E LO CHIAMANO RAZZISMO

di Renzo Coletti.

La fabbrica della disinformazione è diventata informazione alternativa, contro informazione, dialogo tra comari, ripetizione infinita della menzogna originale, diversificazione del suo significato, ampliamento della sua diffusione in ogni spazio possibile. Cosa significa appello contro il razzismo? Cosa significa manifestare contro il razzismo? Quando si è razzisti? Come lo si diventa? Se la sinistra ha terminato il suo ruolo politico di governo, la motivazione più evidente e palpabile con mano è dovuta all’avvallare ogni realtà e ogni problema venutosi a creare con l’accettazione di ogni forma di servilismo, proposto dal potere contro cui dichiarava di volersi opporre. La svendita di ogni cultura, sia pur minima, ha condotto un popolo di emigranti, forse il più conosciuto a livello internazionale, verso una forma di ribellione istintiva contro il traditore. La perdita di ogni diritto conquistato e raggiunto con lotte e sacrificio di vite umane esigeva vendetta. L’autodifesa non è razzismo, la paura neppure, la perdita di una identità tantomeno. Noi dovremmo manifestare contro chi ha espresso il suo smarrimento e la sua cultura tradizionale votando a destra e in particolare Lega Nord? Chi ha creato le condizioni per questa società sull’orlo del baratro? Chi ha svenduto il diritto al lavoro, o chi ha trasformato la vita in un inferno criminale e spudoratamente ipocrita? Chi ha creato il mito Berlusconi? Chi ne ha parlato sino alla nausea e l’ha incolpato di ogni male e disastro economico o persino ecologico? Chi ne sta parlando oggi come un puttaniere e magnaccia? Pensate che gli italiani si accaniscano contro un viveur che approfitta della sua ricchezza e il suo potere per spassarsela come sognerebbe di fare ognuno di loro? Ci siamo o ci facciamo? Chi è più responsabile di questo: il malgoverno, il cittadino, il moralista bigotto o il Papa in persona? In tutto il mondo, ma proprio tutto, la prima cosa che viene chiesta ad un italiano è come sta Berlusconi. Casuale? Se piove o tira vento, il colpevole è il Berlusca, se cala la borsa è ancora il Berlusca, se la pensione è ormai sparita, ancora il colpevole è il cavaliere, se la sanità pubblica non esiste praticametne più, ancora gli strali sono contro Berlusconi, se non nascono funghi ecco che saranno le corna che lui fa al parlamento europeo. Insomma la vogliamo piantare di dire stupidaggini? Vogliamo smetterla di pronunciare quel nome ormai così famigliare a tutti? Dove erano i sindacati, i partiti di sinistra, chi è stato al governo per mezzo secolo dopo la fine della guerra? Le regioni oggi più leghiste, non erano forse le più cattoliche dell’italia democratica e pluralista? Volete la prova tangibile della menzogna del razzismo italiano? Beh… andate a vivere la sera in un quartiere dove la prostituzione dilaga: sono forse neri o gialli i clienti che fanno la coda per il servizietto? Qualcuno è forse anti gay? Beh… osservi con attenzione e veda chi sono i prostituti più gettonati! Perché anziché manifestare contro il razzismo non si manifesta contro chi lo crea e lo sfrutta in ogni forma e modo? Perché non manifestare per un salario e un lavoro garantito anche per l’extra comunitario o chiunque compia un lavoro utile alla società? Perché non chieder la fine dello scandalo degli affitti per nababbi che viene chiesto per dei poveracci che si ammassano come sardine per poter pagare? Perché non ho mai sentito parlare un sindacalista di signoraggio bancario, stampa della moneta, oppure proporre una soluzione ad un problema qualsiasi che non sia a danno del cittadino più povero ed emarginato? Temete più uno zingaro o un banchiere? Vi siete mai domandati chi è il più pericoloso e il più ladro? Quando votate per un Prodi che è un goldmanboy o accettate di fatto che un ministro come Padoa Schioppa o che il presidente della banca d’italia sia ancora un ex dipendente e beniamino della Goldman Sax, una delle banche più potenti del mondo, cosa vi aspettate possa accadere? Avete mai sentito lamentele per la presenza di uno studente di qualsiasi colore, figlio di personaggi influenti e ricchi del proprio paese d’origine? Cosa significano queste contraddizioni? La verità è stata scritta e spiegata in ogni dove, scuole di partito e sindacali, quando c’era un partito e un sindacato degni di questo nome. Ricordate la lotta di classe e il socialismo? Ricordate i sacrifici e il sangue versato per garantirci un lavoro o una assistenza pensionistica adeguate? Chi ha lavorato all’estero forse ha dimenticato lo spregio e l’emarginazione di cui è stato vittima? Ha dimenticato la paura per le strade di tutto il mondo e i sacrifici spesso mai superati per malattie e morti provocate dalla cattiva nutrizione e dal freddo ? Personalmente ho visto dormire operai italiani in baracche di legno a 1600 metri di altezza, accendersi fuochi che hanno causato spesso incidenti ed addormentarsi con qualche sbronza di birra. Oggi molti di loro hanno fatto i soldi e sono quelli che non ti capiscono quando parli italiano e ti negano un favore. Vi ricorda nulla? “Banchieri, pizzicagnoli, notai, coi ventri obesi e le mani sudate… coi cuori a forma di salvadanai…” Ricordate De Andrè? A Genova usiamo un detto che tradurrò un po’ … “Quando la cacca sale lo scalino puzza” No! Cari lettori non è razzismo, è egoismo e cultura borghese. Chiusi in questa trappola mentale egoista e miope, non saremo più in grado di ritrovare la strada dell’evoluzione spontanea e garantista, ma scenderemo sempre più in basso ed infine tenderemo le mani a coloro che oggi disprezziamo solo per la loro povertà e i loro bisogni che abbiamo dimenticato di aver condiviso. Vergognamoci profondamente e visitiamo le nostre infamie nei campi di accoglienza, ma non chiediamo aiuto ad un dio tappabuchi; guardiamoci allo specchio e schiaffeggiamoci a sangue. La verità, se può interessarvi, è l’aver fatto finta di non sapere che tutti gli aiuti al terzo mondo hanno provocato la loro rovina e il nostro interesse. Abbiamo creato ciò di cui oggi ci lamentiamo e stiamo rincarando la dose. Non siamo un popolo di razzisti, siamo un popolo di cretini, proprio perché cretino deriva da cristiano. Un popolo che usa la Religione come alibi e con ipocrisia; un popolo che usa le sue capacità d’ingegno per auto distruggersi e non prima d’aver tentato di distruggere l’altro che non vediamo essere noi stessi come pure distruggiamo la natura che ci nutre anche spiritualmente.

Renzo Coletti.



Martedì, 01 luglio 2008