Massimo Recchioni e la Resistenza, una analisi fuori dal coro

di Amina Salina

  Vorrei condividere con voi le riflessioni su un dibattito relativo alla presentazione del libro di Massimo Recchioni Il Tenente Alvaro la Volante Rossa che si e tenuta ieri.

Tra il 1943 ed il 1946 l'Italia visse una sanguinosa guerra di liberazione i cui strascichi si protraevano per tutto il 1945. In alcune zone del Paese, dove i crimini fascisti erano rimasti impuniti e la reazione di camicie nere e nazisti era stata più feroce, la guerra continuò per mesi ancora ed alcuni gruppi di partigiani temendo l'inganno di un ritorno al passato rifiutarono di riconsegnare le armi mentre il paese era ancora nel caos. Se il Governo avesse fatto processare tutte le persone coinvolte nei crimini di guerra e le avesse fatte condannare probabilmente l'Italia sarebbe stata un paese migliore.
Ma i partigiani che avevano visto morire i propri amici e fratelli le cui famiglie erano state colpite dalla rappresaglia con casi di stupri e violenze inenarrabili ora vedevano i loro nemici riciclarsi nei posti di potere liberi ed impuniti e allora c'è chi non ce la fece e cominciarono le vendette.
Innanzitutto c'è una riflessione da fare sul carattere della Resistenza intesa non soltanto come una stagione epica ma con tutte le sue contraddizioni. Questo non certo per sminuirla o per dissacrarla ma per poter rispondere al tentativo
di revisionismo storico imposto dalle destre. Non a caso nelle scuole questo periodo storico viene studiato sempre più in modo superficiale e trattato non sempre correttamente nei libri di testo. Addirittura si vorrebbero porre sullo
stesso piano partigiani e carnefici repubblichini.

C'è un filo nero in tutta la storia repubblicana che ha caratterizzato tutti i passaggi storici in cui le classi popolari hanno cercato il loro protagonismo e la loro emancipazione dalla subalternità. Il primo passaggio importante fu il
1948 con la disfatta del Fronte Popolare e una serie di Governi antipopolari che emarginarono da subito gli ex partigiani promuovendo invece i vecchi fascisti e gli ex repubblichini. Una borghesia arretrata ancora legata a vincoli
feudali che sfruttava senza pietà i lavoratori e caricava con i carabinieri  a cavallo i manifestanti quando cercavano di far valere i loro legittimi  diritti.
Un clima ferocemente anticomunista e clericale permise l'esercizio dell'ingiustizia di Stato dei due pesi e delle due misure a parità di reato punendo anche con trenta anni di carcere i partigiani che non avevano deposto le armi
dopo il 25 aprile esercitando una sorta di giustizia sommaria ai danni di persone che si erano macchiati di crimini  e  assolvendo, anche grazie alla amnistia proposta da Togliatti,  persone come Junio Valerio Borghese capo della famigerata X MAS, tra l'altro omaggiata dalla Moratti l'anno scorso con tanto di stendardi e bandiere fasciste esposte pubblicamente, condannato ad appena nove anni tutti condonati per diversi omicidi commessi ai danni di partigiani ed oppositori politici rastrellati per conto dei nazisti prima del 25 aprile 1945.
Questo mentre veniva amnistiato l'assassino del professor Curiel, esponente della Resistenza e moto professore di fisica. Quando gli autori di presunti  omicidi erano partigiani accusati di aver  giustiziato delle spie, cosa legale in tempo di guerra, li si faceva passare per assassini e li si condannava mentre lo stesso atto compiuto da fascisti non veniva nemmeno preso in considerazione.
Tra i settori più conservatori la magistratura. Alcuni suoi componenti erano convinti fascisti  firmatari del Manifesto per la salvaguardia della Razza che non furono epurati ma restarono al loro posto. Uno di questi firmatari, Gaetano
Azzariti, ebbe tra l'altro una splendida carriera dopo la fine del fascismo divenendo presidente della Corte Costituzionale. Una vera nemesi.

Non era tutto oro quello che riluceva se persone come Flavio Carboni lo stesso Calvi Mino Pecorelli  ed altri parteciparono alla guerra di liberazione dalla parte giusta e poi complottarono per anni ai danni della Repubblica commettendo ogni sorta di illegalità assieme ad ex repubblichini come Licio Gelli furono coinvolti a vario titolo  nei misteri della Repubblica. Basta scorrere le biografie degli aderenti alla loggia P2 per rendersene conto. Come se la storia  ufficiale della Repubblica nascondesse un livello segreto carsico che ogni tanto riesce fuori ad ogni crisi di regime ogni qualvolta le classi popolari riescono a raggiungere importanti obiettivi nella lotta per la loro emancipazione c'è un patto non scritto per fermarle... Un patto che riaffiora più volte subito dopo la guerra con la strage di Portella della Ginestra negli anni sessanta,  con la crisi del governo nel 1960, con le giornate di Genova in cui furono uccisi diversi manifestanti, con le stragi di stato a partire dagli anni settanta fin quasi ad oggi con l'uccisione dei magistrati Falcone e Borsellino. E le torture ai manifestanti a Genova al G8 del 2001. In questi casi le
istituzioni si allearono con fascisti o parti di esse complottarono contro lo stesso Stato con settori della mafia come avvenne nel dopoguerra in Sicilia quando gli americani nominarono sindaci mafiosi in diverse città poiché la
mafia facilitò lo sbarco degli Alleati .

La storia della Resistenza dovrà tener conto dei molti che lasciarono a malincuore le armi o si rifiutarono di farlo perché delusi dalla piega che gli avvenimenti stavano avendo. Essi volevano sinceramente la liberazione delle
classi oppresse dal giogo della fame e della servitù ma ricordiamoci che fino a tutti gli anni Cinquanta, molti anni dopo la fine di questi tentativi di continuazione della resistenza, l'Italia era nei fatti un paese sottosviluppato con livelli alti di analfabetismo lavoro minorile e fame. Si andava a dormire con un caffellatte e due fette di pane perché i salari non consentivano proprio di vivere. La gente  aveva pochissimi vestiti e scarpe, tutto era razionato per chi viveva di lavoro. Il libro racconta la vita da esuli di molti ex partigiani privati del lavoro e costretti a lasciare l'Italia perché comunisti alcuni dei quali ripararono in Cecoslovacchia.
Alcuni di essi avevano ucciso durante la guerra o subito dopo molti per motivi leciti in guerra altri no. Di questi la stragrande maggioranza pagò un prezzo alto ai suoi errori veri o presunti vivendo comunque di lavoro onestamente per tutta la vita.

Sembrano storie dell'altro ieri ma ricordiamoci che il berlusconismo e solo l'ultimo imbroglio che una parte della borghesia si è inventato per uscire da quella stessa Costituzione Repubblicana per la quale i partigiani hanno dato il
sangue. Culto del capo delegittimazione delle istituzioni scontro tra i poteri dello stato ingiustizia legalizzata si vuole ritornare agli anni Cinquanta all'ignoranza di diplomi vuoti di contenuto nelle scuole per i poveri, mentre i loro figli vanno a studiare in America,  alla disperazione dell'emigrazione di giovani e meno giovani per assenza di lavoro alla cementificazione del territorio, al dominio criminale su vaste aree del paese. mentre gli immigrati e non solo loro sono i veri nuovi schiavi. In un paese che non e riuscito mai a raggiungere per la stragrande maggioranza dei lavoratori i diritti ed il welfare che esiste nel resto d'Europa il berlusconismo è un tentativo di mandare ancora poi indietro l'orologio della storia. Report ha denunciato la scorsa domenica i tentativi della nostra borghesia, legata a doppio filo alla finanza, di distruggere le aziende sane come e accaduto al modello Olivetti, affondato dalle banche mentre Agnelli veniva foraggiato dallo Stato  o alle decine di aziende sane che vengono strozzate per mancato credito bancario, per non parlare dell'azzeramento delle spese per istruzione e ricerca mentre prosperano i palazzinari e i delinquenti che assumono in nero. I salari di ampli strati di popolazione non garantiscono più la riproduzione fisica della forza lavoro. In questo sta il tradimento degli ideali della Resistenza da parte di una classe politica che chi più chi meno ha contribuito allo sfascio e allo azzeramento dei diritti. Pensateci quando andate a votare. Non e un caso che siano degli outsider i futuri sindaci di Milano e Napoli se tutto va bene .
Non posso non rimarcare peraltro che la logica della violenza non porta da nessuna parte, questi fatti lo dimostrano ulteriormente come dimostrano che a pagare a parità di errore sono sempre gli umili e mai i potenti.
salam
amina salina

 

 



Venerd́ 27 Maggio,2011 Ore: 19:29