è saturo e i corpi vengono bruciati su cataste di legna insieme agli oggetti personali.

Sesto di otto figli, Dietrich era stato destinato dalla famiglia a una brillante carriera nelle professioni liberali, ma aveva voluto studiare teologia e farsi pastore. Ingegno brillante, allievo di Karl Barth, dopo un viaggio in America che lo segnò profondamente ed un soggiorno a Londra, fu tra i promotori di quella "Chiesa confessante" che nel 1934, dopo le prime leggi razziali e l'asservimento al nazismo delle Chiese evangeliche tedesche, aveva coraggiosamente dichiarato la propria fedeltà a Gesù Cristo. Bonhoeffer è già un affermato teologo quando la Chiesa confessante decide di affidargli un seminario di preparazione al pastorato a Finkewalde. Qui nasce una singolare esperienza di vita comune, che riscopre una dimensione profonda di preghiera, formazione e condivisione comunitaria in vista non di una fuga dal mondo ma di un ritorno nel cuore della storia. Da questa esperienza nasce uno dei libri più noti di Bonhoeffer, letto e apprezzato anche in ambito cattolico, Vita comune. Scrive Bonhoeffer in una delle pagine chiave del libro:

"Ogni giorno porta al cristiano molte ore di solitudine in mezzo ad un mondo non cristiano. Questo è il tempo della verifica. Esso è la prova della bontà della meditazione personale e della comunione cristiana. La comunità ha reso gli individui liberi, forti, adulti, o li ha resi invece dipendenti, non autonomi? Li ha condotti un po’ per mano, per far loro imparare di nuovo a camminare da soli, o li ha resi paurosi e insicuri?… Qui si tratta di decidere se la meditazione personale ha portato il cristiano in un mondo irreale da cui si risveglia con spavento, nel ritornare al mondo terreno del suo lavoro, o se viceversa lo ha fatto entrare nel vero mondo di Dio, che permette di affrontare la giornata dopo aver attinto nuova forza e purezza. Si è trattato di un’estasi spirituale per brevi attimi, cui poi subentra la quotidianità, o di un radicarsi essenziale e profondo della Parola di Dio nel cuore?… Solo la giornata potrà deciderlo…  Ognuno deve sapere che anche il momento in cui è isolato ha una sua retroazione sulla comunione. Nella sua solitudine egli può dilacerare e macchiare la comunione o viceversa rafforzarla e santificarla…”.

Bonhoeffer è fortemente impegnato nel movimento ecumenico, in anni in cui l'ecumenismo è una tensione radicata ancora solo in ambito protestante, ma sa apprezzare la positività e la sincerità di alcuni aspetti del Cattolicesimo: la ricchezza liturgica, l'universalità, la confessione. Scrive nel diario del suo soggiorno a Roma: "E' gratificante vedere qui tanti volti profondamente compresi, ai quali non si addicono tutte le cose dette contro il cattolicesimo. Sia i bambini che gli adulti si confessano con un fervore sincero che commuove. Non è detto che la confessione porti necessariamente ad una vita piena di scrupoli; anche se questo spesso avviene e avverrà sempre con le persone più austere… Per le persone più semplici è l'unico modo per parlare con Dio, mentre per quelle religiosamente più evolute è la realizzazione dell'idea della Chiesa che trova la sua pienezza nella confessione e nell'assoluzione".  “A vent’anni - scrive il suo amico e biografo Bethge -Bonhoeffer dice ai teologi: il vostro tema è la chiesa! A trenta dice alla chiesa: il tuo tema è il mondo! A quaranta, dice al mondo: il tuo tema, che è l’abbandono, è il tema stesso di Dio". Gli aveva scritto a tal proposito l'amico: "Il Dio che è con noi è il Dio che ci abbandona (Mc 15,34). Il Dio che ci lascia vivere nel mondo senza l'ipotesi operante di Dio è il Dio presso il quale ci troviamo costantemente. Di fronte a Dio e con Dio viviamo senza Dio. Dio si lascia spingere fuori dal mondo, verso  la croce. Egli è debole e senza potere nel mondo e questa è esattamente la via, la sola via, nella quale Egli è con noi e ci aiuta. Mt 8,17 dice molto chiaramente che Cristo ci aiuta non per mezzo della sua onnipotenza, ma per mezzo della debolezza e della sofferenza."

I mesi del carcere sono per Dietrich mesi di profonda riflessione e di dolore, ma anche di apertura al nuovo e al futuro, persino al matrimonio, un progetto fino ad allora accantonato. Compone poesie, e una serie di scritti che confluiscono in Frammenti da Tegel e Resistenza e resa. A un prigioniero italiano - che gli chiede ragione della sua partecipazione al complotto contro Hitler, lui, pastore e pacifista, ammiratore di Gandhi, confida: “Se un pazzo (per strada) lanciasse la sua automobile sul marciapiede, come pastore io non potrei accontentarmi di seppellire i morti e di consolare le famiglie. Se io mi trovassi lì, dovrei lanciarmi all’inseguimento del guidatore e strappargli il volante dalle mani”. Tre mesi prima di morire scriverà dei versi che rappresentano bene il suo stato d'animo:

"Oggi fa' ardere calde e chiare le candele

che hai trasportato tu alla nostra oscurità;

conducici, se si può, di nuovo insieme.

E' ciò che noi sappiamo: arde di notte la luce tua.

Quando su di noi discende il silenzio profondo

oh, lascia che udiamo quel timbro pieno

del mondo, che invisibile si estende intorno a noi

di tutti i figli tuoi canto alto di lode.

Da forze buone, miracolosamente accolti,

qualunque cosa accada, attendiamo confidenti.

Dio è con noi alla sera e al mattino

E, stanne certa, in ogni nuovo giorno."

 

 


"Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino" - Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi

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