Lutti
Un ricordo di Gaetano Arfé

di Giancarla Codrignani

Da non molto tempo mi aveva spedito un piccolo carteggio di lettere di mio padre, pensando di farmi piacere. Infatti negli ultimi decenni avevo avuto con lui una consuetudine frequente, perché anche lui si era venuto configurando, in Parlamento, nonostante la fedeltà agli ideali socialisti, una specie di "indipendente di sinistra", definizione che ritengo la più propria di me e non solo del gruppo parlamentare allora esistente. Infatti non sono così timida da non ritenere che è un partito a cui iscriversi quello di cui condividi il 60, 70% delle opzioni. Il fatto è, a mio avviso, che la forma-partito" spesso si riduce a ideologia e, in ogni caso, non rappresenta l’universo della politica; soprattutto se si è donna.
Anche mio padre aveva lo stesso rigore di Gaetano, la stessa pulizia, la stessa dignità, sia nella meditazione della storia, sia nella pratica politica, sia nella vita privata. Arfé si presentava privo di qualsiasi supponenza e per questo diventava subito autorevole. Argomentava serenamente, senza le indulgenze che oggi si dicono buoniste nel dibattere le questioni. Uscì dal Partito socialista a causa dell’ormai dimenticata "questione morale", la stessa che induceva mio padre a restituire la tessera; in quei mesi mio padre era già grave e lo persuasi a mantenere fede ai principi, che non sarebbero tramontati per le colpe di un segretario politico. Così morì socialista ed ebbe un funerale bello, in una chiesa di una zona reazionaria di Bologna che accolse miracolosamente le bandiere socialiste davanti all’altare.
Ad Arfé non è stata risparmiata la sconfitta bruciante della fine di una storia personale e politica, proprio mentre gli toccava soffrire anche la pena della malattia irrimediabile della moglie. Ma ripenso alle lettere che mio padre gli aveva indirizzato e che mi aveva fatto avere mentre, suppongo,
ordinava le sue carte.
Mi dispiace di non essere andata a trovarlo in questi ultimi tempi (come mi ripromettevo senza che mi rendessi conto di quanto possa essere vicina l’ultima volta); ma spero che avesse già destinato il suo archivio a qualche istituzione storica; in ogni caso spero che non manchi chi se ne faccia carico. Mi piacerebbe che qualche studente ci pensasse per una sua
tesi. Perche è quella lezione si prolunghi.


Giancarla Codrignani

Articolo tratto da:

FORUM (67) Koinonia

http://utenti.lycos.it/periodicokoinonia/



Lunedì, 24 settembre 2007