Spazio aperto
GAIA E LA SUPER TECNOLOGIA

di Renzo Coletti.

Gli eterni al servizio della nobiltà nera


Un’antica Dea, la madre Terra, ritrova la sua femminilità e l’orgoglio nell’emergenza di una rivoluzione culturale. Una Storia percorsa in fretta o trascurata ritrova spazio e magia. Fiumi, foreste, laghi, orrizzonti marini e vette innevate tradiscono un sentimento soffocato e un’antica preghiera commuove i nostri cuori inariditi, simili a case dimenticate che odori profondi fanno riemergere nella mente e nell’anima.
La scienza sembra riconoscere all’antica Dea Terra la dignità ed il rispetto dovutole. L’umanità ormai sola con la sua “ragione”, certamente inseguendo un istinto forse più lontano e sconosciuto, fruga lo spazio in cerca di compagnia intelligente. Viaggi spaziali confermano la nostra solitudine: Marte, il pianeta più promettente, non ha vita. Un punto d’osservazione nello spazio è orizzonte di un “tutto” che è più della somma delle parti. Alla Dea Terra viene imposto il nome Gaia, la si riconosce come essere vivente nel suo insieme e respiro vitale. Il grembo di tutte le cose è ora nutrimento per la piccola parte più adattabile ed evoluta della sua prole diversificata. Quale madre l’abbia partorita, quale ingegno l’abbia evoluta è ancora mistero e magia. La società matriarcale, così come c’è dato di sapere, era basata sull’aiuto reciproco ed estranea alla guerra. L’arte cominciava il suo cammino nella costruzione di strumenti necessari al quotidiano, ma ricchi di forme ingegnose e armoniche. Nessuna discriminazione sessuale era concepita, il maschio simboleggiava la natura selvatica e il cacciatore per necessità tracciava un confine territoriale in cui avventurarsi per soddisfare l’istinto migratorio. Le leggi evolutive sfuggono ancor oggi ad una logica consequenziale e universalmente riconosciuta, quindi, per ragioni oscure, si ha il passaggio ad una società patriarcale in cui la componente maschile trova la forza di prevalere su quella femminile, imponendosi nella cultura, nel mito e nella concezione di un Dio maschio possibile. Le radici indo-europee, soffocate brutalmente e derise dalla nuova società dominante, oggi ritrovano, sia pur a livello quasi inconscio, nei movimenti ambientalisti, pacifisti, femministi, bioregionalisti, un’emergenza in equilibrio tra una biforcazione evolutiva possibile. Negli anni 40 un gruppo multidiscipinare di scienziati (fisici, biologi, matematici, sociologi e non solo) decise di aiutare l’America nel suo sforzo bellico e diede inizio ad una ricerca poliedrica mai sperimentata prima, in cui ognuno collaborava ed interagiva strettamente con gli altri. Il risultato fu eccezionale: furono realizzati i primi computers e poste importanti premesse per la creazione di una mente artificiale, dando inizio al cammino ancor oggi oggetto di ricerca. La teoria darwinista mantiene il suo ruolo dominante, pur essendo stata superata da nuove scoperte evolutive che sono volutamente celate e respinte nelle loro fondamenta. Le stratificazioni della crosta terrestre, l’estinzione di specie dominanti ed il mutamento d’alcune forme di vita verso una complessità superiore, confermano modificazioni dell’habitat con l’estinzione di specie animali e l’affermazione di altre un tempo costrette in una nicchia biologica marginale. L’estinzione dei rettili ed il nuovo predominio dei mammiferi creano le condizioni per l’evoluzione umana, oggi forse al limite delle sue possibilità di sopravvivenza. Le modificazioni climatiche, le eimissioni indiscriminate di materiali inquinanti, lo sfruttamento ad esclusivi fini di lucro e potere delle materie prime, le cementificazioni e deforestazioni selvaggie, il consumismo finalizzato all’aumento della produzione di beni superrflui, stanno riducendo seriamente la sopravvivenza dell’umanità e traghettando il pianeta verso una nuova biforcazione possibile nella sua selezione della specie più adatta al nuovo habitat. L’Uomo ad immagine e somiglianza di Dio, nel suo decantato libero arbitrio, potrà rispondere alla sfida evolutiva in modo intelligente e vincente? Su quali e quanti punti di forza possiamo intervenire per evitare il peggio? Sarà ancora la preghiera, la medicina più usata, a salvarci? Sarà la scienza e l’uso corretto della libertà e della Democrazia il nostro punto di forza? Un nuovo ritorno all’ecologia profonda ed alle leggi naturali sarà possibile ed auspicabile in un medioevo di ritorno? Cercherò ora di rispondere agli interrogativi posti sin qui. Nonostante le ideologie abbiano condotto a questa situazione, a dir poco disastrosa, nonostante le religioni abbiano fallito in ogni dove, la mente corre, nel bisogno, subito alla ricerca di un programma politico e ad una morale capace di soddisfare i nostri bisogni e risolvere i nostri problemi. Un rapido sguardo all’intorno, soprattutto a livello nazionale, ribadisce l’incapacità programmatica in ogni settore osservato, sia sotto l’aspetto politico, sia sotto quello economico, sociologico e spirituale. Il vero problema è a chi attribuire la responsabilità, l’inettitudine che ha causato questo fallimento pressochè totale e che una visione culturale riduzionista, superba ed egocentrica ha cercato di risolvere creando una divisione tra mente, mondo circostante e universo conosciuto. La concezione di una legge naturale, quindi immodificabile e d’origine divina, per secoli ha condizionato l’orrizzonte umano e il modello sociale occidentale. Sarà la rivoluzione francese, con i suoi valori borghesi, a separare l’aspetto scientifico dalla visione di sottomissione intrinseca in un credo ed una fede religiosa. L’Uomo insegue la sua Libertà, il suo diritto all’egualianza e il diritto dovere della fraternità. Il laicismo, l’agnosticismo, o l’ateismo, trova nelle ideologie e nelle proposte economiche diversificate, un possibile processo globalizzante caratterizzato dall’avanzamento di una tecnologia sempre più perfezionata, una parte d’umanità, identificandosi in una razza superiore o ad un popolo elettoda Dio, cerca di assoggettare la natura ed una parte della stessa umanità considerata inferiore. Avendo trattato altrove il problema della massoneria e dei movimenti mondialisti, evito di ripetermi, ma propongo uno slittamento all’indietro che può far comprendere meglio come il senso di superiorità razziale e la giustificazione di un darwinismo sociale provengano da una minoranza molto lontana nel tempo, nativa di due nostre città italiane, un tempo molto potenti e protagoniste insuperate nei commerci internazionali: Genova e Venezia. Anche in questo caso sarò brevissimo, le motivazioni sono varie e in parte ovvie. Immagino che per molti la “nobiltà nera”, sia argomento sconosciuto o solo sentito nominare in modo vago. Com’è facilmente constatabile, argomenti come la massoneria, la nobiltà nera, il signoraggio bancario, la privatizzazione delle banche nazionali o europee e statunitensi (che stampano moneta) sono tabù che i media evitano di nominare e tantomeno dibattere. Non sono un eroe e anch’io come si dice… “tengo famiglia”.
Le poche notizie che vi darò sono tratte dal testo “Le società segrete e il loro potere nel XX secolo”, scritto da Jan Van Helsing e da indagini svolte dal Dott. Johon Coleman, ex agente del MI 6, una vera autorità in questo campo di ricerca. Stiamo parlando delle oligarchie di Genova e Venezia, che avevano privilegi commerciali nel XII secolo.
Il dott. Coleman dice:
"La prima delle tre crociate, dal 1063 al 1123, instaurò il potere della Nobiltà Nera veneziana e rafforzò la ricca classe dirigente. L’aristocrazia della Nobiltà Nera ottenne il potere assoluto su Venezia nel 1171, quando la nomina del doge fu trasferita a quello che fu conosciuto come il Gran Consiglio. Esso comprendeva i membri dell’aristocrazia commerciale, e ciò fu un totale trionfo per loro. Da allora, Venezia restò nelle loro mani, ma il potere e l’influenza della Nobiltà Nera veneziana si estendono ben oltre i suoi confini, e oggi, nel 1986, sono sentiti in ogni angolo del globo. Nel 1204, l ’oligarchia distribuì delle enclaves feudali ai suoi membri, e da allora iniziò la grande crescita del suo potere e della pressione finché il governo non diventò una corporazione chiusa formata dalle più potenti famiglie della Nobiltà Nera."
Le oligarchie genovesi non furono da meno, quindi un’accurata ricerca conduce alle case reali europee e a grossi poteri finaziari imondiali, comprendenti le potenze bancarie e multinazionali che oggi dirigono il mondo. La razza bianca occidentale, la religione ebraico cristiana, i nuovi imperi economici, politici, militari (impero anglo americano e israeliano) sono il risultato dell’intreccio delle super massonerie e gruppi segreti con cui oggi dobbiamo fare i conti. Non è difficile comprendere come, in una situazione del genere, gli Stati nazionali (l’Italia in particolare) abbiano nel tempo perso ogni autonomia e come il trattato di Lisbona ridurrà ulteriormente la separazione tra popolo e potere politico. Le guerre attualmente in corso, create e sostenute da una propaganda falsa e ipocrita, sono la risposta ai problemi del post capitalismo, del globalismo alla ricerca del governo mondiale e si traducono in un genocidio continuo e in un’alterazione chimica e biologica forse insuperabile. Qualunque ideologia politica o fede religiosa vi appartenga, non potete fare a meno di constatare la realtà di un mondo vicino al collasso generalizzato.
Come dicevo, senza mezzi termini, Gaia la nostra madre Terra, non attenderà certo a lungo che l’umanità cresca nel suo intelletto e nell’azione verso il bene comune, quindi una biforcazione del suo assetto evolutivo si avvicina a passi da gigante. Che fare? La scienza cui ci siamo affidati ha trasformato la tecnologia in un mito capace d’ogni miracolo e progresso, ma è vero o resta mito come l’intervento di un Dio misericordioso? Credo sia giunto il momento di entrare nell’analisi più approfondita possibile della tecnologia e dei suoi poteri. Normalmente ciò che si definisce tecnologia si differenzia dalla super tecnologia, in una visione mediatica distorta e incompetente. Cosa è in realtà la super tecnologia? L’uso dei computers ci ha abituato a termini come hardware, software, e ora aggiungerò brainware. Supponendo si stia parlando di un’automobile, l’hardware sarà facilmente identificabile in un insieme di materiali assemblati e a diversi livelli di struttura (meccanica, elettrica, elettronica, ecc) e il software sarà costituito dalle istruzioni per l’uso in diverse condizioni di marcia. Il brainware sarà invece lo scopo e la prospettiva con cui l’auto è stata concepita per svolgere la sua funzione. Ora immaginiamo che la costruzione di un’auto richieda una rete d’appoggio, servizi e strutture, in grado di mettere in opera il funzionamento del nuovo veicolo. Se l’auto andrà a gas, se sarà fornita di ruote a cuscinetto d’aria, se il motore sfrutterà tecniche sconosciute sino ad oggi, la struttura e la rete di supporto attuali non saranno né utili né garantiranno un lavoro e un guadagno. Ecco che un’auto con tali caratteristiche si può definire una supertecnologia. Estendete questo concetto ad ogni forma tecnologica, tipo il giuocare in borsa senza intermediari (con personal computers idonei), sistemi di sicurezza programmati per agire autonomamente, la costruzione robotizzata di edifici ed opere civili in genere, ogni sorta di impianti futuristici che possiate immaginare. In una società caratterizzata da un livello tecnologico così spinto, le relazioni socio-economiche sarebbero molto diverse da quelle attuali, quindi i modelli politici e le forme di rivendicazione sindacale finora conosciute risulterebbero del tutto inadeguate ed obsolete. Una teoria politica come ad esempio il marxismo, lo stesso capitalismo, con quali organizzazioni o sindacati dovrebbero relazionarsi per rappresentare le vostre istanze? Analizziamo un altro aspetto: supponiamo che vi siano due degustatori, uno di vino, l’altro di caffè. Se progettassimo una macchina per entrambe le degustazioni capace di riconoscere il tipo di vino, le sue componenti, l’annata di produzione e un’altra macchina che faccia la stessa cosa per il caffè, a chi vi affidereste per avere un risultato più preciso ed affidabile? Qui entra in ballo una nuova argomentazione. La macchina non potrà mai avere una caratteristica umana come la coscienza e se la decisione fosse premere o non premere un grilletto di un’arma, non avrebbe esitazioni o morali capaci di far tentennare la pressione sul grilletto. L’esperienza di un degustatore di caffè non sarà perfetta, ma segnalerà un’assuefazione al prodotto che nessuna macchina potrà segnalare, se non programmata per una piccola variazione a distanza prevista. La domanda quindi sarà: “Può l’assenza di coscienza essere una variabile insignificante?”. Estendiamo al massimo possibile la supertecnonlogia e pensiamo ad una mente artificiale che guida i nostri passi, intesi come scelte evolutive, politiche sociali ed eeconomiche e iniziamo a questo punto un viaggio nel futuro possibile dell’evoluzione umana. Isaac Asimov ci ha ampiamente anticipato e noi seguiamo in parte le sue intuizioni. Lo spazio ci accoglierà quindi con le possibilità che sapremo estrarre da lui stesso e il cammino sarà a tappe e forse predisposto da quelli che Asimov definisce gli Eterni. Una specie umana che ci ha preceduto ha lasciato dei riferimenti che saranno come dei robot che hanno tracciato un percorso, il più adatto all’Uomo come specie. Questa possibile lungimiranza sarà un fatto positivo o negativo? Chi ha compreso il significato di super tecnologia come simbiosi tra uomo e macchina, chi ha cercato di avventurarsi in uno studio di ciò che potremmo definire “simbionica”, avrà già compreso che nulla è più sbagliato e auspicabile di un punto di riferimento deciso a priori.
Non prospetto mie ipotesi e mie elucubrazioni in tal senso, ma vi propongo l’ultima riflessione: oggi è stato deciso l’invio di un paio di centinaia di militari in ogni regione italiana; saranno sufficienti, utili, disastrosi? Cosa sarà in realtà l’esercito tra qualche anno? Di quali equipaggiamenti sarà fornito? Come sarà ristrutturato il corpo militare e la sua dirigenza? La senatrice Lidia Menapace si era attivata per un sindacato militare: era ed è una risposta possibile ad un’evoluzione del sistema militare e bellico? Le strutture di supporto e la rete di servizi per le forze armate sono già presenti in varia forma: telecamere in ogni dove, impronte digitali su ogni documento, controllo incrociato d’ogni informazione anche sanitaria, apparecchi d’ascolto che non cconoscono confini, telefonini che si rivelano radio ricetrasmittenti, fine d’ogni libertà di pensiero ed azione, quindi cosa ci sarà dato di vedere o condizionare nel nostro prossimo futuro?
Se la nobiltà nera dirigerà ancora il mondo, quanti superstiti potranno godere di un qualsiasi diritto divenuto invece privilegio?
Meditate e lasciate vi indichi una sola strada. Solo l’osservatore militante può modificare e dirigere i nostri passi, quindi piantiamola definitivamente di delegare e iniziamo a girare lo sguardo intorno come il vecchio capo sioux Alce Nero che saliva su una montagna consapevole del fatto che non era il centro del mondo, ma il suo panorama possibile.

Renzo Coletti.



Lunedì, 25 agosto 2008