LA VERITA', LA MENZOGNA, E LA FACOLTA' DI GIUDIZIO DELLO STORICO (E NON SOLO). Dividere il reale dall’immaginario, dare un significato all’uno e all’altro...
VIDAL-NAQUET PONE LA QUESTIONE "CRITICA"(KANT), MA GLI "EICHMANN DI CARTA" NON HANNO SMESSO DI VINCERE: NESSUNO ANCORA LO ASCOLTA! Per non dimenticare, alcune sue riflessioni dal suo libro "Gli assassini della memoria"
(...) una cosa è attribuire all’immaginario una parte nella storia, una cosa è definire immaginaria, come Castoriadis, l’istituzione della società, un’altra è stabilire, alla maniera di Baudrillard, che il reale sociale è composto solo di relazioni immaginarie. Quest’affermazione estrema ne comporta un’altra che dovrò spiegare: quella che dichiara immaginaria tutta una serie di avvenimenti molto reali. Come storico, mi sento in parte responsabile dei deliri di cui mi sto per occupare (...)
a cura di Federico La Sala
"NELLA NOSTRA SOCIETA’ DI SPETTACOLI E DI RAPPRESENTAZIONI, CHE FARE DI UN EICHMANN DI CARTA?" (PIERRE VIDAL-NAQUET, Gli assassini della memoria, Editori Riuniti, Roma 1993, p. 55) "Di fronte a un Eichmann di carta, bisogna rispondere con la carta. Alcuni di noi lo hanno fatto e lo faranno ancora" (p. 74). Un Eichmann di carta * Anatomia di una menzogna Ho esitato a lungo prima di accettare di rispondere all’amichevole richiesta di Paul Thibaud, direttore di Esprit (e che fu anche negli anni 1960-1962, direttore di Verité-Liberté, Quaderni d’informazione sulla guerra di Algeria) e di scrivere queste pagine sul preteso revisionismo, a proposito di un’opera di cui gli editori ci dicono senza ridere: Gli argomenti di Faurisson sono seri. Bisogna rispondere”. Le ragioni di non rispondere erano molteplici [...] Rispondere come, se la discussione è impossibile? Procedendo come si fa con un sofista, cioè con un uomo che assomiglia a colui che dice il vero, e di cui bisogna smontare pezzo per pezzo gli argomenti per smascherarne la falsità. Tentando, anche, di elevare il dibattito, di mostrare che l’impostura revisionista non è la sola che orna la cultura contemporanea, e che bisogna capire non solo il come della menzogna, ma anche il perché. Ottobre 1980 1. Il cannibalismo, la sua esistenza e le relative spiegazioni. Marcel Gauchet ha dedicato la sua prima cronaca su Débat (n. 7, maggio 1980) a quel che ha chiamato "l’inesistenzialismo". Una delle caratteristiche della cultura’ contemporanea è, infatti, quella di tacciare d’un sol colpo di inesistenza le realtà sociali, politiche, ideali, culturali, biologiche che erano ritenute le più consolidate. Vengono ripiombati nell’inesistenza: il rapporto sessuale, la donna, il dominio, l’oppressione, la sottomissione, la storia, il reale, I’individuo, la natura, lo Stato, il proletariato, l’ideologia, la politica, la pazzia, gli alberi. [...] come molti storici, miei predecessori e miei contemporanei, mi sono interessato alla storia dei miti, alla storia dell’immaginario, pensando che l’immaginario sia un aspetto del reale e che se ne debba fare la storia come si fa quella dei cereali e della nuzialità nella Francia del XIX secolo. Certo questo “reale” è, tuttavia, nettamente meno “reale” di quel che siamo soliti chiamare con tale nome. Tra i fantasmi del marchese di Sade e il Terrore dell’anno II c’è una differenza di qualità, ed anche, al limite, un’opposizione radicale: Sade era un uomo piuttosto mite. Una certa volgarizzazione della psicanalisi è responsabile di questa confusione tra il fantasma e la realtà. * Pierre Vidal-Naquet, Gli assassini della memoria, nel saggio “Un Eichmann di carta. Anatomia di una menzogna”, Editori Riuniti, Roma 1993, pp. 3-8) _____________________________ Sul tema, in rete, si cfr.: ISRAELE E IL NODO ANCORA NON SCIOLTO DI ADOLF EICHMANN. FARE CHIAREZZA: RESTITUIRE L’ONORE A KANT E RICONCILIARSI CON FREUD. Alcune note - di Federico La Sala
Domenica 07 Novembre,2010 Ore: 09:34 |