Spazio Aperto
Le parole in piazza.

di Renzo Coletti.

Sciami di parole frugano alla ricerca di un senso. Emozioni attendono di riaffiorare ed infine nutrirci. Input ormai voli di farfalla nel grigiore delle idee, si rincorrono stanchi e frustrati nel bisogno di Credere. Credere è dare non più speranza, Credere non è ascolto passivo, Credere non è Fede quotidiana, Credere è trovare un senso alla propria vita. La ragione, se non è l’ultima frontiera, è il primo scalino che sale la china di quella montagna che chiamiamo coscienza.
L’Uomo ha superato a fatica e con molto sangue innocente, le sue ambizioni di potenza e dominio. Ogni conquista della scienza applicata alla tecnica, ha trascinato con se il pensiero e le ideologie, come ha cercato rifugio in una religiosità sempre più inadatta ad essere Dogma e verità assoluta. Gesù ha parlato, ha indicato, ha scacciato i mercanti dal Tempio, ha vissuto per riscattarci e avvicinarci alla comprensione che unisce ogni cosa in un progetto verso cui stiamo tentando di progredire e crescere. Oggi smarriti nel turbine della globalizzazione, un pensiero piatto e debole si estende a macchia d’olio, inguina la terra e la mente, poi degenera in discarica sociale e Politica. La Speranza non costa niente, ma chi vive sperando declina il verbo adagiare in tutte le sue forme. Vogliamo fatti, vogliamo certezze, vogliamo aspirazioni, vogliamo anche sogni, voliamo essere persona e creatura sacra come sacro è l’habitat che ci nutre e ci plasma e ci rende comunità, quindi cultura. Oltre la comunità, non ci può essere cultura, e comunità è vivere una dimensione armonica con gli altri e il nostro spazio tempo. Sono l’Uomo dei boschi e delle sorgenti, sono il fiume che conduce al mare, sono l’albero che punta diritto verso il cielo, sono la cittadina a dimensione Uomo, sono la Metropoli aperta al mondo che vi giunge, sono l’armonia di un suono che apre l’anima, sono il diapason su cui accordare lo strumento cuore. Le mie parole sono sole, i miei sentimenti inaridiscono, i miei passi incescpicano, i miei sentimenti sono il fardello di chi ha vagato tra le croci di un cimitero delle auto o le rovine di una periferia. Perchè tanto? Siete alfine sazi? Non temete, raccoglierete i semi che avrete piantato, una giungla da cui non riuscirete a districarvi. Le vostre spine e i vostri rifiuti, saranno il domani che ancora non concepite. Forse inventerete un antico gioco, e ognugno troverà il suo ruolo e ripulirà il suo angolo di mondo. Un canto liberatore illuminerà le vostre mani e azioni. Non cercherete altro che voi, perchè tutto è in voi, come voi siete in tutto. Qualcuno mi domanderà del lavoro, delle pensioni, del governo o dei diritti calpestati. Altri occhi vi scruteranno e vi diranno in silenzio: "Perchè l’hai fatto?" Il partito che non c’è, sarà la Religione che manca. Lo Stato sarà l’ultima menzogna che un grande polverone aveva applaudito con l’ultimo applauso alla vergogna.
Forse un giorno fonderò il partito che non c’è e la religione che manca. Allora sarà il vostro giorno se lo vorrete.

Renzo coletti.



Venerd́, 28 dicembre 2007