Sui rapporti fra chiese cristiane e nazismo
Germania:chiesa cattolica sfruttò 6000 lavoratori schiavi

di A.N.E.D.

Berlino, 21:14
La Chiesa cattolica tedesca impiego’ durante il nazismo circa 6 mila ’lavoratori schiavi’, per la maggior parte polacchi e cittadini delle repubbliche dell’Unione Sovietica. Lo rivela una documentazione di oltre 700 pagine, che l’ex presidente della Conferenza episcopale tedesca, cardinale Karl Lehmann, presentera’ ufficialmente il 4 aprile prossimo a Magonza. La Chiesa tedesca ha oggi anticipato che tra il 1939 ed il 1945 vennero impiegati come schiavi del lavoro 4.829 deportati dai Paesi dell’est europeo e 1.075 prigionieri di guerra. La Conferenza episcopale ha precisato che lo studio, dal titolo "Lavoro coercitivo e Chiesa cattolica dal 1939 al 1945" costituisce "la ricerca piu’ ampia degli ultimi decenni su tutto il cattolicesimo tedesco". Mentre la Chiesa evangelica, che aveva utilizzato anch’essa gli ’schiavi del lavoro’, aveva deciso di contribuire ad indennizzare i sopravvissuti con un contributo alla "Fondazione Memoria, Responsabilita’ e Futuro", il fondo creato negli anni passati dal governo e dall’economia tedesca, la Chiesa cattolica ha preferito versare per proprio conto i risarcimenti agli schiavi del lavoro mediante la creazione del 2000 di un fondo speciale di 2,55 milioni di euro. Nel 2005 erano stati individuati circa 5 mila lavoratori coatti sopravvissuti, 590 dei quali hanno percepito rispettivamente un indennizzo per le sofferenze patite di 2.556 euro.


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Si stima che in Italia i deportati per ragioni razziali siano stati 7500, quelli per ragioni politiche 35000.



Giovedì, 27 marzo 2008