I RACCATTAPALLE

di Renzo Coletti.

Il popolo italiano è sempre stato legato al mondo del calcio: è lo sport più praticato, più seguito dai tifosi e il linguaggio comune è intriso di metafore calcistiche. Il passaggio da tifosi a raccattapalle è stato, però sempre più rapido ed incisivo. Le “palle”, si sa, sono rotonde e girano come eliche, quindi rimbalzano e rotolano lontane. Chi sono quei giocatori che lanciano fuori campo tutte le possibili palle goal? Da quando Berlusconi è sceso in campo, è nato un nuovo gioco: la rincorsa delle palle in ogni dove. Il fuorigioco è la norma e i corner sembrano caratterizzare le trasferte giuocate in campi europei. La statura media degli italiani è cresciuta di molto, quindi i passaggi di testa diventano un ampliamento della partita e aumentano la partecipazione democratica al fuorigiouco. L’arbitro sembra un vigile napoletano che guarda sempre altrove. La pubblicità interrompe il giuoco e un rovinar di palle salta di testa in testa. Uno dei prodotti più pubblicizzati sembra oggi un pacchetto magico chiamato sicurezza. Per acquistarlo devi entrare in politica, corromperti e lasciarti corrompere, puoi anche reprimere il dissenso e far divertire i poliziotti, ma è un po’traumatico. Un sacerdote sembra aver trovato un lavoro sicuro per i giovani; piena occupazione, salario zero, mobilità garantita. Volete lavorare? Bene! Piazzatevi in ogni dove, tenete gli occhi aperti, chiedete informazioni e fate ricerche accurate: insomma attendete il messia. Questo è il massimo d’allerta cattolico e non solo. La sicurezza richiede impegno e dedizione. Un mestiere più retribuito e avventuroso sembra essere il militare. Squadre di bersaglieri anti scippo, tromba alla mano, inseguiranno lestofanti e rubagalline comunisti. Le “soldatesse” seguiranno i militari, tirando loro su il morale e li cureranno con preghiere e sospiri; come prevedeva il giuramento delle infermiere di un tempo. Se il servizio sarà insufficiente e poco ispirato, il foglio di via rimetterà ordine ponendo fine all’insubordinazione. Nuove squadre e gironi stanno emergendo e nuove classi proletarie giocheranno le partite del futuro, mentre la rivoluzione fascista scenderà dagli spalti e sarà costretta al giuoco. Gli italiani, tifosi nati, già hanno preso posizione e cavalcano l’onda razzista e xenofoba mascherata nella paura. Magliette verdi abbarbicate nelle curve nord fanno spesso irruzioni di campo, brandendo fucili ad avancarica come randelli, ma evitano di sparare sia pure a salve: e se ci scappa il morto? Uno sfruttato in meno è pur sempre un autogoal. Vecchi prodotti come la “democrazia”, la “libertà”, “l’eguaglianza” invadono il mercato e il popolo dei raccattapalle, delirante e col naso all’insù, apprezza e colleziona le confezioni di tali prodotti come lattine di birra al papavero e coca boliviana. Nuovi lager sono meta di pellegrinaggi cultural nazisti, mentre antiche leggi, nate spesso nel nuovo mondo, emulate ed ampliate da Hitler, tornano a purificare l’umanità da razze inferiori e senza dimora stabile. Un esercito sempre più professionalizzato si addestra nella deratizzazione di topi particolarmente aggressivi e di razza napoletana. Tiratori scelti attendono la preda al margine delle discariche, acquisendo anticorpi all ’uranio impoverito e armi batteriologiche di nuova generazione. Se un improvviso silenzio cala sulla claque di turno, mentre facie malinconiche sottolineano minuti di silenzio e cordoglio, niente paura… sono varianti di corna antisfiga, per gli ultimi morti sul lavoro. Nuove tutele per una praivacy più garantista schedano le mani leste di piccoli rom in attesa della soluzione finale. La mia statura bassa mi impedisce di andare oltre: ficcare il naso negli “affari” degli altri può essere sgradevole e anti igienico.
Il bambino che è in me sogna di diventare capo cannoniere di una squadra multietnica e frantumare palle e ovuli di verlusconiana fattura e marcegalliana proliferazione.



Renzo Coletti.



Venerdì, 27 giugno 2008