Quando ero piccolina mi veniva fatto divieto di seguire la messa a capo scoperto, ero una Maddalena evidentemente in fieri. Le prime domande che cominciai a porre a Don Diego, animatore di Gioventù Studentesca, furono quando avevo 14 anni e
cominciavano ad andare in voga le messe cantate con chitarra e a testa femminile scoperta. Cominciava ad apparire tutto un altro mondo
possibile: pane al posto dellostia, la scuola di Don Milani, contaminazioni gitaiole con agnostici e primi capelloni
contestatori a convegno cattolico. Mi convinsi, pur non abbracciando niente, che interpretare la vita come un
intellettuale di massa, era rivoluzione come quella fatta da Cristo. Ma già a diciassette anni, i frugali pasti a pane e
vino, post pubblica confessione-conversazione, finirono in Azione Cattolica, come Don Diego, da Roma in unoscura
parrocchia di Ostia Lido: prendere o lasciare. Mi posi fuori con rispetto sia mai, daltronde mi sembravano molti di più
quelli che lavoravano e studiavano gramscianamente, di quelli che la rivoluzione la volevano fare dentro alla Chiesa. Il Movimento studentesco del 68 e 69 con lo smantellamento dei cardini baronali e del signoraggio, fossero pure della
Chiesa e dellUniversità e della Fabbrica, mi travolse con la sua valenza culturale e creativa ma non al punto di entrare
nella lotta armata, e nè amarla per niente: già mi era sempre pesata la croce delle guerre coloniali e missionarie,
preferivo i fiori dentro i cannoni. Non entrai in fabbrica, che a Roma non ce nera una vera davvero, diventai una
bancaria, quella classe sfottuta da Venditti, dove si fabbricava lusura del risparmio, capii ben presto la Finanza
creativa per le masse.
Il marxismo-leninismo nella versione della Terza Internazionale, così allapparenza rivoluzionario come il Cristianesimo,
mi era andato subito molto stretto, come il nodo del fazzoletto sotto alla gola da portare a Messa. Nulla poterono i papi
buoni e gli scout libertari frequentati per un po dai miei figli, gli spretati e missionari di periferia, tantomeno le
suore che giocavano a pallone o le tonache a Sanremo: chi voleva poteva accomodarsi per la Comunione e alla sua
liberazione, non io.
Preferii le lotte per il divorzio, laborto, lantinucleare: mi sembrarono poi negli anni 90, tutte faticosamente assodate. E poi guarda un po, mi ritrovai nel 2002, giovane invecchiata a tempo perso, di nuovo di fronte alle parrocchie e ai
mercati di periferia , a vendere bandiere arcobaleno con volantini fieri di No Logo e a raccogliere tante, tante firme,
come i contratti di Borsa... Genova vissuta davvero, mi offriva unaltro mondo possibile, alla pari di una Rifondazione
della politica: manina nera, corpo a mò di tatzebao, lacrime e sorrisi, piovvero come i lacrimogeni e i randelli e la
violenza della non violenza propugnata. Sabati infiniti, che finivano con altri migliaia magari a Piazza Venezia, come in
quei primi anni anni 70, dove appena 100 metri più in là, un cordone montano di polizia, divideva il mondo possibile dallo
struscio indisturbato in acquisto per le vie del Corso, dove si scioglieva sfinito ma contento come un beota, quello
impossibile.
Stavo molto male quando morì Wojtyla, non cera altra notizia che la folla in attesa di piangere la sua morte: ero
sconvolta da questa partecipazione e me la sorbii da un letto. Se ne avvicendò un altro di Papa, assolutamente uguale come
tutte le fumate bianche e nere dei Padroni, che sono dovunque come Dio.
E se non taccio oggi come ieri, è perchè non trovo un altro Movimento possibile contro la Menzogna, e assisto alla perdita
dellItalia contro la Spagna sul Campo, ai divorziati divini e puri che ripasteggiano ad ostia, alle vergogne dei
missionari di essere italiani e cristiani, alla rivendicazione dellarcobaleno e del nucleare, della Vita e del Feto, della
Guerra in missione di Pace, della Rifondazione europea e globale del liberismo trasformista, al rimbombo mediatico con
suono austero ed imperiale di Chi dice:Lottare senza sosta per laccoglienza ai poveri.
E l’annuncio del regno di Dio e la proclamazione della sua presenza nel mondo, tra gli uomini: lo rimando ai nostri
debitori, come la fede la speranza e la carità, a quei pochi che non pagano mai e continuano a pasteggiare lautamente con
ostie ed etica, sbafando, minacciando e marciando in nome di tutte le donne e gli uomini di buona volontà che li
sostengono.
Sulla distruzione di Sodoma e Gomorra esistono varie versioni, solo il Mar Morto è rimasto tale perchè è un lago e i
pesci non ci possono vivere, tale è la concentrazione di sale ma i suoi fanghi giovano a livello cosmetico come i rotoli
rinvenuti che descrivono il Manuale di Disciplina, la Regola dellAssemblea, il Documento di Damasco, la Regola della
Guerra.
Il Grande Leviatano organizza come sempre lauti pasti, altro che ultime cene... magari in autunno, se vi mettete in
lista. Doriana Goracci
Lunedě, 23 giugno 2008
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