Spazio aperto
Labirinto

di Renzo Coletti.

Riceviamo e pubblichiamo


Il labirinto ha avuto nel passato una storia poco compresa e ancor oggi, si traggono conclusioni incerte e fantasiose. La mente e i suoi segreti, sono a mio avviso, la rappresentazione più simbolica appropriata di questo luogo misterioso. Inoltrarsi nel mondo delle idee e delle emozioni, è entrare nel labirinto più grande che possiamo concepire. Dove trovare una Arianna che ci attenda nel nostro viaggio tenendoci legati al filo a cui ci siamo affidati per non smarrirci? Quali incontri faremo nel nostro viaggio alla ricerca del mostro che vive nel nostro petto e ci rende così crudeli e spesso impotenti nella nostra evoluzione che leghiamo al progresso e alla scienza? Il processo di mondializzazione, sembra venirci in aiuto e traccia le fondamenta di un idem sentire e un possibile governo mondiale, dove le differenze sono solo percorsi della mente e traiettorie ininfluenti. Era così facile, così logico, così matematico, ma abbiamo impiegato millenni per capirlo e tentare di realizzarlo. L’Uomo ha in effetti le stesse esigenze, gli stessi doveri, gli stessi diritti, ma sopratuttto gli stessi bisogni. Creiamo dunque il nostro labirinto e lasciamo scorrere le idee ed i pensieri liberamente come liberamente sciegliamo il nostro credo religioso e il nostro sogno sarà solo un percorso alternativo. Prendiamo una gomma e cancelliamo tutti i confini, apriamo tutte le frontiere, uniamo tutte le lingue in una sola formula esteticamente artistica e ecco l’arcobaleno diventare luce. Ora possiamo iniziare il nostro viaggio all’interno del labirinto delle idee e delle forme e dei suoni, quindi usciamo dal nostro recinto politico cultural religioso e lasciamo alle nostre spalle la nostra esperienza e la nostra cultura originaria, abbracciamo un nuovo credo e preghiamo un nuovo Dio. Come sempre, il primo passo è il più incerto e rischioso, ma come un bambino trovata la sua autostima e la sua sicurezza, iniziamo la nostra avventura. Dopo 60 anni di cammino tra ideologie, religioni, partiti, sindacati, leggi, miti, eccoci giunti in un luogo chiamato italia, e con un clima mite e una natura rigogliosa. Nessuno ricorda nessuno capisce né immagina che siamo giunti al punto di partenza. Il linguaggio ci risulta familiare, persino il dialetto ci ricorda qualcosa e ci interroga nel profondo. Certo dopo 60 anni, le cose cambiano, le parole si consumano, le idee si sfumano, i miti si frangono come onde su una scogliera. Uno squarcio di luce e di ombre, ci rivela finalmente la nostra nuova condizione. Il labirinto ha ancora una volta tradito l’Uomo e la sua mente. C’era stata una guerra, vi erano anche dei vincitori, poi tra vinti e vincitori si era creato una intesa e le discordie si erano appianate. Gli ideali erano stati tradotti in costituzione e il governo era di tipo repubblicano e democratico. Come era stato possibile questo cambiamento? Chi aveva diretto le operazioni e teso i fili del nuovo ordine nazionale? Ecco che siamo di nuovo alla ricerca di una verità storica, ancora la scolarizzazione non ha gettato le basi sufficienti per una interpretazione omogenea e oggettiva, quindi il dialogo è difficile e il linguaggio sempre meno appropriato. Procediamo per ordine e iniziamo dalle prime elezioni del 1948. La guerra partigiana aveva dato al nostro paese una possibilità di essere in parte riconosciuto idoneo alla concertazione per il suo futuro e lasciando alle spalle il fascismo e l’alleanza con il nazismo di Hitler, aveva creato quel movimento cattolico e politico che è stato il fulcro intorno al quale anni di governo hanno ruotato. La lotta partigiana, aveva visto come protagonisti principali, i teorici di quel movimento ideale materialista, che si chiama Socialismo e Comunismo. Il mondo diviso in due blocchi, (Stati Uniti e URSS ) iniziava nell’immediato dopoguerra, la sua gestione territoriale. L’Italia inserita nel blocco occidentale, nasceva così con un governo, che fu il frutto di mediazioni poco comprese e vissute coscientemente, ma di fatto operate sotto una parvenza democratica. Le elezioni del 1948, sono state di fatto truccate e la vittoria Della D.C. non è stato che il risultato delle mediazioni tra Partito Comunista, e la sinistra tutta, con il Vaticano e il potere Americano che ovviamente giocò la sua partita con chi gli aveva aperto la strada all’invasione del nostro paese. La logica del vincitore, funzionò come sempre e la ricostruzione del nostro paese visse il suo processo, tra mille contraddizioni e mille equilibri, ma con margini di libertà e distribuzione della ricchezza abbastanza buoni e nel segno della crescita su tutti i fronti. La Chiesa mantenne i suoi privilegi, la mafia dilatò i suoi orizzonti e poteri, il partito comunista e quello socialista, accettarono il ruolo di opposizione, mentre le loro basi elettorali lottavano per il futuro paradiso del popolo. Il fascismo messo al bando pubblicamente e costituzionalmente, mantenne un suo ruolo e una sua realtà politica, attraverso il camuffamento all’interno di varie realtà di partito. Quindi la Democrazia italiana, sin dal suo sorgere, è stata un bluff e un mito.
Tornando al punto da cui siamo entrati nel mondo delle idee e nel suo labirinto, ritroviamo nel pensiero e nel programma, una verità universale ed un cittadino del mondo ideale verso cui dirigerci e a cui ispirarci. Il crollo dell’Urss, ha creato le condizioni per lasciar pensare ad un impero mondiale anglo-americano, e una occidentalizzazione internazionale di ciò che può essere definita cultura democratica e liberista. Il capitalismo, tradotto in mercato, può essere raffigurato in più modi e versioni, quindi perde di fatto la sua traduzione in realtà possibile ed economica, per tradursi invece in un sottolinguaggio aperto a più interpretazioni con sostanza solo apparente. Anni di lotte sindacali, decine di morti ammazzati nelle strade, violenza e terrorismo si sono concluse in un degrado culturale, senza precedenti. Le ideologie ed i partiti definiti della prima Repubblica, si smantellano e si riproducono con mille forme e simboli, ma il contenuto è una variante della stessa concezione liberista e del nuovo darvinismo sociale. Il filo d’Arianna della Storia, si interrompe tranciato dal crollo del muro di Berlino e ogni interpretazione dei fatti è pura falsificazione e ipocrisia. Nasce una nuova concezione politica, ovvero chi aveva sempre tenuto le redini del potere, esce in parte allo scoperto e nasce il Partito Azienda per eccellenza. Ciò che resta della D.C. si frammenta sia a destra, sia a Sinistra. Il centro è davvero un rebus e un artificio mentale verso cui tutti tendono ad incontrarsi e da cui tutti in realtà si guardano bene dal rappresentare. Il bipolarismo infatti non può contemplare che due formazioni in opposizione e intercambiabili all’abbisogna, ma non può essere definito che una porzione più o meno consistente dell’area centrista. L’Uomo ha sempre vissuto la Storia, indicando e combattendo ciò che possiamo definire il nemico del momento e il primo obiettivo è il suo annientamento. Il nemico nazifascista, ha avuto il suo ruolo e la sua porzione di sangue, mentre il nuovo nemico, il comunismo, si è consumato nel proprio contesto , mentre resta vivo il suo nome e il suo colore ricordandoci la sua presenza e il suo potenziale pericolo. L’unificazione europea, compie i primi passi, la moneta viene unificata, le frontiere aperte e il mercato sia finanziario che commerciale viaggia ora alla velocità della tecnologia che la scienza ci propone come rincorsa verso il nuovo mondo. La potenza americana, emerge e si rafforza, mentre altre potenze si affacciano all’orizzonte internazionale. Questa volta il nemico, non può essere una ideologia, non c’è più spazio per questo, quindi per unire le forze in campo, occorre un nemico più subdolo e stratificato in diverse aree del mondo, quindi cosa può essere più idoneo di un credo religioso con la dimensione appropriata e un fondamentalismo tristemente amplificato da un colonialismo spietato e rapinatore dei suoi territori conquistati e repressi, quindi sfruttati sino all’osso. Il benessere chiamato progresso, si nutre principalmente di fonti energetiche che trovano nel petrolio e i suoi derivati, la maggior fonte di ricchezza e consumo obbligato. Se il colonialismo si ritira dai luoghi di conquista, non altrettanto avviene per le sue forze industriali ed economiche. Ora il nemico più convincente, il più consono all’abbisogna, il più tradotto in fondamentalismo, il più presente e ragionevolmente imputabile, diventa l’Islam. L’emigrazione sembra avvalorare questa ipotesi, il razzismo latente in tutti noi, la paura del diverso e una Fede alternativa, fanno dell’islam il nemico ideale, tradotto anche in terrorismo e antisemitismo. Ora il nostro paese, diretto e governato da partiti privi di ideologia reale, privi di rapporti con la propria base, alimentati dalla informazione totalmente al servizio dei poteri mondiali bancari e finanziari, giustifica la propria presenza alla guida del paese, attraverso modificazioni del proprio nome, del proprio simbolo, nel ricordo di antiche emozioni e lotte, in nome della Democrazia in pericolo, della libertà sempre in bilico tra un possibile attentato o un rigurgito marxista e una perdita di identità religiosa e in nome del libero mercato.
Si aprono fronti militari, si investono capitali in nuovi armamenti, si ampliano basi militari Americane sul nostro territorio, si arruolano assassini di professione chiamati contractors, si invadono paesi con pretesti e invenzioni assurde. La Pace diventa missione militare, la guerra al terrorismo non è lavoro per polizia internazionale o servizi segreti, ma è forza militare nazionale che impegna risorse e uomini su fronti a noi mostrati come il nemico e stato canaglia chi non è della partita.
La vita scorre come in un tunnel e lo sbocco è ancora buio e inaccessibile. Un nuovo labirinto ci avvolge e ci circonda di diritti perduti, di lavoro precario, di pensioni mito, di sanità per pochi, di padroni sindacali, di repressione e di violenza mai vissuta e arrogante nel suo essere manifestazione. Un vecchio nemico apparentemente sconfitto più di mezzo secolo fa, ritorna nelle piazze, si arrocca sugli spalti degli stadi, si rigenera nella solitudine esistenziale e nel senso di impotenza e sfiducia generale. Cosa fanno i nostri politici? Creano un nuovo partito e lo chiamano Partito Democratico, mentre dall’altra parte, nasce in un sol giorno il nuovo partito azienda. I comunisti, si proprio loro, la rifondazione comunista, si proprio quella, quale problema affrontano? I potenti si alleano e indicano e finanziano un leader, poi lo ergono sulla piramide dei media, quindi lo propongono e lo fanno votare. Creato il leader, ora può nascere il partito annunciato e sarà Veltroni il suo leader naturale. Per fortuna che è un partito Democratico, altrimenti cosa sarebbe una operazione del genere se non una manifestazione di oppressione telediretta? I comunisti, dopo aver votato la militarizzazione del nostro territorio, l’acquisto delle nuove armi, l’aggressione agli stati del terrore, dopo aver cancellato ogni libertà reale, discutono impunemente sul simbolo del partito. Falce e martello! Questo è il dilemma!
Noi portatori della fiaccola dell’utopia, noi persone ancora capaci di un proprio pensiero, noi uomini di credo inter-religioso, noi uomini e donne liberi da ogni volontà di potenza e egocentrismo infantile, noi Uomini di giustizia e quindi Pace, noi abitanti e figli del nostro Pianeta Terra, noi guardiani della cultura e dell’arte, noi uomini forse proiettati nel futuro ad immagine e somiglianza di dio, cosa abbiamo intenzione di fare e di proporre? Un nuovo labirinto è innanzi a noi, un nuovo percorso sarà la nostra fine o il nostro possibile futuro. Un Nuovo Dialogo ci attende, ma personalmente lo pretendo alla pari e con eguale dignità. Un Dialogo non deve più essere forma, non deve contemplare la rinuncia al diritto, non deve essere tolleranza ad ogni costo, non può essere pace annunciata e proposta iniziale. La Giustizia e la libertà e la dignità, sono il primo obiettivo e forse l’immagine di provenienza latino americana, di un Gesù con il fucile in spalla, può essere una nuova visione del portatore di nuove forze ed energie capaci di cambiare il mondo. Prima della resa, la resistenza è obbligo e fine.


Renzo Coletti.




Lunedì, 26 novembre 2007