Su Luxuria, «Liberazione» e l'Isola dei famosi

di Luca Martinelli – Collettivo Italia Centro-America (Cica)

 martedì 25 novembre 2008
Ciao a tutti.
Il Collettivo Italia Centro America ha inviato questa lettera al quotidiano "Liberazione", in risposta allo scandoloso articolo con cui il quotidiano di Rifondazione comunista "celebra" oggi la vittoria di Vladimir Luxuria all'Isola dei famosi.
Fate girare.
Luca

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“ Forza Vladimir, hai vinto tu”. Davvero? Ne siamo sicuri? Le parole con cui Angela Azzaro celebra la “vittoria” di Luxuria all'Isola dei famosi mi fanno vergognare. Secondo la giornalista di Liberazione, Luxuria “ha spiegato a milioni e milioni di italiani che la realtà è diversa e che anche questa realtà deve godere degli stessi diritti della presunta maggioranza”. E, perciò, dovremmo ringraziare “anche a Simona Ventura, che con Vladimir ha tirato su gli ascolti (è l'edizione più vista dell'Isola) ma anche il nostro morale”.
Il mio morale, purtroppo, è a terra: dopo le lettere del nostro Collettivo Italia-Centro America, Luxuria aveva promesso di portare sull'isola e in televisione il tema dei diritti indigeni delle popolazioni garifuna -quelle che vivono nell'arcipelago dei Cayos Cochinos, che non è disabitato né uno scoglio sperduto in mezzo al mare-. Non lo ha fatto, il “compagno” Luxuria, ma non ne avevo dubbi: non ci ha voluto mostrare il suo contratto, le clausole che aveva firmato con la Magnolia di Giorgio Gori.
Magnolia, la società produttrice del format; la società a cui la televisione di Stato, la Rai, dà ogni anno soldi dei cittadini per permetterci di vedere il reality in televisione.
Soldi che gravano sul bilancio pubblico. Quanto paga, ogni cittadino italiano, per permettere la trasmissione dell'Isola dei famosi? Ce lo dicano gli ex deputati ed ex senatori di Rifondazione.
E allora un invito: il prossimo anno non pagate il canone Rai. Boicottiamo una televisione di Stato che scende allo stesso livello delle televisioni private del presidente del Consiglio, complice -negli ultimi quindici anni- di una deriva consumista che ha messo in ginocchio il Paese e le coscienze degli italiani.
Mi stupisce, di fronte a tutto questo, che Rifondazione comunista stia zitta, anzi celebri la vittoria di “una di noi” all'Isola.
Soprattutto, però, mi spiace che la Azzaro -e Liberazione- celebrino la vittoria di Luxuria come una vittoria dei “diritti”. Perché la parola diritti si declina, appunto, al plurale, e non può limitarsi a considerare che con Vladimir “si rompe il tabù dell'eterosessualità a tutti i costi”. Riteniamo utile e necessario, imprescindibile, aprire sulla televisione pubblica un dibattito serio sull'omosessualità, su “una società che fonda il potere degli uomini sulla divisione netta tra i ruoli, i generi, tra etero da una parte e gay e lesbiche dall'altra”. Ma non è l'Isola dei famosi, senza dubbio, l'ambito in cui farlo.
Ai lettori di Liberazione, elettori di Rifondazione e di certo sensibili al tema dei diritti umani a tutto tondo, mi piace ricordare solo un paio di episodi accaduti nella zona dei Cayos Cochinos e nella Bahia de Tela. Notizie, purtroppo, che non hanno trovato spazio tra le pieghe della televisione di Stato.
Il 24 settembre 2008 è stato assassinato il pescatore garifuna di Triunfo de la Cruz Guillermo Norales. L'omicidio è firmato da soldati della Marina honduregna della città de La Ceiba, che pattugliavano le acque nei pressi del Refugio de Vida Silvestre de Cuero y Salado. Si perché in Honduras, come in tutto il Sud del mondo, quando si crea un'area protetta, impedendo la pesca, ciò avviene per permettere uno sviluppo turistico “per gli occidentali” (nel caso della Bahia de Tela il progetto si chiama “Los Mycos Beach and Resosrt Centre”), togliendo di mezzo gli abitanti originari del luogo.
Lunedì 13 ottobre, invece, un incontro con la Marina honduregna di stanza nell'arciplego dei Cayo Cochinos (quello dell'Isola) è toccato invece a Joel García e Minor López. I due pescatori garifuna sono stati bloccati nei pressi del Cayo Bulaños, minacciati di morte, privati del loro cayuco (l'imbarcazione tradizionale dei garifuna), e gettati in mare. Gli effettivi della Marina si sono poi ritirati, portando con loro il cayuco, unica fonte di sostentamento per le famiglie garifuna dei Cayos Cochinos, verso la base di Cayo Mayor.
Eccolo, il mare “aperto” dell'Isola dei famosi.

Luca Martinelli – Collettivo Italia Centro-America (Cica)
 
A cura di Marzia Coronati • 7 Maggio 2008
 
In questa puntata, l’ultima dall’Italia prima di partire per il Perù, la redazione di Enlazando Radio racconta la storia dell’isola dell’Honduras saccheggiata da imprese turistiche, tra cui l’italianissima Astaldi. Per far luce su questa vicenda, abbiamo parlato con due esperti: Luca Martinelli, della Campagna della Riforma della Banca Mondiale, e Magdalena Perez, indigena Talupan che oggi vive a Roma.
Il forum Enlazando Alternativas 3 sarà anche l’occasione per seguire alcune delle udienze che sta portando avanti il Tribunale dei popoli, tra queste probabilmente, quella relativa al caso della nota impresa costruttrice italiana Astaldi in Honduras, vicenda che, come vedremo, è strettamente collegata alla produzione del format televisivo italiano “L’isola dei famosi”.
Era il 17 agosto del 2007 quando Manuel Zelaya, presidente dell’Honduras, poggiava la prima pietra del progetto “eco-etno turistico” Los Micos beach and resort”, 4 hotel cinque stelle, 256 ville di lusso , campi da golf, centri commerciali all’interno del parco nazionale protetto Jeanette Kawas, area che comprende un tratto di spiaggia di 3 km per 300 ettari in una zona prima vergine, dove c’era solo una laguna e un parco di mangrovie.
Un progetto che è stato ben pensato dunque, e che si è fatto pubblicità prima di aprire i battenti, assicurandosi frotte di turisti con bandana emozionati all’idea di toccare la terra delle star della tv, chiudendo un occhio sul peggioramento delle condizioni di vita della popolazione locale e sull’impatto ambientale. Fino ad oggi centinaia di pescatori sono stato costetti a farsi ospitare da altre comunità del posto.
I mostri turistici nelle isole hondurene non sono purtroppo una novità: già nel 2002 si era dato inizio alla costruzione del complesso Marbella, ville di cemento armato con giardino in riva al mare; in quella occasione la comunità si organizzò e si costitui un comitato di difesa della terra sotto la guida di Jesus Alvarez e Alfredo Lopez: il primo viene assassinato nel 1997, il secondo arrestato con la falsa accusa di narcotraffico.
Il contro-forum di Lima è ormai , alle porte, l’incontro tra la società civile europea e latinoamericana infatti, ricordiamolo, si svolgerà nella capitale peruviana dal 13 al 16 maggio, per l’occasione Amisnet sarà proprio lì a seguire i lavori insieme al foro de radio i medios indipendientes, e quindi continuerà questa trasmissione che da settimanale, per cinque giorni, sarà quotidiana.


Giovedě 27 Novembre,2008 Ore: 14:23