Spazio aperto
L’idea

di Renzo Coletti.

L’ultimo atto sta per compiersi. Greggi di popolo si addensano per l’ultimo applauso. L’attesa è spasmodica, il risultato incerto, il fragore garantito. Il pugno di Dio sta per calare sul nostro pianeta e tutto sarà altro. Mani incoscienti si giungono e invocano Il miracolo. Una morte felice è illusione e speranza che il mito ha predetto. Uno schermo gigante ricorda i punti salienti della vita umana: il dolore, la miseria, la guerra, la tortura e la paura sono immagini, suoni, odori e vissuto senza scopo. Bambini incoscienti continuano i loro giochi di guerra. Un’aquila reale volteggia nel cielo e saluta disegnando una svastica. Il suo ghigno è feroce e gli occhi sembrano iniettati di sangue. Qualcosa la incuriosisce e si getta in picchiata. Un neonato è la preda. Il gregge umano osserva impotente e silenzioso, le emozioni sono passato. il neonato è felice e saluta con la manina. Lo schermo gigante delle menti, proietta una cometa e il picco di una montagna. Un nido di aquile, si ravviva e un folto piumaggio quasi cela e riscalda un Piccolo bimbo. Un presagio? Il pugno di Dio ha dunque un volto? Qualcuno ricorda ed un sussurro si estende tra la folla: “Dio è con noi”. Un’antica fortezza ora Tempio, celebra un rito segreto e un fumo denso invade le anime divenute così immortali. Giovani guerrieri sono pronti all’estremo sacrificio. I corpi moriranno, ma le anime vivranno di altre anime e il pugno di Dio apparterrà all’idea.
Le luci si accendono, il film è terminato.
Ancora una volta nella storia, tra mito e realtà, una setta segreta ha compiuto un rituale satanico e un fuoco rubato a Prometeo, sarà l’idea che tenterà la conquista del mondo. La morte ha forse viaggiato nel tempo, ha travolto anime inconsapevoli, uomini contro sono la realtà del passato, del presente e saranno futuro. Il nuovo Messia è ora tra le vette delle montagne che sfiorano il cielo. Tutto è pronto e il botto finale sarà il risultato che la volontà di potenza mitizzata dall’Uomo ha legato al simbolo dell’aquila reale .
Il regista che è in me, ancora non è sazio. Una colonna sonora mi avvolge come un mantello e un popolo in marcia attraversa il deserto in un esodo storico senza eguali. La Terra Promessa è la meta e il Credo. La marcia durerà secoli e il vissuto delle varie tappe è storia di Fedi a confronto e ideologie contrapposte in un groviglio di certezze e dogmi. Eserciti in marcia sono vincitori e vinti di una Storia mai scritta né compresa.
Un destino implacabile travolge il mondo. La forza dell’idea ha trovato il suo momento e sfoga la sua natura diabolica.
Un fumo nero e denso oscura un cielo grigio come un tappeto di cenere. Occhi spenti attendono il mostro di cui saranno cibo e rito. Un odore fetido è il respiro della voragine che dilata le fauci avide di carne umana. Un linguaggio oscuro e stridente dirige il macabro festino. Il buio avvolge il crimine nel silenzio e l’incubo di menti che non distinguono più il sogno dalla realtà. Sentinelle come spettri attendono un’alba che nessun raggio di sole potrà illuminare. Un rombo lontano si sta lentamente trasformando in speranza e un tremulo bagliore di luce lo accoglie. L’ultima ora è suonata e il mostro si contorce e crolla. Occhi increduli si ravvivano e lacrime di commozione ritrovano l’antico percorso e scendono sulle gote smunte e stremate dal dolore e la paura.
Sguardi cercano altri sguardi col cuore gonfio e negli occhi l’ultima scintilla in cerca di un affetto che pochi assaporano e ricordano in un abbraccio e nel grido d’un nome. L’amore ritrova il sapore d’un bacio tremante e stupito. Il suono d’una campana scandisce il tempo di un ritorno tra l’attesa e la speranza ancora timorosa e solitaria. Binari infiniti attraversano campi incolti e macerie che rimproverano silenziose come gli sguardi che si interrogano.
La guerra è finita!
Il film della vita si snoda veloce e il futuro ritrova il suo bisogno di esistere. La Storia, ancor giovane e immatura, è una serie infinita di perché senza risposta, con testimoni reticenti, distratti, assenti, sazi di ricordi e memoria. Idee a confronto dividono la belva umana in due storie parallele e contrapposte simili a trincee ancora scavate nell’odio e la competizione di pochi e il sacrificio dei molti. Un popolo esangue cerca un nuovo tempo e un antico spazio. La terra promessa non può attendere il compiersi della profezia. La marcia nel deserto scandisce la lotta della disperazione e la volontà di essere popolo e nazione. Ancora sangue e paura diventano il pane quotidiano che non sazia né nutre.
Un muro divide i vinti del momento e il prezzo pagato con la vita di milioni di persone sarà vergogna e disprezzo da subire. L’odore acre di quel fumo che avvolgeva il corpo e l’anima del guerriero per trasmettere l’idea,, si spande in tutto il mondo confuso tra altri odori quotidiani
Marzo 2008: scenario: campagna elettorale italiana. Città: Napoli.
La capitale italiana della canzone, la città simbolo del cielo terso e del sole splendente; meta turistica con un litorale tra i più belli del mondo, è ora sommersa nella spazzatura. Cittadini umiliati, intossicati, morenti, terrorizzati dalla criminalità e dallo Stato, si ribellano come possono e sanno al mostruoso che li circonda. Il simbolo della repressione e della barbarie raggiunta, è l’incaricato dal governo, ora esangue e in cerca di ricambio, commissario straordinario, inviato esercito appresso, per la soluzione al problema. I buffoni e amorali di turno, privi di ogni senso di dignità e immuni dalla vergogna, si cimentano in una tragicomica campagna elettorale. Mani ormai protesi e strumento di asservimento inconsapevole, applaudono allo scempio di ogni valore etico e morale pensabile ed immaginabile. Un ex comico, ora al confine tra il manager e il politico, investe il suo capitale e il suo umorismo di bassa lega e di volgare estrazione, certo del risultato raggiungibile e opulento. Un clero avvizzito e irreale, celebra l’ultima gloria in riti e linguaggio dei vincitori, (in latino) al margine di discariche sia di merci che umane. Un Papa di grande Germania, compie l’ultima crociata in un mondo dissolto tra le rovine di civiltà e piegate al destino della mondializzazione.
Una nuova invasione di barbari di longobarda memoria, minaccia la secessione del nord Italia, in nome di una superiorità ed una etnia basata sulla ricchezza procapite. Il sud reagisce con una sua lega e le isole ritrovano la voglia di autonomia e lo Stato cede al ricatto di una mafia sempre più internazionalizzata e pronta a liberarsi dei vecchi reperti storici che ne costituiscono il braccio armato. La violenza è sempre più a basso costo e parla lingue diverse.

La ricerca di una Europa unita, si sgretola nel suo impianto cultural politico, mentre la moneta unica celebra in un signoraggio bancario senza limiti e confini etici o morali, un trionfo che sarà il canto del cigno. Il seme della discordia è giunto sul territorio più fertile e corrotto. Un genocidio mai narrato e tenuto in considerazione, sarà popolo di zingari ancora vittima e carne da macello.
L’Italia del malaffare e dominata dal potere anglo americano e israeliano, riconosce l’indipendenza del Kosovo e avvalla l’instabilità più subdola e pericolosa che il potere mondiale ci offre su un lacrimatoio ancora umido per un passato recente e colposo. La campagna elettorale continua e coincide con la campagna elettorale americana. Quell’odore acre disperso in tutto il mondo si ravviva e giunge alle narici più sensibili. Nuovi genocidi stanno compiendosi in ogni dove e la belva umana sente l’odore del sangue e rinvigorisce ed è pronta all’ultima impresa. Il mondo sarà l’ultimo pasto macabro e il primo desiderio da saziare.
Una statua enorme di Prometeo si erge davanti ad un colosso bancario, la G.P. Morgan, e sembra sorridere ansioso. L’idea ha viaggiato nel tempo e nello spazio ed ha raccolto i suoi antagonisti in un unico mostro Associazioni segrete e servizi deviati, hanno nutrito per anni le menti di follia criminale, mentre religioni e sette, di nuova invenzione si uniscono e ingannano il bisogno di credere con un elemento unificante irrealizzato e irrealizzabile. L’idea definita Pangermanesimo insieme al Panslavismo, lasciano il posto al palladismo statunitense e al sionismo anglo americano e israeliano, mentre il marxismo ed il fascismo hanno raggiunto un punto d’incontro che uomini di entrambe le credenze non colgono e non intuiscono come pericolo e nuovo barbaro connubio di crudeltà.
Interessi comuni creano super clan che accolgono il potere in ogni sua forma e delirio. Il pianeta sta per ribellarsi e lo scontro sarà ora tra natura e presunzione umana che scruta il sistema solare e sogna la conquista dello spazio.
La terza guerra mondiale è ora passato.
Le folle vagano tra macerie e morte, mentre il potere ha perso l’ultima chanche per la nuova conquista dello spazio. Occhi stupiti e assopiti in un torpore demenziale, osservano il cielo e il volo di aquile che inventano giochi e danze propiziatorie. Il nuovo messia a giudicato! Una serie infinita di valanghe scende lungo le valli e le acque si innalzano. Un rombo assordante e continuo saluta il genere umano e accoglie il nuovo eletto che dispiega le ali e attende l’esito finale.
La Terra tornerà ad essere la madre di chi la saprà amare e curare con giusta ragione e intelletto. L’Uomo ha fallito, un simbolo usato dal potere è divenuto il potere stesso e sarà la nuova complessità che sfiderà la corsa del tempo che il sole concederà per trasformarsi in padre del mondo e della vita.


Renzo Coletti.



Martedì, 04 marzo 2008