Storia
I protestanti ed il nazismo

di Giovanni Sarubbi

A proposito di una trasmissione sul nazismo del TG2 e di una replica di un teologo protestante


L’agenzia NEV del 6 febbraio riporta la seguente notizia:

Disinformazione e pregiudizio antiprotestante. Fulvio Ferrario scrive a Mauro Mazza
In un servizio del TG2 sull’ascesa di Adolf Hitler associati nazismo e Riforma protestante
Roma (NEV), 6 febbraio 2008 - "Il fatto che il Suo telegiornale abbia colto la ricorrenza del settantacinquesimo anniversario della presa del potere da parte di Hitler come pretesto per un insulto gratuito nei confronti dei figli della Riforma appare notevole persino rispetto agli standard di disinformazione e di bassa apologetica alla quale si è abituati nel nostro paese". Con queste parole il teologo Fulvio Ferrario, professore della Facoltà valdese di teologia di Roma, in una lettera indirizzata al direttore del TG2 Mauro Mazza, ha espresso un giudizio negativo sul servizio andato in onda lo scorso 30 gennaio nelledizione del TG2 delle 20.30, in merito allascesa di Adolf Hitler. Il servizio, incentrato sul 75esimo anniversario della presa del potere da parte di Hitler il 30 gennaio 1933, si concentrava sul tema del rapporto tra chiese e nazionalsocialismo e, dopo aver segnalato due pubblicazioni recenti, presentava una statistica dalla quale emergerebbe che il successo del partito hitleriano è stato molto più alto nelle regioni a maggioranza protestante rispetto a quelle a maggioranza cattolica.
Ferrario nella sua missiva tiene a precisare che: "Il servizio non dice che in occasione delle elezioni tedesche del 33 era assai più rappresentato il partito cattolico di Franz von Papen, il quale non era un martire della Resistenza, bensì il vicecancelliere del successivo governo Hitler. Già il 20 luglio 1933 tale governo firmerà il Concordato col Vaticano, il che contribuirà a rafforzarlo. Anche questo è omesso da Ricci. Egli ci dice invece, chiudendo il servizio, che il potere sarebbe stato offerto a Hitler su un piatto dargento dai figli della Riforma che, per fortuna, suggerisce la prosa del giornalista, lItalia non ha conosciuto: il che peraltro, osservo, non le ha risparmiato il fascismo, anchesso legato al Vaticano da un Concordato".


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Che la RAI, ed in particolare RAI 1, sia legata a filo doppio con il Vaticano lo vedono anche i ciechi. Che in RAI ci sia una concorrenza fra le reti ad accaparrarsi le simpatie del Vaticano è altrettanto certo. Non c’è dubbio così che l’attacco al protestantesimo realizzato dal direttore del TG2 Mauro Mazza lo scorso 30 gennaio nell’edizione del TG2 delle 20.30, in merito all’ascesa al potere di Adolf Hitler rientra precisamente in tale competizione tutta interna alla RAI oltre che a rappresentare, probabilmente, ciò che si pensa in Vaticano.
Siamo però rimasti sconcertati dal tipo di risposta che è stato dato a tale atteggiamento dal pastore Fulvio Ferrario, docente di teologia sistematica presso la Facoltà Valdese di Teologia di Roma. La risposta tende a scaricare unicamente sul cattolicesimo la responsabilità sia del nazismo sia del fascismo. Leggendo il testo dell’agenzia NEV si evince che il protestantesimo non ha avuto niente a che fare con il nazismo.
Se la risposta l’avesse scritta un protestante qualsiasi, un semplice membro di chiesa a digiuno di storia, passi, che la scriva un professore per di più profondo conoscitore di Bonhoeffer è cosa che non può non lasciare interdetti. E’ segno che la questione nazista è ancora oggi un nervo scoperto del protestantesimo con cui non si vuole fare i conti.
Voglio riportare a tale proposito un passo dalla prefazione dei curatori del libro di Dietrich Bonhoeffer VITA COMUNE - IL LIBRO DI PREGHIERA DELLA BIBBIA, Edizione critica in lingua tedesca a cura di Gerhard Ludwig Miiller e Albrecht Schònherr, Traduzione dal tedesco di Maria Cristina Laurenzi seconda edizione- Editrice Queriniana: Per la chiesa confessante nel suo insieme l’estate (del 1938 ndr) aveva segnato il punto più critico di debolezza e di esaurimento, dal momento che la maggior parte dei pastori aveva finito per prestare giuramento a Hitler: questo fu il dono di compleanno offerto al Führer dal governo ufficiale della chiesa, dopo l’invasione dell’Austria. Bonhoeffer con gli studenti del seminario si era impegnato al massimo, nelle diverse riunioni dei pastori, per combattere tale decisione, ma invano.
La stragrande maggioranza dei pastori protestanti tedeschi hanno giurato fedeltà ad Hitler e la piccolissima chiesa confessante di Bonhoeffer è rimasta del tutto isolata e lo stesso Bonhoeffer è stato poi ucciso in un campo di concentramento. Questa la verità per quanto riguarda il protestantesimo. Non so cosa sia più grave fra giurare fedeltà ad Hitler o firmare con lui un concordato.
Da Ferrario che fra l’altro è frequentatore di assise ecumeniche, si saremmo aspettato un invito a compiere, cattolici e protestanti insieme, una comune confessione di peccato sul nazismo e sul fascismo di cui i cristiani ecumenicamente portano la responsabilità, compreso l’orrore dei campi di sterminio, delle leggi razziali e delle guerre a cui nessuna chiesa ha fatto mancare cappellani militari. Invece niente. Si da ad intendere ciò che non è vero. Basta leggere i libri di Hans Kung su Ebraismo e Cristianesimo o il libro di Daniel Johah Goldhagen I volenterosi carnefici di Hitler per rendersi conto di come il nazismo sia stato un grande peccato dei cristiani nel loro complesso e che il nazismo e la shoah non sarebbe stata possibile senza l’antisemitismo che ha accomunato tutte le confessioni cristiane. Poco importa sapere se ai cattolici spetta il 40-50 o 60 per cento di responsabilità ed il resto ai protestanti o viceversa. All’antisemitismo di papa Paolo IV Caraffa, l’inventore dei ghetti e di misure infami contro gli ebrei, va aggiunta la lettera contro i giudei di Lutero, ampiamente usata dai nazisti nella loro propaganda, e via discorrendo.
C’è poco di che essere orgogliosi, come cristiani, di ciò che è stato fatto contro gli ebrei.
Questo mi sarebbe piaciuto poter leggere in uno scritto di uno studioso come Ferrario che invece si comporta, in sedicesimi, con la stessa logica di potenza della chiesa cattolica, con una difesa della propria bottega, costi quello che costi. E’ quello che mi ostino a chiamare ecumenismo nel male che unisce tutte le confessioni cristiane. Per realizzare l’ecumenismo, quello vero voluto da Gesù, bisogna sconfiggere proprio questo ecumenismo nel male con il quale si va solo alla autodistruzione di tutte le chiese, e sono la maggioranza, che lo praticano. E questo forse per il cristianesimo, inteso come sequela di Gesù di Nazareth, non sarebbe un grande male ma anzi un bene.



Mercoledì, 06 febbraio 2008